giovedì 20 maggio 2021

DOMENICA DI PENTECOSTE (ANNO B)

 TESTIMONI DELL'AMORE

Siamo giunti alla fine del tempo pasquale. Son passati cinquanta giorni dalla risurrezione di Gesù e questa è la domenica di Pentecoste. Che cos'è la Pentecoste? Possiamo pensarla all'esplosione vitale di Dio in noi, a quel soffio che ci fa rinascere. Questi cinquanta giorni sono stati come una gestazione. Infatti, il Signore Gesù ci ha accompagnato, con i segni della croce e della risurrezione, fino a questa grande effusione dello Spirito.
La solennità della Pentecoste, almeno per quanti vivono la vita di fede come cammino verso la felicità, è l'immenso dono dello Spirito Santo, che ispira, sorregge, conforta, da forza...
Con il dono dello Spirito Santo sugli apostoli riuniti nel Cenacolo con Maria, Madre del Signore, abbiamo l’inizio della missione evangelizzatrice della Chiesa, determinando la sua relazione con il mondo (I Lettura).
Infatti, con la Pentecoste termina un tempo per iniziarne uno nuovo: il tempo dell’uomo, della chiesa e dello Spirito. Ma la Pentecoste non è solo questo, Essa esprime la verità che Dio abita dentro di noi.
Dio non è più presente fisicamente in mezzo a noi, ma è presente con il suo Spirito. Ma di questa verità, non tutti ce ne rendiamo conto. Eppure se non ci sta quella fiducia in Dio, se non abbiamo fiducia nelle parole del Signore Gesù, la Pentecoste non si rinnoverà e sarà un qualcosa “per sentito dire”.
Nelle letture odierne, troviamo anche un mandato particolare, non solo quello di essere testimoni e basta, ma quello di essere testimoni camminando secondo lo Spirito! (II Lettura).
Che significa “camminare secondo lo Spirito”? Non certo fare gli spiritualisti, sradicati dalla realtà, dal quotidiano. Neppure significa “affogare” dentro le realtà contingenti fino a non sapere perché viviamo, dove stiamo andando e quale grande valore può avere ogni momento se “viviamo secondo lo Spirito”, ossia in conformità al precetto dell'amore, vivendo i frutti dello Spirito.
Ciò ci dice che lo Spirito Santo non è una definizione che abbiamo imparato a suo tempo al catechismo. Lo Spirito Santo è una persona, è l’amore in persona! È lui che abilita ad amare bene a partire dalla propria persona per amare bene Dio, gli altri e ogni creatura. Senza lo Spirito Santo il nostro amore è fragile e malato. Con lo Spirito Santo il nostro amore si purifica, si vivifica, si rinvigorisce e diventa quello di cui abbiamo bisogno per essere autenticamente persona, cioè liberi da individualismo e propensi a incontrare l’altro in profondità e a far comunione.
Per vivere di questo, anche noi dobbiamo vivere uniti, salire al piano superiore, al Cenacolo, insieme a Maria, non per stare chiusi ma per essere “assidui e concordi nella preghiera”. La preghiera… è un dato necessario, importante la preghiera. Torniamo a pregare!
Non mettiamo al centro della nostra vita motivi futili perché prima vengono le mie cose e poi se ho tempo viene Dio. Pregare non è una questione di recitare delle preghiere ma mettere al centro della propria esistenza un dialogo costante con Dio, è far maturare lo Spirito che è già dentro di noi.
Questa preghiera va fatta anche “concordi”, cioè con “un cuore solo”. Far sì che la preghiera comunitaria diventi ascolto tra di noi e una sola voce che si alza verso il cielo.  
Dalla nostra preghiera personale e comunitaria non lasciamo fuori Maria, facciamola insieme a lei. Non sto parlando di devozione, già la nostra vita è molto decorata della devozione mariana. Nella nostra preghiera avere Maria significa avere la cura e l’amore di una così grande madre, che ci conduce a quella bellezza di Dio amore.
Celebriamo allora l'evento Pentecoste non come un mero ricordo del passato, ma del presente. Sì, proprio del presente perché lo Spirito del Signore ha invaso l'universo, ha invaso le strade della vita ancora una volta. Lo Spirito Santo si è posato e continua a posarsi su ciascuno, in maniera singolare perché a «ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune» (1Cor 12,7). Alle volte facciamo fatica a capire questo dono dello Spirito per il bene comune. È facile starsene a mani giunte ma bisogna cogliere la presenza dello Spirito nella propria vita. Diversamente ci si potrebbe ammalare «dell’“alzheimer spirituale”: dimenticando la propria storia di salvezza, la storia personale con il Signore, del «primo amore» (Ap 2,4).
L'azione dello Spirito Santo è educativa, pedagogica per poter arrivare all'amore di Dio. Arrivare all'amore di Dio significa tessere una relazione a partire dal proprio vissuto, dalla situazione in cui si vive.
Lo Spirito oggi rinnova la sua effusione per permetterci di approfondire la nostra relazione d'amore con Dio, vincendo ogni divisione, ogni chiusura e paura. Lo Spirito è vento, uragano, è più forte delle nostre divisioni e chiusure. Occorre spalancare le porte del cuore e lasciare entrare lo Spirito d'amore. Solo se spalanchiamo il cuore agisce in noi lo Spirito Santo, immettendoci in strade del tutto nuove, guardando al futuro.
Invochiamo lo Spirito Santo: vieni Spirito Santo, oggi e sempre nella nostra vita, plasmala con la forza vivificante per essere testimoni dell'Amore sulle strade dell'oggi.

Buona Pentecoste nel Signore a tutti voi!




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