giovedì 3 giugno 2021

CORPUS DOMINI (ANNO B)

 EUCARESTIA: DIVENTARE CIÒ CHE SI RICEVE


Con questa celebrazione domenicale, ricordiamo e riviviamo il mistero della nostra fede: il Corpo e Sangue di Gesù nostro Signore (Corpus Domini). Una domenica dedicata alla riflessione su questo grande dono eucaristico che comunemente chiamiamo Santa Messa.
Ma perché celebriamo la Messa? Molti hanno appreso nel tempo che l'Eucarestia costruisce la comunità. Ma oggi tutto questo sembra demolito. Forse ci sta uno scoraggiamento ma se ci pensiamo un attimo l'Eucarestia nasce in un contesto di scoraggiamento, di sofferenza. Quindi anche se viviamo in un contesto di sofferenza, pandemico, dove mancano abbracci, sorrisi e viviamo le distanze, Cristo è presente non è assente! Forse è il caso di dire: come celebriamo la Messa? Di cosa la riempiamo? Perché rendiamo la presenza di Cristo fiacca? Siamo coscienti che la celebrazione Eucaristica è l’incontro con il Risorto?
Gesù nell’Eucaristia si offre come dono e realizza con noi un incontro di salvezza.
La nostra vita, ricordiamolo, è sempre “racchiusa in vasi di creta” (cfr. 2Cor 4,7) e alle volte lo dimentichiamo perché in quei momenti pensiamo di essere d'acciaio e invece il mondo ci crolla addosso e continuiamo a non renderci conto che siamo di creta fino alla fine. Ed è naturale che per sostenere la nostra vita fisica abbiamo bisogno di mangiare, così per vivere da Figli di Dio abbiamo bisogno di nutrirci di Gesù, cibo di vita eterna.
L’Eucaristia è il segno tangibile della vita di Dio che nel Suo Figlio Gesù Cristo si fa’ dono per noi, vita spezzata ed offerta nella gratuità dell’amore. Nell’Eucaristia, realmente, comprendiamo come Gesù «pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio ma spogliò se stesso…» (Fil 2, 6-7). Per noi partecipare alla mensa del Corpo e del Sangue di Cristo significa incontrare Gesù risorto e condividere la sua stessa vita.
Per questo partecipare all'Eucaristia significa mettersi in gioco, in un atteggiamento di accoglienza e di fede.
Nel Vangelo Gesù dice: «dove è la mia stanza perché io possa mangiare la Pasqua…?».
C’è una stanza che è ricercata da Gesù in persona. Quella stanza siamo ciascuno di noi. Dove siamo? Quanto l’Eucarestia incide sul nostro modo di essere cristiani? Ogni volta corriamo il rischio di ridurre l’Eucarestia solo ad un momento della settimana. L’Eucarestia anche se per molti è un momento bello, profondo e speciale non è questo, non è un momento della settimana che chiamiamo Santa Messa. Essa è il fondamento di tutta la nostra vita cristiana.
Per questo la ricerca di Gesù va preparata anche da parte nostra. Ci prepariamo all’incontro con Gesù seguendo la nostra sete, la nostra ricerca di senso per poter arrivare alla tanto e desiderata sala.
Questa sala è il nostro cuore. Essa è arredata con la sua storia, i suoi dolori, le sue ansie e i suoi desideri e che, durante la Messa, il sacerdote le simboleggia in quell’acqua che versa nel calice durante l’offertorio.
Ecco la nostra vita unita alla vita del Signore risorto. Gesù desidera abitare stabilmente il nostro cuore attraverso l’Eucarestia.
Un altro aspetto della stanza del Vangelo è che si trova al piano superiore, quasi ad indicare il cielo. Infatti, l’Eucarestia è fatta di cielo e promette il cielo o come diceva il beato Carlo Acutis: “l’Eucarestia, la mia autostrada per il cielo”.
Questo cielo parte da noi, dal nostro cuore. Nonostante i nostri limiti, la nostra bassezza, la nostra fragilità, con l’Eucarestia siamo capaci accogliere il cielo dentro di noi! Questo ci invita ad essere Eucarestia nella vita di tutti i giorni. Infatti, come il Signore diventa pane nell'Eucaristia e si dona per la vita e la salvezza dell’uomo, così il cristiano che si fa discepolo di Gesù entra in questa dinamica di donazione, ad offrire se stesso in nome dell’Amore. Non c’è vera Eucarestia se non c’è una vita eucaristica, altrimenti si continuerà a vedere una comunità fiacca, una vita amorfa, un tabernacolo perennemente chiuso e inutile.
Invece, noi tutti abbiamo bisogno di Gesù, abbiamo bisogno di aprire quei tabernacoli perché l’Eucarestia venga condivisa.
La stanza che deve essere ornata, preparata, ci richiama a un cambiamento radicale della nostra vita.
Spesso facciamo la comunione ma non siamo in comunione né con Dio e né con gli altri. Ora, l’Eucarestia deve cambiare radicalmente la nostra vita. Essa è quel farmaco d’immortalità che ci aiuta a guarire dalle nostre malattie, dal nostro egoismo, perché la nostra vita sia una lode, un rendimento di grazie a Dio per la sua misericordia, per il suo infinito amore per tutti noi.
Celebrare questa festa, secondo il Vangelo, è essere Eucarestia per l'altro, condividendo il pane materiale, le nostre risorse, il nostro tempo, i nostri beni, pochi o molti che siano non importa, con chi è nel bisogno. S. Agostino dice al nostro cuore: “cristiano, diventa ciò che ricevi!”, cioè fatti uno con Cristo che è offerta e condivisione della vita, e anche tu sperimenterai la gioia di partecipare alla moltiplicazione e alla sovrabbondanza dei doni di Dio, fino ad arrivare a partecipare al banchetto celeste per il quale il Padre ci ha preparato un posto.

Buona festa del Corpus Domini a tutti voi!




immagine: www.cristinasiccardi.it