giovedì 24 giugno 2021

XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

LA FEDE: INCONTRO PERSONALE CON CRISTO

Questa domenica, anche se abbiamo cambiato capitolo, torna ancora una volta il tema della fede. Una fede immersa nel tran tran della vita.
Il Vangelo odierno è una pagina piena dei nostri giorni. Esso ci presenta due situazioni di dolore: una fanciulla di dodici anni che è agli estremi della vita e una donna che perde sangue da dodici anni e si trova fuori da ogni relazione con la propria comunità. Un po’ come abbiamo vissuto o stiamo vivendo in questo tempo pandemico.
Quanta sofferenza? Perché la sofferenza? Perché la morte di un innocente? È il mistero della sofferenza che sempre interpella e mette al limite l’uomo. La Bibbia non ha risposte in merito ma presenta un Dio che ha voluto condividere questa vita con l’uomo al quale ha voluto dare la possibilità di conoscerlo, di servirlo, di amarlo.
Anche oggi quando sentiamo scene di sofferenza, in particolare contro i nostri bambini, ci stringe il cuore. Quale dramma!
Se ci abbiamo fatto caso, tutti e due i miracoli hanno a che fare con la vita, tutti e due i casi hanno un nesso tra fede e vita. In questo momento, ognuno è chiamato a fermarsi per riflettere sul senso della vita, a dare gusto, sapore alla vita, senza sorvolare...
Nella pagina evangelica odierna Gesù vive questo dramma: è il cuore di Dio che non si ferma mai davanti alla vita, non sorvola, non scarta (come spesso facciamo noi), anzi entra dentro il mistero dell'uomo. Egli è venuto a salvare l’uomo.
Questa salvezza avviene tramite il tocco. La donna dopo aver toccato le vesti di Gesù si sentì guarita dal male.
Gesù avverte un miracolo strappato e cerca chi desidera rinascere, chi desidera vivere in piena libertà. Gesù in altre parole cerca chi vuole vivere veramente la sua fede, chi cerca in lui la salvezza.
L’emorroissa, lo sappiamo, era un rifiuto, uno scarto della comunità a causa della sua impurità. Gesù cerca la donna non per rimproverarla ma per usarle misericordia, tenerezza, grazia.
Chissà quante volte scartiamo chi riteniamo impuro senza pensare che la vera impurità può essere dentro di noi? Chissà quante volte il nostro cuore è chiuso davanti al dramma della vita?
Davanti al Signore tutto questo non esiste. Lui è la purezza personificata. È il valico delle frontiere che accoglie la vita, ci riammette, ci incoraggia, ci perdona, ci abbraccia, ci salva.
Non dimentichiamo che è la fede che salva, dice la stessa Parola, è la fede che fa la differenza, quella fede pura e totale, fiduciosa solo nel Dio della vita.
Questa scena ci insegna che una fede da due soldi non guarisce, se non diventa incontro forte personale con il Signore Gesù, anche a costo di superare gli ostacoli (la folla del Vangelo), perché è la nostra fede in Lui che ci rende intraprendenti e ci salva.
Coraggio non abbiamo paura a far ritorno al Signore, qualsiasi cosa il cuore possa rimproverarci, Dio è più grande del nostro cuore.
L’altro caso è il grido di un padre per la figlia di dodici anni morente. Egli tenta l’impossibile per salvarla. Si getta ai piedi di Gesù per chiedere il dono della salvezza, il dono della vita. Quanta tenerezza e dolcezza nel cuore di quest’uomo per salvare la figlia.
Ma qualcuno interrompe, qualcuno che ha una falsa immagine di Dio dice di “non importunare più il Maestro”.
Gesù però insegna ad avere uno sguardo libero e liberante e ci fa capire che la fede è destinata a pochi. Ci fa capire che chi non cerca quest’incontro personale, forte, con Gesù è fuori: “egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina”.
Gesù ricompone la famiglia e in seno alla famiglia opera la salvezza. L’espressione “Talita Kum” ci ricorda che Dio ti aiuta, ti solleva, ti sostiene, ti fa risorgere.
Quale vita di fede oggi? Quale fede nella fossa di morte oggi? L’estate magari ci fa’ vivere in ozio, ci fa mandare la fede in vacanza. Eppure l’estate è un tempo che ci permette di occuparci delle nostre emorragie, di risvegliare la nostra fede, la nostra anima.
Lasciamo allora che la Parola di Dio ci legga dentro, ci scavi dentro perché anche la nostra vita possa essere sanata da quelle emorragie che soffocano la vita. Facciamo il nostro incontro personale con Gesù perché la nostra vita sia sollevata da quelle situazioni di morte e iniziare anche noi a vivere pienamente in novità di vita.  

Buona domenica nel Signore a tutti voi!





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