mercoledì 30 giugno 2021

XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

 ACCOGLIAMO CRISTO NELLA NOSTRA VITA!


In queste domeniche, la liturgia ci ha fatto sostare per riflettere sulla nostra fede. Del resto, ogni giorno la nostra fede è interpellata, il nostro cammino di fede è interpellato e anche questa domenica non è da meno. Anzi, fin dalla prima lettura ci viene detto che nonostante amiamo le prime file, nonostante che siamo assidui in chiesa, nonostante tanti rosari siamo delle teste dure, siamo dei ribelli.
Il vangelo odierno, semplice e scarno così come usa l’evangelista Marco, narra di un fatto particolare accaduto a Gesù, mentre era al suo paese.
È un giorno di sabato e come consuetudine entra nella sinagoga per annunciare la Parola di salvezza. Qui purtroppo Gesù trova un muro; dice Giovanni nel suo vangelo: “Venne in casa e i suoi non lo accolsero” (Gv 1,11). In Galilea, il ministero di Gesù si conclude con un fallimento, col rifiuto da parte dei suoi concittadini.
Quanta fatica ad accogliere la salvezza? Quanta fatica ad accogliere il Signore Gesù? Pensiamo di sapere tutto di lui. Pensiamo di essere a posto grazie all’osservanza dei precetti. I suoi compaesani si sono fermati su quanto sapevano di lui, non coglievano però in Gesù la condizione divina. Per loro il fatto che Dio si presenti nella carne, umile, come qualsiasi umano desta scandalo. Se fosse stato uno sconosciuto l’avrebbero accolto, accettato, seguito.
Cosa succede qui? Sembra rivivere i nostri giorni. È una cosa curiosa. La gente di allora non crede a quel messaggio dato da Gesù perché lo vede troppo vicino, non accolgono Dio con la sua umanità. Dio, non dimentichiamolo, è colui che ha preso il nostro volto, il volto di chi ci sta accanto: “il Verbo si fece carne (cioè ha preso la nostra umanità), ed ha piantato la sua tenda in mezzo a noi” (Gv 1,14).
Da lato opposto, osserviamo quanti non credono perché lo vedono troppo lontano: Dove è Dio? Come è che Dio non parla di fronte a tante ingiustizie?
Eppure l'inizio era stato buono. Lo stupore di fronte alla sapienza e ai miracoli di quell'uomo, che credevano di conoscere tanto bene, aveva portato gli abitanti di Nazaret a porsi la domanda giusta, che avrebbe potuto condurli alla fede: "donde gli vengono queste cose?". Sarebbe bastato che si ricordassero di ciò che era stato annunciato da Mosè: “Il Signore tuo Dio, susciterà per te, in mezzo a te, fra i tuoi fratelli, un profeta pari a me; a lui darete ascolto” (Dt 18,15). Cosa è successo ieri? Cosa è successo oggi?
Quanta fatica ad ascoltare la Parola di Dio. Quanta fatica a portarla nella vita di ogni giorno! Questo è il continuo rifiuto di Dio. Sì, perché il non ascolto della Parola di Dio genera un rifiuto e rifiutando Gesù, Parola incarnata, noi rifiutiamo Dio. Non solo. Noi rifiutiamo chiunque è dalla parte di Dio per continuare a vivere nelle nostre sicurezze, in mezzo alle nostre vecchie abitudini.
Anche nelle rapporti interpersonali. Quante volte con i nostri pregiudizi paralizziamo una persona, la riduciamo all'impotenza, non gli diamo fiducia, le buttiamo addosso il peso di un giudizio preconcetto? Quante energie soffocate, quanti scoraggiamenti, quanta gioia distrutta dai nostri giudizi decisi e inappellabili su coloro che crediamo di conoscere! Magari aggiungendo: “per te non c'è speranza!”.
Gesù prende una posizione netta e spezza queste posizioni e cita un proverbio che indirizza ai discepoli e anche noi oggi: “un profeta non è disprezzato se non nella sua patria” estendendo il detto ai familiari e alla casa.
Tutti siamo chiamati alla missione di predicare il Vangelo e a non farci abbattere davanti a una eventuale delusione a seguito di una critica, di un rifiuto.
Quanto è successo a Gesù è accaduto a quanti hanno intrapreso la sua stessa strada, l’importante è non scoraggiarsi ma chiedere la forza del Signore e agire con fede, con coraggio e determinazione.
La Sacra Scrittura e Gesù stesso ci dice che la strada del “profeta” non è facile: c'è l'incomprensione, la contrapposizione, la persecuzione. A tal proposito ci ricorda la Parola di Dio: “Ascoltino o non ascoltino, almeno sapranno che un profeta si trova in mezzo a loro” (Ez 2,5), per questo non bisogna scoraggiarsi.
Questa è stata la vita di Gesù. Questo è quanto insegna Gesù. Lui rimase stupito, meravigliato per l'incredulità dei suoi concittadini, ma non poteva bloccare la Parola di Dio, non poteva neanche respingere chi cercava la salvezza.
Anche noi, impariamo che le difficoltà delle vita non devono bloccarci, che le sofferenze possono essere terreno concimato dove si sviluppano i semi della Parola di Dio e del bene che intendiamo promuovere.
Impariamo allora ad accogliere Cristo, ovunque si compiace di avvicinarsi a noi, nei luoghi e nelle persone anche più ordinari, più semplici, anche dove non penseremmo mai di incontrarlo.
Sia sempre viva la nostra fede in Lui. È una sfida. Accettiamola!!!

Buona domenica nel Signore a tutti voi!




immagine: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20210704.shtml