mercoledì 25 agosto 2021

XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

CIÒ CHE CONTA È IL CUORE

 
Ultima Domenica di fine agosto. Ancora, secondo i media, in tanti posti si respira l'aria delle vacanze, ma per molti è il rientro. Il mese che tra qualche giorno inizieremo è segno di un nuovo inizio, per ridare vita alla vita, anche guardandoci dalle norme anticovid.
In queste domeniche abbiamo ascoltato il vangelo di Giovanni, con il segno della moltiplicazione e il lungo discorso sul pane della vita: un lungo discorso da accogliere con serietà. Ora, l'evangelista Marco ci presenta Gesù in discussione con i farisei a proposito delle tradizioni circa la purità rituale.
L'estate lo sappiamo tutti: oscilla sempre tra tradizioni e trasgressioni, e sembra che la Parola di Dio oggi venga in nostro aiuto per scuoterci, per ritornare al cuore della fede, per ritornare a vivere il nostro rapporto con Dio e capire che solo con Cristo possiamo essere salvati.
I farisei, famosi per l’osservanza scrupolosa della Torah e della Tradizione, sono antipatici a tutti, ma nessuno di noi si sente mai tra di loro. Eppure quante volte anche noi ci comportiamo come i farisei descritti nel Vangelo gloriandoci magari di fare lo sforzo di andare alla Messa domenicale, di andare a una processione del santo patrono (covid permettendo) di cui siamo devoti, magari lamentandoci se si fa o meno la processione, se si fanno o meno i fuochi. E magari ancora nel nome del Signore o dei santi avremo fatto tante altre belle cose che possiamo qui definire malattie spirituali, perché ci mettono in quelle condizioni di non incontrare Dio ma di avere riempito le pance e svuotato i cuori, restando ciechi nella fede e continuando ad attaccare Dio, Chiesa e Clero.
I farisei avevano già attaccato Gesù più di una volta: quando l’avevano visto mangiare con i peccatori (2,15-17), quando si erano accorti che i discepoli di Gesù non digiunavano (2,18-22) e quando avevano visto gli stessi discepoli mangiare il grano di sabato e Gesù guarire un uomo nello stesso giorno (2,23-3,6).
Adesso nuovamente perché i discepoli non osservano le usanze giudaiche. L’uso giudaico di lavarsi le mani prima di mangiare non era fondato tanto su motivi igienici, quanto su quelli religiosi. Era un modo per stare "a posto con Dio".
Come al solito Gesù legge i nostri cuori sa cosa è bene per noi è cosa è male. Sa benissimo che anche questa volta è una questione di cuore e di interiorità, è solamente diventato questione di purezza di “mani” o di “labbra”. La purezza - dice Gesù - non è qualcosa esterna a noi. Non va confusa con la pulizia esteriore. Si può essere infatti perfettamente puliti, ma non puri. E ci si sporca così delle macchie più insopportabili: l’ipocrisia e la formalità.
Allora è importante chiedersi: in tutto questo il cuore dove sta? Quale sincerità e interiorità profonda nella nostra vita? Siamo deboli, siamo fragili, facilmente cadiamo nell'errore. Passiamo da un eccesso all'altro. Spesso però siamo falsi. Pensiamo di non accusare nulla alla nostra coscienza senza mettere il cuore in ogni cosa. Si appare col sorriso; cosa molto buona, perché da esso possiamo cogliere l'animo dell'altro. Attenzione però, dietro a un sorriso si può nascondere anche il male. Il sorriso non sempre è accompagnato da un cuore capace di dare amore. Ecco perché Gesù riprende la falsità citando il profeta Isaia: siamo un popolo che onora con le labbra e non con il cuore!
Tutti dobbiamo ammettere questa verità, che noi non controlliamo il nostro cuore. Quanti vorrebbero smettere di bere troppo e non lo possono fare? Prendiamo anche il noto esempio di sant’Agostino, il cui cuore fu così diviso, per molti anni, da spingerlo a pregare così: “Signore rendimi casto, ma non subito!”. 
Un’espressione che ci dice che dimentichiamo l'essenziale! Dimentichiamo le prospettive di Dio! Gesù dice che tutto è puro. Siamo noi che alle cose diamo un giudizio negativo o positivo. 
È il caso veramente di fermarsi e non di andarsene (come si diceva domenica scorsa), perché Gesù mette in discussione la nostra religiosità e, più globalmente, l’autenticità della nostra vita, sempre tentata di formalismi, ipocrisie e pretesti che la rendono falsa davanti a Dio e meschina davanti agli uomini.
Siamo creati liberi non per diventare libertini ma per andare all'Essenziale.
Inizia allora un nuovo mese, settembre con la sua aria strana: le scuole, il lavoro, il ritmo quotidiano, gli incontri, gli imprevisti, gli amici, i nemici, le gioie, i dolori e tutto il resto della nostra vita non saranno elementi intralcianti un cammino di fede sereno, ma l’ambiente che Dio ha scelto per noi, per donarci se stesso, vero Pane di vita. 
Interroghiamo il nostro cuore, le nostre intenzioni, per non nasconderci dietro una maschera di circostanza. Il nostro cuore si purificherà se sapremo accogliere veramente Dio nella nostra vita. 
Rivolgiamoci al Signore, oggi, con le parole del Salmista: «crea in me o Dio un cuore puro» per far ritorno a Dio e non alle tradizioni.

Buona domenica nel Signore a tutti voi!




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