mercoledì 15 settembre 2021

XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

 SERVIRE È ACCOGLIERE TUTTI
 
 
Anche questa domenica continua il cammino di Gesù verso Gerusalemme, verso la Croce. 
Se ricordiamo, domenica scorsa ci stava una domanda fondamentale per il nostro cammino di fede: chi è Cristo Gesù per me?
Forse dopo una settimana ce ne siamo dimenticati. Nonostante questo, Gesù non si arrende e lungo la via, insegna, forma i suoi discepoli, li forma sul senso della Croce.
Non è la prima volta che Gesù parla in questi termini e non è la prima volta che i discepoli non comprendono e si tengono alla larga dai discorsi di Gesù.
Anche per noi è la stessa cosa: qualcosa non torna al nostro modo di pensare, qualcosa ci ostacola, qualcosa ci rende sordi alla Parola della Croce e ci teniamo lontani dal Signore, dal suo amore.
Spesso la nostra fede è solo di facciata, morta in se stessa: è muta, come i discepoli del Vangelo che tacciono all’interrogativo di Gesù.
A noi ci è più facile stare a mani giunte che mettere in pratica gli insegnamenti di Gesù. Ci piace occupare posti d’onore, metterci in mostra e poi dimenticare il verso senso del seguire Cristo Gesù.
È quanto fanno i discepoli nel Vangelo odierno, con manie di grandezze e restii, sordi alla Parola della Croce e cercano di tessere altri tipi di alleanza.
Per questo motivo Gesù ci pone una domanda: cosa discutete lungo la via? La via dura tutta la vita. Che cosa si discute durante la nostra vita? Tutto tranne gli insegnamenti di Gesù, tranne la Croce.
Dagli insegnamenti di Gesù ricaviamo la parola “Servire”, che in questa XXV Domenica è la parola chiave della Liturgia della Parola. Servire, inoltre, è una parola che rimane di non facile comprensione.
Se domandassimo cosa significa e cosa comporterebbe questa parola, non avremmo delle risposte semplici e precise, anzi ci risulterà del tutto nuova, che ci sconvolge un po' come i discepoli che, anzi pensare al servizio che passa dalla croce, di andare fino in fondo nel servire tutti, pensavano a tutt'altra cosa, pensavano a loro stessi.
È strana questa scena, come del resto è strano il nostro comportamento. Più parliamo di servire e più pensiamo a noi stessi e alla carriera (anche nell'ambiente ecclesiale).
La nostra vita è una pasta senza lievito. Non sappiamo osare o spiccare il volo verso grandi vette, come un'aquila reale. Forse ci manca la grazia, perché se non sbaglio è quella che ci fa volare, che ci fa osare.
Questa è la parola che ammaestra e definisce il discepolo: «se uno vuole essere il primo sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti»... niente posti d'onore, niente carriera, niente più di quanto possiamo ancora pensare. Ed ogni anno, il Giovedì santo, lo ricordiamo simbolicamente nel gesto della lavanda dei piedi, un gesto che ci richiama a volgere lo sguardo verso l'ultimo, verso il bisognoso, verso il sofferente. Per Dio questi sono molto importanti!
Per far capire il senso del servizio, per far capire quanto sia importante l’ultimo, Gesù abbraccia e mette al centro un bambino con la sua semplicità.
A quei tempi il bambino non aveva potere, era il più indifeso, senza diritti, il più debole tra i deboli. E Gesù ci dice: se tu accogli il bambino che è ultimo accogli tutti.
Allora si inizia dal bambino, dall’ultimo, dalla semplicità, per poter amare tutti. Per vivere bene le nostre relazioni con tutti bisogna accogliere tutti nel nome di Cristo. E Gesù aggiunge: chi accoglie tutti nel mio nome accoglie il Padre e Dio Padre è Colui che accoglie tutti, che abbraccia tutti.
Ecco perché Gesù mette al centro della nostra esistenza il bambino, perché potessimo rinunciare alla superbia, alla sufficienza, riconoscere che da soli non possiamo far nulla, ma abbiamo bisogno della grazia, del potere di Dio Padre.
Cosa discutete lungo la via? È una domanda che invita ad abbassare la cresta, ad essere umili, semplici come i bambini. Essere come bambini significa semplificare il nostro pensiero, per entrare in possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo (cfr. Mt 18,3).
Ricordiamoci: ci sarà la porta chiusa per il ricco e per il forte, per tutti quelli che non hanno amato e per chi ha giocato con la vita altrui, cercando solo i propri interessi, la propria gloria.
Lungo la via bando alle ciance. Certo può capitare. Ma la via da percorrere è quella del servizio, dell’amore verso tutti. Essere servo di tutti accogliendo l’ultimo ed è accogliendo l’ultimo che sei il primo.
Chiediamo allora il dono della semplicità, di rinnovarci interiormente, perché possiamo mettere al centro della nostra vita l’amore, Cristo Gesù e la sua Parola e di saperlo imitare e di servirlo con amore!

Buona Domenica nel Signore a tutti voi! 




immagine: https://www.maranatha.it/Festiv2/ordinB/B25page.htm