mercoledì 17 novembre 2021

CRISTO RE DELL'UNIVERSO - XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

VIVERE LA REGALITÀ DI CRISTO


Con questa domenica chiudiamo l’anno liturgico per aprirne un altro. Che cos'è l'anno liturgico? Brevemente diciamo che è composto di un cammino di 52 settimane, offerto a tutto il popolo di Dio per conoscere e accogliere Gesù nella propria vita.
La celebrazione di Cristo Re nella XXXIV Domenica del Tempo Ordinario, è la chiave di chiusura e apertura dell'anno liturgico.
Il Vangelo di questa domenica è preso dal cap. 18 del vangelo di Giovanni ove ci troviamo nel bel mezzo del dialogo del processo di Gesù davanti a Pilato, incentrato sul tema della regalità nel contesto della passione.
Quanti processi a Gesù si fanno oggi? Quanti processi ha messo sotto accusa l'immagine di Gesù Cristo?. Le librerie ne raccolgono  la testimonianza (compresa quella degli atei); ma anche la nostra stessa vita spesso si trasforma in un processo a Gesù.
È da chiedersi allora cosa e chi ascoltiamo per maturare nella conoscenza di Cristo Gesù? Gesù dice: «Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Noi da quale parte stiamo?
Nella mia vita mi è capitato di incontrare persone impegnate nel fare catechesi, nel seguire corsi teologici, nel consacrare la propria vita al Signore e credono di possedere la Verità, trasformandosi in un nuovo Ponzio Pilato.
Gesù è Re della nostra vita e della nostra storia, è venuto per salvarci sì ma sopratutto è venuto per testimoniare un Dio Amore e non incorniciato in libri, catechesi o corsi teologici (senza fraintendimenti). È venuto per testimoniare una vita in conformità alla volontà di Dio, una vita che si dona fino alla fine, obbedendo al Padre fino alla fine.
La Verità di cui parla Gesù è Dio stesso come diceva San Tommaso: “la stessa somma e prima verità” (ipsa summa et prima veritas. Summa Theologiae, I q. 16 a. 5 c)). E noi siamo invitati a rispecchiarci in questa verità che è Dio. Dio è amore, è amore per ciascuno di noi e noi chiamati a vivere di questo amore e farlo vivere. In pratica siamo chiamati ad essere il riflesso di Dio nella nostra quotidianità.
Dio ha posto la Verità nel cuore di ciascuno, il punto è avere il coraggio di ascoltarla.
Ora solo chi si nutre di Lui, chi vive questo rapporto comunionale con Lui può, come Gesù, vivere il dono di sé.
San Pietro nella sua prima Lettera dice che «Cristo patì per noi, lasciandoci un esempio, perché ne seguiamo le orme» (1Pt 2,21) e non chiede altro di vivere l'Amore di Dio alla stessa maniera come l'ha vissuta Lui.
Eppure nonostante tutto continuiamo a fare il processo a Gesù, continuiamo a mettere a confronto due poteri: l'amore di Dio e il nostro io. La risposta a questa continuità è semplice: abbiamo, come Ponzio Pilato, accantonato la Verità pensandola irrisolvibile e impraticabile mettendoci dalla parte di chi pensa di possederla.
Invece, il cammino del popolo di Dio conduce ad essere posseduti dalla Verità e non a possederla. Il Cristo Re messo in Croce, guardandolo, lo troviamo senza potere, ma è in quell'Amore Crocifisso che la Verità è una potenza.
Il vero cristiano, grazie al Battesimo, è re perché in quel sacramento ha ricevuto quella luce regale che è Cristo stesso. Ma anche qui: non siamo persone che posseggono il sacramento del Battesimo, ma dovremmo essere posseduti dal Battesimo, dalla Verità.
Spesso le nostre assemblee sono piene di persone gonfie di se stesse, che detengono un dominio creando anche lotte interne fino a "scandalizzare il più piccolo".
Essere re secondo Dio è avere un atteggiamento di ascolto, docile, umile, di servizio, di atteggiamenti che rendono capaci di piegare il ginocchio: questo è il vero potere.
Molte volte Gesù si è inginocchiato per servire l'altro: «io sto in mezzo a voi come colui che serve» (Lc 22,27). Egli non si mise a dettare leggi ma concentrò il tutto in un unico gesto di servizio: cingendosi il grembiule e lavando i piedi.
Gesù ha lasciato questo esempio da imitare per essere beati. Metterlo in pratica significa cingersi il grembiule dell'amore lavando con la misericordia. Questo è il vero potere e metterlo in pratica rende felici. Ora, il potere, in qualche maniera, tutti lo esercitiamo in base al ruolo. C’è da chiedersi come lo esercitiamo? Come viviamo il servizio? Seguiamo la logica del mondo o quella di Dio?
La Verità ci ricorda Gesù non ha bisogno di essere imposta ma di essere esposta. Per viverla è importante accogliere fin dal primo momento l'altro partendo da se stessi, dandogli il giusto spazio: l'altro, infatti, sei tu. L'altro è un dono.
Ecco la vera regalità, dice Gesù. Essa non segue le logiche del mondo ma consiste nel mettersi in ginocchio per servire fino in fondo, senza perdere nulla di se stesso, anzi otterrà la gloria eterna.
Allora celebrare e vivere Gesù Cristo re dell’universo è una professione di fede. Prendiamola sul serio, san Paolo avverte: «chi crede di stare in piedi, badi di non cadere» (1Cor 10,12).
Questa domenica sia motivo per interrogarci e scoprire nella nostra vita la regalità di Cristo. Sia il giorno giusto perché la gioia della regalità, del servizio si impadronisca del nostro cuore e ci incoraggi ad essere servitori del Regno fino alla fine.

Buona domenica nel Signore a tutti voi!




 
immagine: https://www.apostolegc.net/ita/solennita-di-nostro-signore-gesu-cristo-re-delluniverso/