giovedì 25 novembre 2021

I DOMENICA DI AVVENTO (ANNO C)

NON PERDERE LO SGUARDO SU DIO!


Iniziamo, con il tempo di Avvento, il nuovo anno liturgico durante il quale la Chiesa ci invita a leggere e meditare il Vangelo di Luca.
L'avvento non è tanto un periodo dell'anno ma una dimensione della vita: è la certezza che l'Oltre, l'Altissimo, il Nuovo, una nascita, sta per avvenire in noi, così come ci racconta il brano evangelico odierno.
L'avvento però si può trasformare in spavento perché è l'irruzione del non aspettato, del diverso, dell'altro da noi. E sappiamo benissimo cosa significhi ai nostri giorni la novità: subito mettiamo le mani in avanti, tendiamo a respingerla, a temerla. Invece, come abbiamo ascoltato dalla Liturgia della Parola di questi giorni, dobbiamo «risollevarci e alzare il capo», che significa abitare responsabilmente le vicende storiche cercando di stare a testa alta.
Nella prima domenica di Avvento, la Liturgia della Parola usa tradizionalmente presentare la memoria della prima venuta di Cristo e la profezia del suo ritorno.
Il linguaggio che viene utilizzato è del genere apocalittico, ma il messaggio non riguarda una catastrofe o la fine del mondo.
Magari questo linguaggio non ci appartiene, anzi quando si parla di
catastrofi, la stessa pandemia, cambiamenti climatici, alluvioni o profezie varie, pensiamo a tutto tranne a Cristo Gesù. Eppure il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna che «Ignoriamo il tempo e il modo in cui avranno fine la terra e l’umanità, e non sappiamo il modo in cui sarà trasformato l’universo. (Gaudium et Spes, 39) [CCC 1048]. E noi, ancora oggi, stiamo a fissare date che indicano la fine del mondo, a dare credito a tante voci ma non ascoltiamo la Parola di Dio: non lasciamo che sia il Signore a condurci per mano.
L’Avvento viene sempre indicato come un “tempo di attesa” e la parola “attendere” indica proprio questo “tendere verso qualcosa o qualcuno”. C'è quindi un movimento, ma tutta la Parola di Dio è sempre in movimento.
Osservando il brano evangelico, esso si presenta in due blocchi, quasi ad indicarci non la fine ma il fine e soprattutto come viverlo. Il vangelo oggi, con questo linguaggio strano, ci invita ad alzare lo sguardo, a saper guardare quanto ci circonda senza perdere lo sguardo su Dio.
Gesù si trova a Gerusalemme e per lui si avvicina la passione. I Vangeli Sinottici fanno precedere il racconto della passione, morte e risurrezione con un discorso escatologico. Quindi sono eventi da leggere alla luce della Pasqua. Il superstizioso che legge questi discorsi sugli eventi futuri è preoccupato di fuggire ma solo perché ha paura e non si lascia illuminare dalla Pasqua del Signore.
Questo non è un tempo per fuggire, ma un tempo per esercitarci ad “attendere”, a volgere lo sguardo verso Cristo: orientarci verso l'incontro definitivo con Lui.
Abitualmente quando parliamo di Avvento, pensiamo subito al Natale. Già il consumismo lo anticipa un paio di mesi prima. Però sarebbe riduttivo se il cristiano la pensasse così: ci orienterebbe in una direzione sbagliata. 
Il messaggio del Natale e dell’Avvento è saper leggere il senso della storia, cioè dove la storia va a finire, coglierne il compimento e la piena realizzazione. Questo è il senso di celebrare l’Avvento. Tutti siamo invitati a cogliere il senso della storia, a cogliere il senso del presente per orientarlo verso il futuro; conoscere il nostro “traguardo” significa conoscere la direzione da intraprendere “oggi”. Questo interessa all’Evangelista e questo ci invita a meditare e a vivere, senza avere paura delle difficoltà della vita. Occorre scrollare di dosso i vari pesi che soffocano il cuore e magari rallentare il passo per alzare lo sguardo.
Ecco allora l’importanza della preghiera in questo tempo forte dell’anno liturgico. Facciamo in modo che non si tralasci, è importante insieme alla vigilanza, perché rinsaldi i cuori ed esclamare con tutto il cuore: «A te, Signore, innalzo l’anima mia, in te confido» (Sal 24).
La venuta del Figlio dell’uomo non è qualcosa di tremendo. L’incontro con il Signore, è il compimento di ogni desiderio. Per questo Paolo scrive che «vivere è Cristo e il morire un guadagno» ed è combattuto dal desiderio di «essere sciolto dal corpo per essere con Cristo» (Fil 1,21-24).
Con questa prima domenica di Avvento impariamo che il Vangelo è sempre attuale. Facciamolo diventare vita della nostra vita, in particolare quando il mondo ci crolla addosso e siamo assaliti da comodità e pensieri fuorvianti.
Prendiamo in mano il timone della barca. Restiamo vigili e in preghiera. Chiediamo la forza giusta per smussare quell’affanno terreno che dissipa i cuori, che ci distrae e impedisce di vivere l’attesa gioiosa del Signore che è misericordia e vita nuova.

Buona domenica nel Signore a tutti voi!



 
immagine: https://liturgia.chiesadibologna.it/domenica-i-di-avvento-anno-c/