venerdì 24 dicembre 2021

NATALE DEL SIGNORE (Messa del giorno ANNO C)

DIO È VENUTO AD ABITARE IN MEZZO A NOI

Celebriamo il Natale del Signore. In questo giorno, anche se l’abbiamo ascoltato questa notte, si eleva ancora una volta un solo grido: OGGI È NATO PER NOI IL SALVATORE! Sì, ancora oggi tutti dovremmo gridare così. È un grido che deve scorrere per le strade, per ogni via e soprattutto in tutti i cuori.
Questo grido non appartiene alla data odierna, ma è il grido di ieri, di oggi, di sempre che ci fa fare il cammino «da principio». Perché tutto ruota attorno a lui, al Verbo del Padre: Gesù.
Il Vangelo odierno è secondo l’evangelista Giovanni che per noi raccoglie l'evento. Egli ci riporta al «Principio» dove il Verbo, cioè la Parola di Dio, che è eterna, luminosa e beata, si immerge nella nostra miseria umana e con essa vive, per riportarla al suo splendore originario.
Le parole usate dall’evangelista Giovanni sono pesanti al comune sentire, ma Egli non fa altro che ricondurci all'inizio dell'esistere, non solo del Verbo ma anche a quel principio dell'umanità.
Oggi, però, Dio ha voluto dare un principio nuovo all'uomo: se stesso. Questo è il grande amore infinito di Dio che si compendia in un esile Bambino indifeso apportatore di vita per tutti.
Natale contiene in se questo grande dono di Dio che, a sua volta, chiede a noi di incarnarci nelle realtà in cui viviamo.
Natale è in particolare per coloro che soffrono nel corpo e nello spirito. Ogni anno molta sofferenza, di ogni genere, raccoglie questo evento e Dio, l'Eterno e ineffabile Dio, Creatore e Redentore viene a trovarci, viene a nascere in questo contesto, convive con noi, percorre i nostri stessi sentieri e diventerà anche nostro alimento di vita, pane di salvezza. 
Il Vangelo ci parla anche di una umanità che si divide in due. Un anticipo del ministero pubblico di Gesù quando il suo uditorio si spaccherà in due: tra chi lo accoglie e chi lo rifiuta.
Il mistero del Natale però se è accolto in sincerità di cuore ci dona quel potere di «diventare figli di Dio» così come ci dice l'Evangelista. Ma chiediamoci. Perché tanta attesa se poi lo rifiutiamo? Se poi non c’è posto per Gesù? Eppure nel cuore di ogni uomo e donna ci sta quella nostalgia di pace, nostalgia di amore. Per questo ci viene ricordato che “Il Natale è un'opportunità privilegiata per meditare sul senso e sul valore della nostra esistenza” (Papa Benedetto XVI).
Contemplare il mistero del Natale non è altro che fare una verifica dei fatti e lasciare che ciascuno di noi possa avere quella possibilità di “condividere, nella conoscenza e nell'amore, la vita di Dio”.
«Il Verbo si è fatto carne». Parole che contengono un'assunzione umana. Mediante un corpo nato da donna, tutta la realtà fragile dell'uomo, quella realtà limitata e vulnerabile, coi suoi limiti, coi suoi dubbi e coi suoi perché, coi suoi momenti belli e tragici che la vita ci fa sperimentare ogni giorno, Dio è l'Emmanuele, il Dio con noi che si immerge nella miseria umana e con essa vive, per riportarla al suo splendore originario. 
Questo è l'annuncio che giunge a noi, ancora una volta, da Betlemme. Un annuncio da vivere nella vita di tutti i giorni: «Poiché la Vita si è fatta visibile» (1Gv 1,2).
In questo giorno di Natale e per tutto il periodo Natalizio, tutta la Parola di Dio ci parla di quella semplicità e umanità racchiusa nel Bambinello di Betlemme e quella tenerezza si espande verso tutto e verso tutti. Il dialogo di Dio con noi, continua.
L'umanità, ogni credente, dovrà dare una risposta, perché Natale è la risposta dei cuori. Sta a ciascuno di noi, con le proprie capacità, darla. Non dipende da altri, ma da se stessi, dal proprio cuore, un cuore sincero capace di accogliere chiunque, di amare.
Dio si è fatto carne in ogni nostra situazione di vita: bella o brutta che sia. Questo è l'angolo di Dio, il Natale del Signore.
Non è una questione di atmosfera magica. L'unica atmosfera è l'amore di Dio per ciascuno. A ben ragione diceva san Leone magno: “non c'è nessun spazio per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita, una vita che distrugge la paura della morte e dona la gioia delle promesse eterne”. Ed è proprio in questa bellezza che va orientata la nostra vita.
Apriamoci allora all'amore, alla speranza, alla gioia. È Natale se il nostro cuore si apre al nostro fratello, alla nostra sorella, al nostro vicino di casa, al povero che ci vive accanto, che ci passa accanto.
Potremo sperimentare «la grazia di Dio apportatrice di salvezza» (Tt 2, 11) se Cristo nasce, lo facciamo nascere veramente nella nostra vita, in questo Natale.
Il «Principio» cui richiama l'Evangelista Giovanni è il vissuto del Natale, dell'Incarnazione. Non della neve, delle luci, delle campane a festa e del consumismo ma quella di un cuore che ama sempre. Questo è di fatto il Natale!

Santo Natale di cuore a tutti voi!