lunedì 3 gennaio 2022

EPIFANIA DEL SIGNORE (ANNO C)

EPIFANIA NELLA QUOTIDIANITÀ

Celebriamo l'Epifania del Signore, cioè la sua manifestazione a tutti. Già il giorno di Natale è una manifestazione di Dio, come pure il battesimo del Signore che celebreremo domenica prossima. Quindi l’Epifania è il prolungarsi del giorno di Natale, la sua prima manifestazione a tutti noi.
Dell'Epifania è rimasta ancora nell'aria per i nostri bambini la festa del carbone, dei cioccolatini o qualsivoglia di regali ed è giusto che sia ricordata per loro sotto quest'aspetto, educandoli, però, al cuore della fede. Per i cristiani, adulti nella fede, è la festa dei cuori rinnovati, dei cuori che hanno incontrato il Signore e lo hanno seguito. Infatti, l'Epifania è il giorno in cui ci muoviamo verso Cristo per fare con Lui un cammino particolare.
Questa festa è per tutti, perché l'Epifania del Signore è per tutti. Anche il Vangelo è per tutti e non riservato ad una cerchia di persone se no non sarebbe Vangelo. Non ci sarebbe la Lieta Notizia, una novità per il mondo, ma solo un mondo fiscale che stabilisce se sei dentro o fuori.
Il cuore della fede in Cristo Gesù ci fa incontrare i tre re (o più, non sappiamo) che dall'oriente vanno a Betlemme per rendere omaggio al Re dei re, a Gesù bambino. Chi sono?
I tre re sono pagani, venuti da lontano per adorare Gesù, classificati come magi, sacerdoti persiani, astrologi, e che nel segno di una stella qualcosa li muove interiormente oltre che fisicamente.
Queste persone ci rappresentano ogni qualvolta, che come loro, ci mettiamo o desideriamo metterci alla ricerca di Dio.
Il Vangelo però non presenta solo i magi, come esempio per la nostra vita, annota anche l'aspetto negativo nella persona del re Erode ogni qualvolta che ci agitiamo, ogni qualvolta che montiamo in superbia, ogni qualvolta il nostro cuore è invidioso o preso dall’odio verso l'altro: noi siamo degli Erode che tramano la morte dell'altro.
Eppure la luce del Natale del Signore porta solo pace al nostro cuore se viene accolta, diversamente fa rimanere nelle tenebre, nell'ignoranza, nell'errore.
Celebrare l'Epifania del Signore è accogliere la luce del Signore nella piccolezza, significa entrare in quella casa dove vive la Sacra Famiglia. Celebrare l'Epifania del Signore significa entrare in una nuova dimensione di vita.
Il cammino però si presenta lungo. Il proposito può essere buono perché camminare e cercare Dio significa offrire il meglio che abbiamo lasciando trasformare la propria vita.
Una volta entrati in quella casa, il cammino non termina. Non è terminato per i magi e non termina neanche per noi. Perché entrare in quella casa significa non solo incontrare Dio, ma cercare una nuova via, quella di Dio, per annunciarlo a tutti!
Un proverbio tradizionale ci fa ripetere puntualmente che “con l’Epifania tutte le feste vanno via”. Sì, riprende la scuola, finiscono le vacanze, per chi ha un lavoro riprende o continua ma in realtà l’Epifania del Signore continua nella vita. Qui inizia la festa, perché inizia il cammino che parte da un incontro rinnovato, un incontro che si fa desiderio di incontrarlo, perché Lui è per tutti e non basta essere vicini per incontrarlo.
Nel Vangelo odierno, notiamo la differenza che usa l'evangelista Matteo nel cammino della fede tra luce ed ombra, tra i Magi ed Erode. Abbiamo la luce che i Magi accolgono e seguono e le tenebre in cui rimane immerso l’ansioso ed orgoglioso Erode insieme agli scribi e ai farisei.
Anche oggi c'è un Erode di turno. Forse può essere uno di noi! Non basta essere nati in una nazione culturalmente cristiana (anche se oggi, purtroppo, non ci riconosciamo tali), “fare delle pratiche religiose” o corsi teologici per essere cristiani. Non basta recitare rosari o preghiere varie, appendere immagini sacre in tutti gli angoli delle nostre case e nemmeno andare a Messa tutte le domeniche, per dirci uomini e donne di fede. Una cosa è fare i cristiani, altra cosa è essere cristiani!
L’accoglienza di Gesù nella nostra vita esige un sì, una partenza, un desiderio, una ricerca, un annuncio; così come fecero quei magi.
Forse ci manca ancora quello spirito natalizio che ci prende per mano conducendoci tutto l'anno fino al prossimo Natale. Allora, coraggio, come i Magi, alziamo lo sguardo verso Cristo nostra stella. Usciamo dagli schemi personali o tradizionali, usciamo dal nostro io puntando lo sguardo oltre l'orizzonte.
Come i Magi, entriamo in casa cioè in quel mistero del Bambino insieme a Maria e Giuseppe: guardiamolo, contempliamolo, lasciamoci stupire da quella piccolezza non per tentare di ucciderla ma per poterla vivere nella vita di tutti i giorni.
Simbolo di questo sono i tre doni che vengono messi ai piedi di Gesù, che ci richiamano all'esistenza quotidiana da vivere con le buone opere, con l'orazione e col sacrificio.
Lasciamo che il Bambino di Betlemme riempia il cuore di quella gioia che solo Lui sa donare e che nessun Erode può distruggere!
Inoltre, impariamo dai magi a lasciarsi incontrare dal Signore; ad essere uomini e donne liberi da ogni inganno, perché resi uomini e donne nuovi, capaci di avere in sé un nuovo cielo e una nuova terra, capaci di trovare nuove strade, e annunciare con gioia a tutti la vita eterna, quella che è presso il Padre e che si è manifestata a noi (1Gv 1,1-2).

Buona festa dell'Epifania del Signore a tutti voi!





immagine: https://www.laikos.it/2020/01/06/epifania-del-signore-i-magi-riconoscono-la-regalita-di-gesu-nellanti-regalita/