giovedì 27 gennaio 2022

IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

 DIO IL REGALO PER ME, OGGI!


«Oggi si è compiuta questa scrittura che voi avete ascoltato con i vostri orecchi»
. Così domenica scorsa, se ricordiamo, avevamo lasciato al nostro cuore queste parole di Gesù.
In queste parole ogni gesto significativo attualizza la Parola. Ora riprendendo da quelle stesse parole, osserviamo qualcosa di strano: per Gesù si è messo male. Quanto Gesù detta al cuore dei presenti, suscita una reazione negativa nei suoi compaesani: indignazione, scetticismo, invidia prendono il sopravvento sullo stupore iniziale e considerano Gesù un presuntuoso, etichettandolo a vita.
Quello che la gente del tempo non riesce a vedere e a comprendere in Gesù è la novità di Dio per l’umanità e la novità incute sempre paura, mette a nudo chi veramente siamo.
Ora, tutto questo sembra ripetersi anche ai nostri giorni. Le novità della vita come la pandemia, i venti di guerra, i litigi in famiglia sono tutti tempi in cui paura, disunione, odio hanno il sopravvento su tutto: viviamo tempi in cui la Parola di Dio è assente nella nostra vita e magari diamo subito colpa a Dio, diciamo che Dio è assente oppure non esiste. Ecco anche noi, come i concittadini di Gesù, andiamo dicendo che non vediamo questa salvezza e magari pensiamo di essere a posto con la coscienza, di sapere tutto su Dio, di possedere Dio. Siamo più dalla parte del nostro io, del nostro modo di agire che dalla parte dell’amore che Dio ha per noi. Sembra che Dio debba fare ciò che noi gli chiediamo, sembra che Dio debba seguire noi e i nostri pensieri e non il contrario.
Il Vangelo però non è un romanzo da leggere e poi collocarlo nella libreria di casa, tanto l’abbiamo letto, lo conosciamo già. Non basta sapere qualcosa di Gesù per dire che lo conosciamo. Per i compaesani di Gesù bastava dire che Gesù è il figlio di Giuseppe che per loro dicevano tutto. Noi come conosciamo Gesù? Fino a che punto? Lasciamo che la sua vita, le sue parole parlino al nostro cuore? Oppure siamo tra quelli che si aspettano da Gesù solo effetti speciali?
Anche Geremia, chiamato da Dio per annunciare la sua Parola, diviene subito segno di contraddizione per il popolo ripiegato su se stesso, che cerca pace e salvezza in altre cose, così come facciamo ancora oggi.
La Parola che abbiamo ascoltato sottolinea che chi segue il Cristo vivrà esposto all'insuccesso, all'emarginazione, alla solitudine. Purtroppo, quanta fatica facciamo nel farci disturbare da quella profezia annunziata dall’umile “figlio di Giuseppe”! Quanto ci è scomoda la Parola di Dio. Preferiamo le mezze misure!
Proviamo per un momento a fermarci e a pensare alle delusioni nella nostra vita, alle ferite, alle sofferenze; se tutto questo non è accompagnato da uno sguardo rivolto verso il Risorto è un continuo ripiegarsi su se stessi, una ribellione del cuore.
Nelle parole del Vangelo di questa domenica ci sta una novità: la novità di Dio amore, un amore sconfinato. Purtroppo è sempre quest’amore di Dio che noi continuiamo a buttarlo fuori dalla nostra vita, a portarlo sul ciglio del burrone e lasciarlo cadere giù, ma dimentichiamo che l'altezza fa venire le vertigini e le vertigini non è paura di cadere, ma voglia di volare!
Dio ha questa voglia di volare nei nostri cuori e di conseguenza farci volare nel cuore dell'altro, soprattutto dell’emarginato, nel cuore degli ultimi. Questo è l’amore di Dio: volare sul cuore di tutti, volare sul cuore di quanti lo cercano con cuore sincero, perché nel cuore di Dio c’è posto per il pagano, per il pubblicano, per il peccatore, per questo Gesù ricorda la povera vedova del tempo di Elia e Naaman il lebbroso guarito al tempo di Eliseo.
Bello questo finale a sorpresa da parte di Gesù. Egli si gira, non fugge, passa in mezzo a loro quasi a lasciare una semente nel solco della loro vita e si mette in cammino.
Dio amore cammina anche in mezzo al rifiuto, non lo si può bloccare, così come cantava Giorgio Gaber: “sei un alito di vento che non si può fermare”, anzi sarà il vento di Dio a renderci capaci di volare!
Questo è l’”oggi” della Parola: invitarci in ogni istante ad aprirci alla fede e lasciarci coinvolgere nel dono di Dio. È l’oggi di cui parla il Signore, il regalo che Dio mi fa nel mio oggi.
Rivediamo il nostro rapporto con il Signore, lasciamoci interpellare dalla sua Parola. Non vergogniamoci della nostra fede, piccola o grande che sia ma continuiamo a volgere il nostro sguardo verso Gesù, verso l’Amore per sentirci sempre figli amati da Dio.

Buona domenica nel Signore a tutti voi!




immagine: https://www.sangiuseppesanbiagio.it/2022/01/25/iv-domenica-del-tempo-ordinario-anno-c-30-gennaio-2022/