mercoledì 21 settembre 2022

XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

OLTRE IL PROPRIO MONDO

 
Anche questa domenica continua il discorso sull'uso dei beni, di quei beni dono del Signore alla nostra vita, quasi ad indicarci come il problema sta a cuore all’evangelista Luca. Già domenica scorsa Gesù ci ammoniva: "Nessuno può servire due padroni: odierà uno e amerà l'altro, oppure si affezionerà ad uno e disprezzerà l'altro".
Sono parole indirizzate ai discepoli, ai battezzati, a quanti si vantano del nome cristiano, parole che implicano una scelta di vita seria e concreta. Non è facile, infatti, vivere una vita cristiana, seguire Cristo. È importante fin dall'inizio pregare perché possiamo aderire pienamente alla Parola di Dio ed evitare di restare insensibili, come il ricco epulone.
Il brano evangelico riguarda due persone specifiche. Un ricco, non è identificato, e un povero che invece ha un nome, un’identità precisa: Lazzaro. In poche righe vengono delineate la personalità dei due protagonisti. Il ricco non è solo ricco, che di per sé sarebbe poco significativo, ma è una persona che si compiace del suo “status”: egli giace alla tavola del suo peccato.
Lazzaro invece lo troviamo “gettato” (traduzione letterale) sulla soglia della porta, cioè in quel luogo di passaggio, dove si entra e si esce, dove si accoglie e ci si incontra, l’apertura che ci indirizza verso l’altro. Due modi e stili di vita, dove forse dimentichiamo che la vita, nel suo percorso, è uguale per tutti e per i due prima o poi arriva la morte (la livella di cui parlava Totò) che si compirà però con un esito diverso: Lazzaro è accompagnato dagli angeli nel “seno di Abramo”, mentre il ricco verrà sepolto.
Gesù ci presenta questa parabola perché lo "status" dell’uomo ricco assomiglia ad alcuni aspetti particolari della nostra stessa vita. Ovviamente non entrano in scena coloro che ogni giorno lottano per portare un pezzo di pane a casa, coloro che vivono di quanto necessitano, mi riferisco a coloro che vivono di quell'avere ingordo, senza sapere a che fine, senza nessun amore!
Quante volte, anche in altre occasioni, cristiani che - magari legati anche ad una associazione laicale - litigano fra di loro e poi non si guardano più in faccia, se si salutano lo fanno a malapena perché ognuno cerca la sua ragione racchiusa nel proprio orgoglio!
Ricordiamo che ogni scelta che facciamo, lo stile di vita che conduciamo, stabiliscono la nostra eternità.
Il brano è molto duro e richiama la nostra attenzione al discernimento.
Una possibile riflessione passa attraverso questa domanda: quante volte ci accorgiamo di quanto ci circonda? Solo a Natale e Pasqua? Solo quella volta che un sacerdote ci "raddrizza"? Sembra poco, riduttivo e passeggero per poi dimenticare. Proprio il tipico atteggiamento del ricco del Vangelo che non cambia neanche dinanzi al giudizio di Dio.
Ogni battezzato è chiamato a stringersi all'amore di Dio, uno stringersi a Lui come un bambino al petto della propria madre e non la vuol lasciare, perché è vita. Ecco perché è chiamato nella vita di ogni giorno a lasciar cadere su quanti necessitano briciole d'amore.
Dio si compiace di un cuore generoso che si dona e non di cuori che perdono il lume della ragione pensando a riempirsi a più non posso credendo di essere gli unici al mondo.
Nella vita, "il primo miracolo è accorgersi che l'altro, il povero esiste" (Simone A. Weil). Il cammino della fede inizia dalle piaghe del povero, carne di Cristo, corpo di Dio. Sarà forse difficile, impossibile ma sarà la fede che possediamo a renderla facile, possibile. Infatti, solo quando nel nostro cuore affiora la consapevolezza dell’esistenza dell’indigenza dell’altro, troverà il modo di donarsi in quella situazione dolorosa e ingiusta.
Un grande santo della carità, san Vincenzo de' Paoli ci ricorda: "Se stai pregando e un povero ha bisogno di te, lascia la preghiera e vai da lui. Il Dio che trovi è più sicuro del Dio che lasci".
Il messaggio è chiaro: Dio non ce l’ha con qualcuno specifico ma ci sta invitando tutti a valutare bene la nostra vita. Ci sta dicendo: cosa è importante nella propria vita? Non esiste solo il proprio mondo ma di accorgersi di chi ci passa accanto, che “C'è tutto un mondo intorno che gira ogni giorno” (come recita una canzone del 1979) ed è in questo mondo che dobbiamo entrare mettendo Lui al centro di tutto e non quanto di effimero esista al mondo.
Ecco la conversione a cui richiama l’evangelista Luca, quell’apertura del cuore a Dio e ai fratelli, l’attenzione a scoprire la Sua presenza nella Sua parola e in ogni cosa, che tutti siamo dentro un grande progetto d’amore, obbedendo al suo insegnamento e portando avanti una vita come missione d’amore.
Nelle nostre scelte lasciamoci sempre guidare dall'azione dello Spirito Santo, anche se ci sentiamo “gettati” sulla soglia della porta di qualcuno. Il Signore ha sempre parole sagge per la nostra vita spirituale, per la vita di ogni giorno e ci da quel coraggio necessario per fare scelte coraggiose, per vivere la giustizia e l'amore.

Buona domenica nel Signore a tutti voi!