giovedì 24 novembre 2022

I DOMENICA DI AVVENTO (ANNO A)

«SVEGLIAMOCI!»


Iniziamo il tempo di Avvento, iniziamo il nuovo anno liturgico. L'Avvento è il tempo di attesa, un periodo particolare che ci invita a ripercorrere e a rivivere la storia della nostra salvezza attraverso il ciclo liturgico. È un tempo in cui ci possiamo soffermarci per fare discernimento e capire chi è Dio nella mia vita, per capire a che punto è la mia fede; infatti, tutti viviamo una sorta di incompletezza, qualcosa o qualcuno manca alla nostra vita.
Il tempo di Avvento ci introduce nelle celebrazioni del Natale del Signore. Però non segna esclusivamente questo particolare nella vita della Chiesa (noi siamo abituati che qualcosa segni l'arrivo di una festa, esempio: le luci in strada, nelle vetrine, i mercatini) e dal Vangelo possiamo osservare che quanto ci narra Matteo, non riguarda solo la nascita di Gesù, il suo Natale, Egli ci mette in ascolto di uno dei "suoi" cinque discorsi escatologici, dove ci dice che il Signore Gesù è venuto nella storia e tornerà nella gloria e al centro ci siamo noi chiamati a rendere presente il Signore.

Per questo motivo, con un discorso devastante, magari fuori luogo, perché in questo momento molti di noi cominciano a pensare alla festa natalizia e quindi alle varie spese da fare per questa occasione annuale.

Purtroppo, arriva questo clima natalizio e puntualmente arriva il “diabete spirituale”, anche per quei giovanissimi che hanno ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana e che non frequentano la comunità. Anche loro, grazie agli adulti, preferiscono vivere come ai tempi di Noè, preferiscono vivere la “secolarizzazione” inducendo a credere a quella tentazione del diavolo: “solo di pane vive l’uomo”.

Questo ci dice che su molti cristiani si spegne la luce della fede e il senso della vita.

Abbiamo tutti bisogno di interrogarci, di lasciarci prendere per mano dalla Parola per fare un focus sul nostro percorso: “ti stai accorgendo di quanto accade intorno a te?” “o ti ritrovi come ai tempi di Noè che non si accorsero di nulla?”.

L’evangelista Matteo sottolinea che «non si accorsero di nulla» perché il cuore è altrove e la mente è ubriaca da mille voci.

Anche oggi si vivono i tempi di Noè, continuiamo a non accorgerci che “La grande malattia del nostro tempo è l’indifferenza, la superficialità, la banalità, che sconfina nella volgarità” (G. Ravasi) e nonostante tutto questo caos vi è una irruzione di Dio e Matteo dice che «verrà come un ladro». Ecco qui l’attesa, una parola la cui declinazione è amare, perché solo nell’amore vi è quel desiderio ardente di incontrare, attendendo, l’Amato, di essere puntuali all’appuntamento.

Questa è la vita cristiana, ogni giorno è giorno di vigilante attesa nell’amore! Per questo non è pensabile perdere neppure un istante della vita in ciò che ci allontana dal Signore!

Purtroppo, ogni giorno che passa ci vede incapaci di attendere e quindi perdiamo il nostro orizzonte, perdiamo la nostra via e Gesù per noi è «via, verità e vita» (Gv 14,6). Vogliamo tutto e subito, a qualsiasi costo. Non siamo capaci di gustare la vita così come il Signore ce l’ha donata. Non siamo capaci, a nostra volta, di essere dono per l’altro. Esiste solo il proprio mondo e guai a chi vi entra.

Il vero cataclisma, il vero diluvio è dentro di noi. San Paolo nella seconda Lettura ci invita a “svegliarci dal sonno” (Rm 13,11), ci invita a smuoverci, a non restare chiusi in sé stessi ma di stare attenti ai segni dei tempi, perché l'insensibilità spirituale conduce alla rovina. Il mondo con tutto ciò che contiene non è realtà assoluta, non possiamo lasciarci assorbire da esse, svegliamoci! È l’ora di sentirci popolo di Dio, popolo amato da Dio, popolo salvato da Dio e che continuamente salva.

Qui nasce l’invito alla vigilanza. Chi è vigile è colui che sta in guardia, che sta in campana, che è capace di guardare oltre l’orizzonte, che è capace di scrutare i segni dei tempi nella vita di ogni giorno, con prontezza e con spirito profetico. Colui che vigila è capace di amare.

Il cristiano è chiamato a vigilare perché Dio stesso vigila sull'umanità, amandola profondamente. Egli si fa sentire nel cuore di ciascuno di noi, si rivela a ciascuno di noi indicandoci la via, accompagnandoci lungo il cammino.

Anche noi siamo chiamati a collaborare a questa storia d'amore con il nostro “sì” e non con i nostri “se”, perché si possa attualizzare il Regno di Dio che viene, oggi, in mezzo a noi.

Celebriamo allora l'inizio dell'avvento attendendo il Regno di Dio, con quella consapevolezza e certezza che offre un senso alla propria vita, al tempo che viviamo, perché siamo figli della luce, capaci di amare.

Ci aiuti lo Spirito Santo a intraprendere le vie di Dio aprendoci sempre a scelte concrete, illuminando la nostra quotidianità, a volte troppo vuota e senza significato, e farci arrivare all'appuntamento decisivo pronti e gioiosi con il Signore della vita e della storia.


Buona domenica nel Signore a tutti voi!