giovedì 10 novembre 2022

XXXIII DOMENICA TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

SALDI NELLA FEDE E OPEROSI NELL'AMORE


Siamo alla penultima domenica dell'anno liturgico e il Vangelo di questa domenica, ancora una volta, richiama le realtà ultime. Cosa sono? Quante volte sentiamo parlare di realtà ultime?
Forse ne abbiamo sentito parlare in passato con il nome di “i novissimi” e cioè “morte, giudizio, inferno, paradiso”, purtroppo poco nella realtà presente, magari abbiamo ascoltato catechesi improntate di più sulla misericordia e il perdono.
Queste realtà ultime non devono essere velate dalla nostra vita di fede, anche se oggi, purtroppo, la società vive in una perenne paura di queste realtà, tanto da non vivere bene la fede cristiana e quindi a questi “stati” di vita non ci pensa più e, forse, fa di tutto per evitarle. Come del resto, molte sono state le “provocazioni” che il Signore ci ha offerto nel corso di questo anno liturgico e forse qualche volta abbiamo anche noi tentato di far finta di non capire o deviato per altri piaceri. Come pure, di aver ascoltato “falsi profeti” che ci volevano convincere ad incamminarci sulle loro “strade”, come narra il Vangelo odierno ...  “falsi profeti” che abbiamo incontrato lungo la via, in un bar, nella scuola, in televisione, nella politica, in qualsia piazza della città, nel tempo libero.
San Paolo esorta sempre a rimanere saldi nella fede, perché è la fede che ci permette di prepararci a vivere l’attesa del “giorno ultimo”. «Svegliamoci dal sonno» (Rm 13,11), cioè dal sonno della pigrizia, della comodità, della rassegnazione, del consenso scontato alle opinioni dominanti e alla moralità corrente. San Paolo con questo monito esortava i credenti di Roma ad accogliere la salvezza, a tenersela stretta, una salvezza che non era lontana dalla loro esistenza ma molto vicina.
Queste per ciascuno di noi sono esortazioni a camminare nella luce del Signore. E noi cosa facciamo? Invece di essere saldi nella fede, di afferrare la salvezza, ci aggrappiamo alle mille voci mondane che descrivono la fine del mondo. Qui possiamo citare le sette, i documentari, le grandi calamità naturali, le guerre, anche la stessa pandemia è passata come la fine del mondo.
Eppure, tutto ciò deve accadere, tutto ciò è il preludio della salvezza, anche se possiamo restare perplessi sul modo di arrivare alla vita eterna. Il Vangelo stesso ci dice che queste cose sono da sempre e sempre ci saranno. Quindi il nostro sguardo deve essere ben altro, il nostro cuore deve essere rivolto verso un bene maggiore e soprattutto che non debba inasprirsi, angosciarsi, anche se i fatti della vita possono condurci a perdere la fiducia in Dio, negli uomini, e a guardare al futuro con pessimismo e con paura, come se veramente stessimo vivendo la fine del mondo.
Gesù tutto questo lo sorvola facendo un gioco di parole, cercando di farci capire che non dobbiamo pensare sulla fine del mondo ma sul fine del mondo. Siamo chiamati a cercare, autenticamente, il Regno di Dio, iniziando dalla Croce di Cristo Gesù.
Il Signore che ci ha creato per amore ci chiede di sentirci amati, di amare, di rigenerarci come le foglie di un albero che si ingialliscono, che cadono per terra perché lo stesso albero possa rinverdirsi.
Il cristiano è l'uomo di oggi che, nonostante le piaghe del mondo, cammina con perseveranza verso il premio eterno. Gesù incoraggia a camminare con perseveranza. Ogni volta che viviamo obbedienti e perseveranti nella Parola, se crediamo nella vita eterna, noi ci avviciniamo all'assoluto di Dio, alla comunione con Dio.
Ogni giorno è una pena, un affanno, ma il Signore con la sua Parola ci incoraggia e ci invita alla speranza perché «nemmeno un capello del nostro capo andrà perduto» perché abbiamo un Dio innamorato di noi.
Il nostro fare Eucarestia ogni domenica (o tutti i giorni), è un impegno che conferma il nostro camminare nella perseveranza e nella fedeltà allo stesso amore che il Signore ha per noi, perché questo mondo sia liberato da ogni inganno, da ogni violenza con la preghiera personale come “grido” verso di Lui, e con atteggiamenti concreti di carità verso il prossimo.
Certo non è così facile. Infatti, Gesù stesso ci dice che avremo persecuzioni. Oggi le statistiche non sono belle: è stato registrato 50 paesi in grave o estreme violazioni contro i cristiani. Abbiamo circa 400 milioni di cristiani perseguitati ma molte notizie non ci arrivano. Inoltre, esiste una nuova persecuzione: allontanare diplomaticamente i cristiani dalle loro comunità. Però anche se le statistiche destano preoccupazioni, restiamo saldi nella fede in modo da poter guardare con fiducia il mondo redento da Cristo. Solo chi vivrà di Lui sarà salvo.
Viviamo allora le profondità dello Spirito che abita in noi. Il cristiano vive «nella sapienza dello Spirito Santo. Lo spirito di Dio ci aiuta a giudicare, a prendere decisioni secondo il cuore di Dio. E questo spirito ci dà pace, sempre! È lo spirito di pace, lo spirito d’amore, lo spirito di fraternità. E la santità è quello che Dio chiede ad Abramo: “Cammina nella mia presenza e sii irreprensibile”» (Papa Francesco).
Preghiamo perché possiamo vivere il nostro tempo non da curiosi o da fuggiaschi; il Vangelo odierno ci vuole mettere in una strada seria con le sue sfide autentiche anche fatte di tribolazioni. Ci sta preparando a usare lo stile di Dio che è lo stile dell’amore, che non appartiene alla mondanità, ma a Dio, Signore del tempo e della storia
 
Buona Domenica nel Signore a tutti voi!