giovedì 5 gennaio 2023

BATTESIMO DEL SIGNORE (ANNO A)

RIPARTIRE DAL PROPRIO BATTESIMO


Con la celebrazione del Battesimo del Signore, si chiude il ciclo liturgico del tempo di Natale.
Troviamo uno stretto legame tra il giorno di Natale e il giorno del Battesimo di Gesù. A Natale abbiamo visto il volto di Dio amore che si fa bambino, si fa uno di noi. Oggi, invece, Gesù adulto, l’Emmanuele, si lascia battezzare da Giovanni Battista, ovvero condivide fino in fondo la nostra condizione, viene immerso nella realtà umana per essere con tutti gli uomini, in modo che nessun uomo sia più solo, soprattutto là dove è più solo: nel limite, nella morte, nel peccato.
In questi due aspetti abbiamo l’unico volto di Dio che splende su tutti noi perché potessimo ottenere salvezza, così come professiamo nel credo: “per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal Cielo”.
Ricordiamoci che la salvezza non è una nostra conquista ma è un dono donatoci da Dio, che si manifesta in quel Bambino nato nella grotta di Betlemme e che da adulto si immerge nelle acque del Giordano. Quindi non è qualcosa che abbiamo acquisito con le nostre forze ma è un dono dall’Alto che arriva a ciascuno di noi, che vince il peccato che è in noi, una salvezza che distrugge per sempre la morte, una salvezza che ci dona quella prospettiva della vita eterna.
Questa celebrazione del Battesimo di Gesù ci aiuta a ricordare il dono più grande che Dio ci ha fatto nella vita: il Battesimo, un sacramento che ci siamo dimenticati, un sacramento che poco alla volta scomparirà perché dimentichiamo che siamo figli di Dio, dimentichiamo questo volto d’amore di Dio per noi, dimentichiamo quelle parole che il Padre disse a Gesù: «Tu sei il Figlio mio, l’amato. In te mi sono compiaciuto», parole che nel giorno del nostro Battesimo, il Padre, ha ripetuto a noi e ce lo ricorda ogni giorno con la sua nascita, con il suo Battesimo, con la sua morte in croce, cioè con un amore sconfinato.
Allora è importante ricordare dal profondo del cuore il giorno del nostro Battesimo. Papa Francesco più volte durante il suo pontificato ci ha ricordato di festeggiare la data del nostro Battesimo, perché tutto per noi inizia da lì e tutto va avanti a partire da quel santo giorno.
Oggi purtroppo si nota sempre più una freddezza, siamo diventati delle isole, vale solo il proprio io l’altro non conta e ci allontaniamo sempre più da Dio, da suo amore. Aderiamo sempre più a blasfemie pensandole lecite e dimenticando ciò che Dio è per noi.
Anche il brano evangelico ci dice che nella nostra vita qualcosa non va, che si è distaccati da Dio e per ricominciare occorre ripartire da un luogo che segna il nostro stare lontano da Dio, che segna la profondità del nostro peccato.
Il Battista riparte dal Giordano, riparte dalla ferialità per un itinerario di conversione del cuore e incontrare il Messia, incontrare la salvezza di Dio fattasi carne, uno di noi, in Gesù di Nazareth.
Oggi, per rinnovare la fede, diventa sempre più necessario la riscoperta del proprio battesimo. Per ripensare la fede, bisogna ripercorrere un itinerario che parte da se stessi lasciandosi incontrare da Dio, lasciandosi toccare dalla Sua grazia.
Ecco qui l'obbedienza della fede: essere fedeli nel lasciare che Dio attualizzi il suo disegno d'amore per tutti.
Nell'immersione di Gesù abbiamo l'anticipo, forse appannato, della sua morte di croce. In quest'immersione ci siamo anche noi. Per questo siamo invitati a rivedere ogni giorno la nostra vita, così come si presenta lasciandoci guidare dalla voce di Dio, dalla sua Parola.
Lasciamo emergere quelle paure che si annidano: tristezze, delusioni, brutture, minacce, complessi vari, difetti fisici o morali... mettiamo nel cuore di Gesù ogni problema che ricama la nostra persona. Rivediamoci tra le braccia di Dio, come un bimbo sollevato da terra e accogliamo il dono dello Spirito Santo. Chi accoglie il dono dello Spirito Santo rinasce e si fa anche lui dono e con essa la gioia e la bellezza della vita diventa dono.
Nel battesimo del Giordano Gesù viene consacrato da Dio Padre re, profeta e sacerdote. Non però mediante l’uso di un olio materiale, ma mediante lo Spirito Santo, definito «olio di letizia» (Sal 45,8).
Lo Spirito Santo è quella letizia che viene da Dio. Nell’unzione del Sacro Crisma noi riceviamo questo dono, che è diverso dal divertimento; infatti, è un aspetto della nostra vita. Il dono di letizia di cui si parla ci dà la capacità di soffrire e, nella sofferenza, di restare tuttavia intimamente lieti in Cristo Gesù (cfr. At 5,41).
Quest'unzione ci invita, usando le parole di san Paolo, a vivere una vita nello Spirito in tutte le dimensioni della propria persona «perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito santo che ci è stato dato in dono» (Rm 5,5). E ancora, si diventa realmente “cristiani”, cioè unti, consacrati, solo se nella vita, come dice Paolo, diffondiamo il buon odore di Cristo (cfr. 2Cor 2,14-16 ) nel fare come fece Gesù.
Ripensiamo allora il nostro Battesimo: immergiamoci nel divino amore della Trinità, in quel «seno» di tenerezza infinita, dove nessun timore può raggiungerci.
In questo giorno del Battesimo del Signore, guardiamo alla Mamma delle mamme. Guardiamo a Maria. Con lei abbandoniamoci felicemente in Dio e con lei accogliamo l'amore del Padre che anche al nostro cuore ripete: «tu sei il figlio mio amato, tu sei mio compiacimento».  

Buona festa del Battesimo del Signore a tutti voi!





immagine: https://www.inpadovatoday.com/musei/cappella_scrovegni.htm