giovedì 16 marzo 2023

IV DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO A)

DAL BUIO ALLA LUCE
 
 
Continua il nostro itinerario di fede verso la Pasqua del Signore e questa sosta domenicale si presenta come un passaggio dal buio alla luce, così come ci ricorda la seconda lettura (cfr. Ef 5,8-14).
Questa domenica, IV di Quaresima, è la domenica laetare, la domenica della gioia così come ci indicano i testi della liturgia. Ma chiediamoci pure: perché domenica della gioia? Per cosa dobbiamo gioire? Tante sono le problematiche della vita, perché gioire? Forse perché si avvicina la Pasqua, la festa della nostra Redenzione e allora gioiamo. Però cerchiamo anche di vivere le varie tappe per godere di questa gioia? Accogliamo il grande amore di Dio verso ciascuno di noi, anche quando la situazione sembra disperata?
Ricordiamoci, nella nostra fatica, che Dio è sempre vicino alla nostra esistenza offrendo salvezza e gioia. Non abbiamo un Dio che sta in disparte ma entra nella nostra storia, si “immischia” nella nostra vita, entra, per animarla con la sua grazia e salvarla. Non lasciamoci spaventare e chiudere dai nostri limiti, dalle nostre fragilità, dalle nostre angosce, dalle nostre inquietudini, non disperiamo ma offriamo al Signore. La gioia che vogliamo ricordare è proprio questa avere accanto, nonostante tutto, un Dio ricco di misericordia, che ci tiene a noi e ci difende come un «prode valoroso» (Ger 20,11).
Ecco perché celebriamo oggi la gioia, perché ci riconosciamo cristiani che accolgono sempre la luce di Cristo nella propria vita: anche in tempi bui, in tempi di calamità, ci riconosciamo figli della Luce, quella luce che abbiamo dimenticato anche con una certa pretesa, così come i farisei del Vangelo.
Questo ci insegna che tante cose nella vita non cambieranno perché dipende molto da noi, dal nostro modo di vedere e vivere la quotidianità.
Per capire questo passaggio, per capire che solo Gesù è Colui che può rischiarare le nostre tenebre, l'evangelista Giovanni, dopo aver descritto la persona di Gesù come l'acqua viva, la sorgente per la vita eterna, adesso, con l’episodio del cieco nato, lo presenta come luce del mondo.
In questo racconto, l'uomo è un cieco che mendica. Gesù passa dalla sua vita, dalla sua sofferenza. Si avvicina!
L'avvicinarsi di Gesù cambia la vita all'uomo, perché il Signore tocca il cuore e non la nostra superficialità e la gente non riconosce questo perché si sofferma in superficialità, per questo lo conducono dai farisei. Qui inizia il processo all'uomo.
Quanti processi all'uomo ogni giorno della nostra vita? Oggi siamo pure critici nell’accogliere la conversione dell’altro. Non crediamo che Dio può operare anche in un peccatore incallito e al suo cambiamento.
Come possiamo dirci cristiani se non crediamo alla grazia operante! Non possiamo far piegare alle nostre idee la realtà solo per difendere il nostro orgoglio. Non c’è peggiore cieco di chi non vuol vedere recita la saggezza popolare. Nel Vangelo nessuno prova compassione per il cieco nato, come nessuno si rallegra per la sua guarigione. Viene evidenziato la negazione dei fatti, pur evidenti agli occhi di tutti. L’unico che ha compassione è Gesù che con “la sua carezza di luce sugli occhi del mendicante diventa carezza di libertà” (David M. Turoldo).
Per questo tutti, soprattutto coloro che si sentono a posto con la coscienza, siamo chiamati anzitutto a guardarci dentro per liberare noi stessi e come cristiani, tornare alla fonte del Battesimo per rivedere quella fede ricevuta e renderla sempre più viva, trasmettendola agli altri.
Occorre allora fermarsi per riscoprire la propria fede. Occorre fermarsi per accogliere il passaggio di Dio, non solo dalla vita degli altri ma soprattutto dalla mia. La quaresima che stiamo facendo è proprio questa accoglienza del passaggio divino. Dio vuole compiere una grande opera nella nostra vita. Occorre fermarsi per mettersi in ascolto. Occorre fermarsi per riconoscersi ciechi. Occorre fermarsi per capire in quale Dio crediamo. Occorre fermarsi per riconoscere chi è Dio nella nostra vita. Occorre amare sempre più e meglio. Ma l'ostinazione è più forte e facilmente continuiamo a fare discorsi farisaici e questo succede tutte quelle volte che attenzioniamo noi stessi continuando a brancolare nel buio.
Siamo chiamati a metterci in gioco senza nessuna resistenza, perché tutti dobbiamo fare il passaggio dal buio alla luce.
Quante paure nella nostra vita. Impariamo a superarle. Affrontiamole nella preghiera, lasciamo che lo Spirito Santo agisca nella nostra vita. Se vogliamo crescere, bisogna disobbedire alle paure che portiamo prima che ci conducano fuori strada.
Questa salvezza è offerta a tutti e tutti siamo chiamati ad aprire il cuore alla novità di Gesù per accogliere il suo tocco d’amore che è il tocco di Dio e vivere così una vita gioiosa.
Lasciamoci illuminare dalla luce di Dio come fece il cieco nato, come lui mendichiamo la luce divina per scorgere la bellezza della realtà salvata e rigenerata da Cristo scoprendoci luce nel Signore e rischiarando la vita di quanti il Signore metterà sul nostro cammino.
 
Buona Domenica nel Signore a tutti voi!






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