mercoledì 24 maggio 2023

DOMENICA DI PENTECOSTE (ANNO A)

LO SPIRITO SANTO CHE DONA FIDUCIA
 
 
Sono passati cinquanta giorni dalla risurrezione di Gesù e quante cose abbiamo vissuto in questi giorni, giorni tra alti e bassi dove abbiamo riconosciuto che il Signore è la via, la verità e la vita e che ci ha insegnato ad amare.
Oggi, il Signore fidandosi di ciascuno di noi ci fa il dono dello Spirito Santo. Non facciamo cadere questa fiducia del Signore in noi. Abitualmente, in ogni azione liturgica, noi riceviamo il dono dello Spirito Santo e spesso e volentieri siamo stati capaci di perdere, di far cadere a vuoto questa forza divina. Oggi, ancora una volta, si rinnova la festa di Pentecoste, è la festa del cristiano adulto nella fede.
Che cos'è la Pentecoste? Possiamo pensarla all'esplosione vitale di Dio in noi, a quel soffio divino che ci fa rinascere. Questi cinquanta giorni che abbiamo vissuto sono stati come una gestazione. Inizialmente la festa di Pentecoste era una festa agraria, l’evangelista Luca però aggiunge una nota di fede: un tempo in cui dopo che il Signore Gesù ci ha accompagnato, con i segni della croce e della risurrezione, ci fa dono di una grande effusione dello Spirito Santo.
La liturgia della Parola di questa solennità ci fa vivere ancora il tempo del Cenacolo. Il tempo che ci vede chiusi in casa, chiusi nelle nostre paure, nelle nostre incertezze, nelle nostre ipocrisie. Eppure, anche in questo contesto, per noi, si rinnova il dono dello Spirito Santo.
Perché questo grande dono in abbondanza? Perché si rinnova? Perché non siamo in grado di portare a termine l'opera del Signore Gesù. Abbiamo bisogno di Qualcuno che ci «ricordi» e che ci «insegni», che ci faccia vedere ogni cosa alla luce di Dio e non all’ombra delle tenebre che fa fare e vedere solo azioni di morte. Abbiamo bisogno di quella forza necessaria dello Spirito Santo per una reale conversione e collaborazione alla costruzione del Regno di Dio ed essere «Pentecoste» nella Chiesa ogni giorno.
Nonostante questa incapacità, lo Spirito del Signore è presente e sarà sempre presente nella nostra vita. Egli è l’inatteso di Dio. È lo Spirito di Dio, lo stesso Dio che si è incarnato, che ha vissuto tra noi (che continua a farlo) e che, fin dall'inizio, ha deciso di essere l'Emmanuele, il Dio con noi, fino alla fine del tempo. È Lui che prende in mano le redini della Chiesa e che passa attraverso categorie che non conosciamo. Egli arriva e ribalta i cuori, ribalta i progetti, ci trasforma.
La Pentecoste cristiana ha diversi richiami, tra cui la vita nello Spirito. Vita che non possiamo improvvisare. Per questo lo Spirito pregato da Gesù è per tutti noi Maestro di vita interiore, che ci purifica, che scalda e ci educa alla disciplina dell'amore e alla partecipazione intima, piena alla comunione con Dio Padre e con Dio Figlio.
Oggi, con questa grande solennità, invochiamo lo Spirito Santo perché segni la nostra vita, perché possiamo vivere la vita cristiana con una grande responsabilità. Con Lui è un ricominciare un nuovo cammino, al cui centro sta la missione di portare a tutti il perdono riconciliante, parlando al cuore dell’uomo.
Per perdonare e perdonarsi occorre lo Spirito Santo. Occorre la sua forza per questo. Siamo sempre pronti a etichettare qualcuno, magari ferendolo a vita ma difficilmente ad accogliere, a risollevare, a perdonare.
Spesso quando si parla di conversione, la prima cosa in mente che ci viene è la preghiera. Subito andiamo alla ricerca di preghiere varie, a fare molte Eucarestie. Tutto utile, per carità, ma se queste non hanno quel principio di conversione, che non mi permettono di andare verso l'altro, di lasciar cadere ogni tipo di orgoglio, lotta, se non mi conducono a una sincera conversione non servono a nulla.
La preghiera, ricordiamolo, è principio del cambiamento della nostra vita e il cristiano, inondato dello Spirito, è l'uomo che pregando va oltre l'orizzonte, perché sostenuto dallo stesso orizzonte di Dio. Ecco perché lo Spirito Santo ci conduce per via ispirandoci «gli stessi sentimenti che erano in Cristo Gesù» (Fil 2,5), per offrirci nella nostra ferialità, la stessa capacità di operare il bene. Non siamo cristiani per fermarci nelle incertezze della vita ma per testimoniare Dio amore. E questo è un compito di tutti i battezzati: far aderire il mondo al messaggio di Cristo Gesù!
Usciamo allora dai nostri cenacoli, che ancora oggi ci lasciano lontani dalle scelte della vita (o li mascherano), rinchiusi in quella paura del rischio perché non crediamo nella potenza divina d’amore, non crediamo ai doni dello Spirito Santo che tradizionalmente sono sette: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore di Dio. Ovviamente non sono solo questi i “regali” di Dio, essi sono infiniti e ci permettono di vivere in maniera sempre più decisa una comunione profonda con Lui affinché la Sua grazia possa esprimersi pienamente nella nostra vita, nonostante le nostre debolezze.
Accogliamo lo Spirito Santo ogni giorno, lasciamo che sprigioni la sua forza e ci porti a conversione. Facciamo in modo che circoli dentro e fuori di noi una nuova fiducia in Dio amore e la sua azione in mezzo a noi. Preghiamo così: Vieni, Santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo amore.
 
Buona Domenica di Pentecoste a tutti voi!