giovedì 1 giugno 2023

SANTISSIMA TRINITÀ (ANNO A)

LA TRINITÀ: UNA RELAZIONE D'AMORE 
 
 
Abbiamo chiuso il Tempo pasquale e ci siamo immersi nel Tempo ordinario, per ricordare questa domenica il mistero principale della nostra fede: la festa della Trinità, un’esperienza particolare dell’amore di Dio.
Pensandoci per un istante, noi celebriamo il ricordo della Santissima Trinità in quel segno abitudinario di tutti i giorni: il segno della croce. Forse è talmente abitudinario, che magari non stiamo a pensare che in quel segno di croce noi troviamo l’espressione di Dio amore.
Più andiamo avanti nel tempo, più non è facile parlare della Santissima Trinità. Anzitutto perché non viviamo lo spirito di comunione. Secondo perché ci gettiamo nei libri, magari articolati in un grande discorso teologico, che facciamo sempre più fatica a coglierne il mistero.  
Oggi, però, tutti siamo alla ricerca di una risposta, non troviamo mai una risposta alle grandi domande della vita, alle domande di senso. Domande che albergano nel nostro cuore.
Credo che le nostre domande trovino una risposta di orizzonte in questa grande Celebrazione, dove troviamo l'esplosione della bellezza e della novità di Dio: Dio amore.
Per entrare in questa esperienza d’amore, Gesù ci fa incontrare un Dio inaudito, indeducibile da ogni premessa. Svela il Volto di Dio che è amore, festa, incontro, relazione, amicizia, comunione, famiglia, danza, salvezza… è tutto! Ecco perché nella vita non riusciamo a stare soli, perché creati a immagine e somiglianza di Dio-Trinità!
Un grande santo, san Patrizio, per avvicinare il popolo irlandese al mistero della Trinità, prese un trifoglio, ovvero tre foglie originanti da un unico stelo. Ovvero lo stelo è Dio e le tre foglie unite tra loro che si nutrono della stessa linfa, sono le tre persone della Trinità con cui Dio si è manifestato agli uomini e alle donne della storia fino ad oggi. E l’uomo di fronte a questo grande mistero riceve la grazia attraverso cui incontra Dio che è in sé stesso, da tutta l’eternità, trinitario.
Questo ci fa intendere che la fede si vive nella comunione, nella fede, nella speranza, nell’amore, come il trifoglio: uno in relazione.
Mai essere “isole felici” nella fede! Mai credersi arrivati o sapere tutto, soprattutto nel conoscere Dio, ma professarsi cercatori di Dio!
Nel Vangelo odierno, l'evangelista Giovanni ci presenta una piccola parte della conversazione tra Gesù e Nicodemo, un cercatore di Dio, che vive, come noi, la sua domanda di senso in cerca di una risposta.
Questo dialogo che Nicodemo fa con Gesù scaturisce dalla sua notte oscura. Egli cerca di capire il mistero, desidera entrare nel mistero d'amore, di comunione, di salvezza.
Gesù a Nicodemo e anche a noi, dice semplicemente che se vogliamo entrare dentro il mistero trinitario dobbiamo accogliere l'amore di Dio e imparare a vivere in esso, imparare il mistero di donazione, di relazione, di amore. Questo è il grande sogno di Dio-Amore per ciascuno di noi: sentirsi amati per amare.
Oggi, più che mai, è una grande fatica la nostra, arrivare a vivere questo grande sogno di Dio. Molte sono le situazioni che non ci permettono di vivere l’amore, la relazione, la comunione, l’amicizia, la famiglia. C'è bisogno di una purificazione della fede e anche della stessa preghiera. C’è bisogno di ripartire da questo grande mistero d’amore. Tutti, infatti, ci ritroviamo nella “stessa barca” di Nicodemo. Egli va di notte da Gesù, perché Egli che è la luce può aiutarlo nella purificazione interiore, fino arrivare a dire come Giobbe: "Io ti conoscevo solo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti hanno veduto" (Gb 42,5).
Noi come Nicodemo abbiamo bisogno di fare una preghiera di lode pura, una preghiera del cuore per poterci mescolare e vivere anche noi di quel mistero d'amore. Dice sant'Ireneo: “l’uomo vero è la mescolanza e l’unione dell’umano e del divino”. Infatti, l’uomo cerca Dio perché è da prima cercato da Dio. «In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo ... Perché di lui anche noi siamo stirpe» (At 17,28).
Occorre che ci lasciamo guidare dall'Amore per giungere alla pienezza dell'Amore; del resto, da un punto di vista teologico, il mistero della Trinità, sta essenzialmente in questa parola "Amore". Questa è una parola che spesso risuona nella nostra vita per ricordarci che siamo stati chiamati e siamo amati, ci ricorda che siamo sponsalmente amati, ci ricorda che siamo continuamente accompagnati dall’amore di Dio nella santificazione di ogni giorno.
Ritorniamo alle fonti del nostro battesimo, per scoprire Dio Amore. Finiamola di vivere un cristianesimo annacquato, privo della novità che Gesù ci ha portato e lasciamoci abbracciare come un bambino dall’amore di Dio.
La santa carmelitana Elisabetta della Trinità, prendendo spunto da san Paolo desiderò fare della sua vita una lode e una gloria di Dio ed espresse: «Come vorrei, come voglio che guardando me, si veda Dio!». Anche noi, oggi, in questa solennità della Trinità, possiamo ricevere questo grande dono: essere una abitazione di Dio e mostrarlo al mondo; essere così uniti al Signore da diventare una lode e una sua gloria!
Per farlo abbiamo bisogno di volgere il nostro cuore nella sapienza di Dio, lasciarci inondare dallo Spirito perché ci conduca alla Verità di Dio per condividere e vivere con tutti quella stessa relazione d'amore, «la convivialità delle differenze» (Don Tonino Bello), permettendo alla storia di giungere alla sua pienezza.

Buona festa della Santissima Trinità a tutti voi!