giovedì 11 maggio 2023

VI DOMENICA DI PASQUA (ANNO A)

LASCIAMOCI AMARE PER AMARE
 

Siamo arrivati alla VI domenica di Pasqua con un continuo crescendo di verbi e situazioni utili per scorgere il mistero stupendo dell’amore di Dio per ciascuno di noi. Del resto, l’uomo vive d’amore fin dal suo primo istante di vita. Però quest’amore non può restare segregato nel cassetto della vita: deve riempire il quotidiano.
Oggi, forse siamo troppi abituati a sentir parlare d'amore. La società stessa presenta i mille volti di amore tanto da sfigurarlo; siamo talmente stanchi che, forse, non ci si accorge che stiamo gareggiando con l'amore di Dio. Siamo talmente stanchi che dimentichiamo di coniugare fede e vita, di capire che ogni relazione d’amore ha bisogno di essere veicolato dal Signore. La nostra vita è diventata una gara con Lui, come se gli stessimo dicendo che sta sbagliando, quasi a dimostrargli come si ama, proprio a Lui, l'Amore per eccellenza.
Noi, oggi, facilmente poggiamo l’amore su una emozione fino a quando non arriva il suo “flop”. Questo lo vediamo dalla stessa risposta della società: spaccata in mille volti e mille direzioni.
Per evitare questa grossa spaccatura, Gesù inizia a dire delle cose importanti per i suoi amici, per coloro che ama. Invitando «a rendere ragione della speranza che è in noi» (1Pt 3,15), a guardarci dentro, e dice: «chi ha dentro i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama».
Gesù ci dice che l'amore si dimostra nell'osservanza dei comandamenti e nel Vangelo, il comandamento diventa la forma dell'amore e questo comandamento dell’amore ci è stato già donato (cfr. Gv 13,34).
Con questo linguaggio, la questione, allora, è capire cosa ho dentro il cuore, quale parola o parole custodisco nella quotidianità, quale sguardo mi guida nella vita di ogni giorno, come mi lascio amare, come amo.
Ora, la parola “comandamento” crea sempre un po’ di confusione in noi. Prestiamo attenzione. Gesù dice: “Vi do un comandamento” e non “Vi comando di amarvi”. Non ci sta nessun comando. Egli non fa altro che aiutarci a impegnarci nell’amore donandocelo. Ecco perché ci ha amati per primo, in maniera incondizionata! Non dimentichiamo, allora, che Dio non è quell’ideologia che oggi incontriamo lungo la via nelle mille voci confuse. Niente di ciò. Egli è una persona e in quanto tale è un essere capace di relazione. Per questo ci chiama a vivere di quanto Lui stesso è stato per noi: amore, solo amore.  
Quindi occorre guardarci dentro per capire in quale Dio crediamo e se lo scopriamo amore, impareremo a incontrarlo, a stare con Lui, a vivere di Lui, a donare Lui.
Quante volte a questa soluzione abbiamo risposto: "facile a parole!". Infatti, è un compito molto impegnativo e, a volte, anche per le vicissitudini quotidiane, non sappiamo bene come muoverci, vorremmo essere serviti dal Cristianesimo su un vassoio d’argento pensando che esso sia una sorta de “il pranzo è servito”, ma non è così. Il Cristianesimo ci aiuta a vivere nell’amore, a cercare e trovare Dio dentro noi stessi lasciandoci spingere dallo Spirito nella quotidianità.
Per questo Gesù parla al condizionale: «se tu mi ami…», parole che ci interrogano sul nostro modo di rapportarci con Gesù, che non è un fare questo o quest’altro, ma un rapporto più profondo, un amore continuo con Gesù. Quindi non propositi particolari, pur nobili, ma intimità con Gesù, che è un dimorare nella sua Parola, un avere a cuore le sue stesse Parole, per avere a cuore le parole e la vita dell’altro, di nutrire la vita spirituale attraverso i sacramenti, fare di Lui il filtro della nostra esistenza. Allora se veramente amiamo Gesù, saremo capaci di amore, di amare come ha amato Lui.
Continuando a rassicurare quanti lo amano, Gesù ci dice che non ci lascerà orfani, ci fa dono dello Spirito Santo, il “Paraclito”, del Consolatore, Colui che scende nell'intimo dei cuori, Colui che è lo Spirito della verità, cioè Colui che porta avanti l’opera di Gesù nella storia, che ci riconduce a quell’amore di Dio per ciascuno di noi, che ci permette di restare fedeli al Signore, fedeli al comandamento dell’amore, ad ogni costo.
Vivere dell’amore, ai nostri giorni, è una continua lotta perché Dio non impone come dicono tanti che si credono cristiani ma non lo sono. Dio propone al cuore di ciascuno, lasciamoci allora toccare il cuore dal suo amore, per amare sempre più noi stessi e gli altri. Ricordiamoci che siamo amati anche se non ce ne accorgiamo, anche se fatichiamo a lasciarci amare, nonostante i nostri limiti e il nostro peccato, siamo amati!
Oggi, come ci ricorda la prima lettura presa dagli Atti degli Apostoli, siamo una Chiesa in uscita, siamo cristiani nel mondo del lavoro, nella famiglia, lungo la strada, con gli amici, che l’esperienza d’amore che viviamo con il Signore, la possiamo estendere come i raggi solari, lungo l’arco della settimana, lungo la nostra vita, nella quotidianità, perché l’altro possa godere di quest’amore.
Allora diamo ragione della nostra fede. Prendiamo sul serio questo Vangelo ricco d’amore perché scorra nelle nostre vene, nelle nostre relazioni.
Preghiamo lo Spirito Santo, perché possa trasformaci interiormente e darci la forza interiore per costruire una civiltà dell’amore, perché Dio è amore.  

Buona domenica nel Signore a tutti voi!