mercoledì 2 agosto 2023

TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE (ANNO A)

TRASFIGURAZIONE: LA VITA DIVINA NELLA TUA UMANITÀ


Nel pieno dell’estate, ogni anno, celebriamo la solennità della Trasfigurazione del Signore, che quest’anno coincide con la XVIII domenica del Tempo Ordinario.
Il brano evangelico, nel corso dell’anno, abbiamo l’opportunità di meditarlo e, riascoltarlo quest’oggi, rinnova per ciascuno di noi l’annuncio della gioia pasquale.
In questa calura estiva, il brano della Trasfigurazione ci permette allora di riscoprirci cristiani alla luce della Pasqua. Ci dona quel tempo propizio per far brillare su noi quella luce e bellezza seppellita dentro di noi. Per questo il Signore ci prende per mano e ci porta a fare esperienza di Lui (trasfigurazione) sul Tabor, per mostrare la bellezza del Suo volto, per fare l’incontro con Dio e per farlo ci chiede di scalare la montagna della vita. Per i discepoli di allora e per noi oggi, lasciarsi prendere per mano dal Signore è un momento di grazia, un kairos, perché salire sul monte di Dio significa aprirsi a una nuova visione di Dio, aprirsi a nuovi orizzonti, aprirsi alla vita e alla vita eterna.
Il tempo estivo diventa in questo caso una “farmacia” dove il medico divino vuole sanare quelle ferite che portiamo, per riconsegnarci a quello splendore originario del Battesimo. E questa “farmacia” si chiama Spirito Santo, perché lo spirito di Cristo trovi spazio nei nostri cuori, perché anche in noi possa emergere quella bellezza seminata da Dio nei nostri cuori, quella bellezza sepolta da quei vizi, da abitudini o tesori sbagliati, da negligenze e desidera togliere quella zavorra che ci impedisce di far emergere questa bellezza divina in noi.
Tre allora gli atteggiamenti che possiamo ricavare da questo episodio evangelico per la nostra crescita spirituale: pregare, ascoltare, camminare.
Il primo aspetto si ricollega subito a quella preghiera di Gesù riportata dall’evangelista Matteo ed è proprio in questo clima di preghiera che i tre discepoli sperimentano la trasfigurazione. Questo insegna che la nostra vita cambia grazie a quella misura della preghiera personale, perché la preghiera cambia il cuore, rende il volto altro.
Nel libro dell’Esodo, troviamo l’esperienza di Mosè dopo l’incontro con Dio: aveva il viso raggiante (Es 34,29-35). È l’esperienza della preghiera, del rapporto con Dio, soprattutto dopo aver ascoltato profondamente la parola del Signore. Ecco la preghiera che cambia, che rende il volto altro, che fa sperimentare quella consolazione, che rasserena. Forse per chi prega non si accorge ti quanto stia accadendo alla propria vita, ma chi ti sta di fronte vede benissimo il cambiamento. Perché la vera preghiera è un tuffo nella bellezza di Dio. Infatti, «noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito del Signore» (2Cor 3,18). Come è bella l’affermazione dell’apostolo! Ecco l’esperienza della preghiera e grazie ad essa lo Spirito Santo opera perché siamo trasformati sempre più in quella stessa immagine, perché chiamati ad essere, nel mondo, un riflesso della gloria di Dio, della Sua infinita ed esaltante bellezza.
Il secondo aspetto, ascoltare. Questo cammino orante, spirituale è fatto di ascolto. Notiamo nel brano che Pietro avanza delle pretese, ma ecco la Parola di Dio, la voce del Padre che dice: «Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo» (v. 6). Noi siamo come Pietro, avanziamo delle pretese perché non amiamo ascoltare. Figuriamoci in questo tempo estivo dove cerchiamo giustamente quel relax necessario e meritato!
Se abbiamo detto che il tempo estivo è un kairos, significa che è il momento per accogliere nel cuore la Parola di Dio, lasciarci guidare dalla Parola di Dio, di viverla nella vita di ogni giorno, lasciandoci amare per poter amare. Questo lo possiamo fare se riconosceremo il primato di Dio nella nostra vita, se saremo umili come la Vergine Maria, che tra non molto la ricorderemo assunta in Cielo e Maria ci insegna a stare bene ascoltando la Parola di Dio, stando nella volontà di Dio.
Il terzo aspetto è il camminare. È bella l’esperienza del Tabor ma come Pietro, non possiamo fermarci a “costruire tre capanne” evitando la fatica del cammino, della quotidianità.
Quante volte nel nostro cuore vorremmo bloccare la vita nei momenti più belli, più luminosi. La Parola di Dio ci invita a scendere, a diventare adulti attraversando, come Gesù, le fasi dolorosi della vita, i nostri chiaro oscuri, la sfida di amare partendo da noi stessi, dai nostri limiti. Non possiamo crescere nella fede se la riduciamo solo a esperienze forti e belle senza nessuna responsabilità. Non possiamo essere discepoli di Cristo se non siamo disposti a seguirlo sulle strade della vita e ovviamente, a modo suo e non nostro. Noi spesso fuggiamo dalla realtà pensando poi di essere felici. Diceva santa Teresina che Dio semina la pace in fondo al calice. Allora “beviamo quel calice!”. Il Signore con prontezza ci dirà: «non temere!» “Io sarò presente per sostenerti, per farti passare da quel buio a quella luce della sua Pasqua e sarà vita filiale, vita divina nella tua umanità, perché tutto è bellezza!”.

Buona domenica della Trasfigurazione a tutti voi!





immagine: https://www.tempodipreghiera.it/preghiera-trasfigurazione/