mercoledì 9 agosto 2023

XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

LA FEDE: CAPACITÀ DI AFFIDARE LA PROPRIA VITA


In queste domeniche, Gesù propone l’annuncio del Vangelo nel segno del pane. Domenica scorsa, per via della domenica della Trasfigurazione del Signore, non abbiamo ascoltato il brano evangelico che ci ricordava la moltiplicazione dei pani per “cinquemila uomini, senza contare donne e bambini” (Mt 14, 21) e l’avanzo delle dodici ceste (Mt 14,20), precedendo quello odierno.
Questa domenica la proposta continua ed è fatta in un contesto di scoraggiamento. Noi tutti, in qualche maniera, siamo scoraggiati per qualcosa e portiamo avanti una vita a zig-zag, dimenticando la centralità di Cristo, pane di vita, un pane che dia senso al nostro vivere, un pane che combatte le paure della nostra vita.
Quante paure nella nostra vita, paure che spesso vengono soffocate fino al fallimento pieno, totale, come quello del profeta Elia nella prima lettura.
Dopo il suo fallimento, dopo il suo scoraggiamento, Dio invita il suo profeta a percorrere un cammino interiore, un cammino che lo porterà alla rieducazione di quella fede che poneva in Dio. È il cammino di ricerca della verità di quel volto divino in cui è racchiusa ogni speranza.
Abitualmente, come il profeta Elia, noi ci rifugiamo nella tradizione, nei propri pensieri, nelle proprie immaginazioni. Occorre fare un cammino che dalla superficie scenda al cuore, un cammino che faccia sperimentare quel silenzio interiore che ci permette di incontrare Dio.
Questa difficoltà non la visse solo il profeta Elia ma anche i discepoli narrati dal Vangelo. Nonostante questi hanno assistito a un grande miracolo, dove tanta gente fu sfamata e di quel pane ne è avanzato dodici ceste, perché ogni discepolo del Signore ne portasse una in terra pagana. Purtroppo, alla prima difficoltà, i discepoli sono entrati nel panico totale.
In quest’atteggiamento fallimentoso manca qualcosa di importante: la fede in Gesù. Per questo si trovano col vento contrario, sballottati dalle onde.
Questo è il modo in cui noi, cristiani di oggi, viviamo: una notte tra cielo e terra, una barca coi dodici discepoli che ci rappresentano, una barca nel mare tra acque agitate, vento contrario, incapacità di governare, dubbi, critiche varie che ci fanno affondare nel mare della vita, che ci fa sentire senza nessuna speranza, che ci fa sentire abbandonati da Dio. Questa è la notte oscura, la notte dell’abbandono, la notte dello scoraggiamento, delle varie angosce che ancora oggi viviamo, ove la nostra fede vacilla fino ad entrare in quella tentazione: vale la pena continuare a vivere secondo il Vangelo?
A questo interrogativo e anche a tanti altri, Gesù in persona, risponde rendendosi presente, camminando sul mare della nostra esistenza manifestando pienamente così il suo essere Dio. E questo perché Egli ha sempre lo sguardo posato su di noi, su ciascuno di noi. Egli è sempre presente, perché ha dato la vita per tutti noi!
Oggi più che mai la nostra vita di fede è squarciata, paurosa e piena di mille domande. Una vita che non pone più fiducia in Dio e ci fa aggrappare a una moda palliativa.
Nel Vangelo ci sta Pietro che rappresenta ciascuno di noi. Anzitutto si esprime con le parole del diavolo nel deserto: «se sei tu». Poi ha quel coraggio di camminare sulle acque ma senza quella fede profonda in Gesù; infatti, appena si accorge del vento forte distoglie lo sguardo da Gesù e affonda.
Questo insegna una cosa: o gettiamo cuore e sguardo in Dio o sprofondiamo con tutto il nostro io. Infatti, quando il nostro cuore, il nostro sguardo è rivolto altrove, mettendo sempre al centro il nostro io e non Dio, sprofondiamo, dimenticando così che Gesù è l’unico che ci salva e lo cercheremo solo se prenderemo coscienza di essere salvati!
Questa domenica, Pietro è l’immagine della nostra condizione. Preghiamo magari guardando Gesù, andiamo a Messa, ma non siamo così pienamente fiduciosi, non siamo adulti nella fede, siamo ostacolati da noi stessi facendo diventare la vita cristiana sempre più priva di fondamento, priva di amore.
L’insegnamento che ricaviamo questa domenica è un invito a non lasciare la barca della vita quando qualcosa non va, non lasciamo la Comunità quando qualcosa ci scoraggia, non voltiamo lo sguardo quando “il vento è contrario” ma rafforziamo la nostra fede e continuiamo il cammino.
Nelle tempeste della vita non siamo soli, occorre accogliere Cristo Gesù nella propria vita. Dio non ci abbandona in quei momenti burrascosi. Quella apparenza in cui sembra assente succede ogni volta che il nostro sguardo è orientato “verso il vento forte”, verso le ostilità della vita e non verso Dio.   
Oggi, ancora una volta, Gesù ci dice: «vieni!», per proseguire il tuo cammino di fede ascolta la mia Parola, non fermarti al semplice miracolo che non conduce da nessuna parte. Riprendi il tuo cammino interiore, nel silenzio, dove potrai vedere il mio volto e andare oltre le tue paure, oltre le tempeste della vita, perché anche tu possa amare come ho amato io, perché anche tu possa essere pane spezzato, pane condiviso nella vita di tutti i giorni.

Buona domenica nel Signore a tutti voi!