mercoledì 13 dicembre 2023

III DOMENICA DI AVVENTO (ANNO B)

ACCOGLIERE GESÙ, LO SCONOSCIUTO, NELLA NOSTRA VITA


Procede il cammino dell'Avvento. Questa terza domenica è chiamata "gaudete", della gioia. La Liturgia, fin dall'antifona d'ingresso alla Messa, usando le parole dell'apostolo Paolo, ci invita a rallegrarci.
Abitualmente questo motivo di giubilo lo troviamo nei momenti forti dell'anno, la terza di avvento e la quarta di quaresima. Il giubilo, infatti, deve accompagnarci sempre perché il Signore ci libera sempre, ci purifica, ci rende nuovi. Forse non ce ne accorgiamo, però possiamo aprire gli occhi mettendoci in ascolto della Parola di Dio, che è parola di pace, di perdono e di gioia.
Questa domenica facciamo sosta al Giordano. Qui incontriamo ancora una volta il Battista che denuncia quegli atteggiamenti mancanti alla vita umana, quegli atteggiamenti che appartengono più alla logica del mondo che a Dio.
Quello che fa il Battista dovrebbe essere il ruolo di ogni credente, di ogni battezzato: essere voce nei vari deserti della vita nell'annunciare Cristo e nel portare Cristo agli altri. Essere voce perché Lui è la Parola. Ognuno di noi è un profeta perché consacrato nel Battesimo e, in quanto tali, abbiamo questa grazia di Dio di essere portatori della sua parola; non però in quanto prete, frate, suora, ma in quanto battezzato. Tutti infatti condividiamo questa grazia che diventa una missione. E ciascuno di noi sarà profeta solo nella misura in cui saprà testimoniare la Parola. Qui sta la vera gioia del cristiano.
L'Evangelista presenta il Battista come "testimone della Luce". Quindi, Luce e gioia caratterizzano questa domenica, una domenica quasi alla vigilia del Natale segnata dai mali della vita di ogni giorno, ma piena di speranza.
Non è una cosa semplice essere luce e gioia, eppure questa Celebrazione che anticipa quella del Natale del Signore, ci parla di luce e gioia e ce la indica. Anche la Parola di Dio dice a noi, cristiani di questo tempo, che la gioia deve essere sempre presente nella nostra vita, la gioia vera, però, quella che viene dal Signore: è Lui la fonte della nostra gioia!
Attenzione! Il Battista fa risuonare ancora una volta per ciascuno di noi quell'interrogativo: “chi sei?”; “cosa dici di te stesso?”.
Sono domande di senso a cui dare risposta di senso: “Che cosa dici di te stesso, come ti presenti, come ti consideri?”; proviamole ad applicarle alla nostra vita, alla nostra esperienza personale. Non sono domande di facile risposta. Ognuno di noi potrebbe dare dei dati, come quelli della carta d’identità ma non la giusta risposta sulla nostra persona e sulla consapevolezza del nostro ruolo. Sono domande che invitano a prendere in mano il timone della vita.
Il Battista in questo momento scuote le coscienze, invita a svegliarci, ci invita a cambiare, a chiederci se quello che viviamo conduce alla gioia, proviene dalla gioia del Signore oppure è una pura illusione.  
A maggior ragione egli grida alla nostra tristezza: “in mezzo a voi sta uno che non conoscete”. In mezzo a noi, in mezzo alle nostre assemblee liturgiche, abbiamo uno sconosciuto. Sì, Gesù, il Cristo, rimane ancora ai nostri giorni, un illustre sconosciuto e sembra che dopo duemila anni di evangelizzazione la novità dell’Evangelo resta sconosciuta, le celebrazioni spente, manca quel lasciarsi sorprendere da Gesù.
Domenica prossima celebreremo la quarta domenica di Avvento, ma la sera ci sarà la veglia e la Messa di Natale. Come sarà questa settimana? Come incontrerò Gesù? Forse qualcuno aspetta la morte per poterlo incontrare ma nella vita di tutti i giorni, come lo incontreremo? come lo accoglieremo? Come si intensificherà la nostra preghiera? Occorre invocare la venuta del Signore, cioè, prendere coscienza che in mezzo a noi sta uno sconosciuto. Occorre entrare in quel Giordano di Spirito Santo e fuoco per poter fare l’incontro, per poterci sentire chiamati e amati da Dio fino alla fine.
Lasciamo allora che la Parola purifichi le nostre incrostazioni per imparare a conoscere Cristo Gesù e far emergere la bellezza della nostra vita. Diamo autenticità al Natale del Signore. Dio viene ad abitare le nostre angosce, le nostre situazioni. Egli chiede di essere accolto e non respinto come fanno le tenebre (cfr. Prologo di Giovanni). Non dobbiamo vivere in mezzo alle tenebre inquisitorie ma vivere una perenne conversione del cuore, una consapevolezza di quello che veramente siamo nella vita di ogni giorno.
Fermiamoci per fare il nostro deserto, per capire chi veramente siamo e dove stiamo andando. Fermiamoci per incontrare Cristo Gesù, lo sconosciuto che sta in mezzo a noi e conoscerlo. Fermiamoci per intravedere quel raggio di luce che ci illumina, per abbeverarci ancora alla fonte della Grazia, a quella Parola che ci salva. Io sarò luce per l'altro solo se la mia vita è illuminata dalla Parola. Io sarò gioia per l'altro solo se la mia vita è inondata della gioia del Signore.
Lasciamoci inondare dalla forza dello Spirito Santo, dalla Luce di Dio, per preparare bene la via al Signore, per raddrizzare i nostri sentieri, i nostri pensieri, riempiamo quei burroni, quei vuoti della vita priva di senso e riempiamola del Dio della vita che è sempre all'opera per la nostra salvezza.
Dio si incarna se veramente, con gioia, lo accogliamo nel nostro cuore!
 
Buona Domenica nel Signore a tutti voi!





immagine: https://www.anca-aste.it/it/asta-0295/predica-di-san-giovanni-battista.asp