giovedì 22 febbraio 2024

II DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO B)

LA BELLEZZA DI UNA VITA TRASFIGURATA


Siamo alla seconda domenica di quaresima e la liturgia ci presenta la trasfigurazione di Gesù. Un momento importante perché il Signore possa illuminare sempre più la nostra vita soprattutto nei momenti bui.
Questa domenica è il giorno in cui Gesù mostrandoci il suo volto luminoso, ci prende per mano per fare esperienza di Lui sul monte.
Il monte nella Bibbia non è geografico, materiale ma spirituale. E quando un luogo è spirituale contiene in sé delle sfumature particolari.
Salire con Gesù sul monte contiene in sé delle sfumature particolari: offre la possibilità di uno sguardo nuovo sul mondo, uno sguardo trasfigurato, uno sguardo inedito, uno sguardo dal punto di vista di Dio. E chi deve fare questa esperienza? Ogni battezzato, ogni cristiano, cioè ogni discepolo di Gesù è chiamato a fare questa esperienza di Dio.
Abbiamo iniziato questa quaresima dicendoci che non dobbiamo viverla come una mortificazione ma come una vivificazione. Del resto, una vita trasfigurata è una vita vivificata, “staccata dalla pianura”, cioè dalla banalità, dalle abitudini, dal caos, da quanto ci travolge, dai pensieri di ogni giorno: è un salire verso l’alto, verso Dio.
Non è semplice staccarci dalla routine quotidiana ma chi veramente desidera vivere da discepolo può farlo iniziando a rafforzare la preghiera. Partecipare a un ritiro. Facendo una passeggiata che ti porta lontano dai rumori. Staccarci dalla pianura vuol dire che l’esperienza di Dio non può essere contaminata da esperienze terrene, perché chiamati già da adesso a vivere da risorti. Per questo l’Evangelista mette al centro del cammino cristiano l’episodio della trasfigurazione perché il nostro sguardo possa cambiare. Possiamo essere buoni cristiani, missionari, catechisti, oranti, preti, frati, suore, ma se non cambia continuamente il nostro sguardo su noi stessi, sulle cose, su quanto ci circonda, su Dio, non riusciremo mai a porci delle domande di senso e vivremo una vita asettica.
Questa è anche la domenica della bellezza. È il Vangelo stesso che ce lo dice: «Maestro, è bello stare qui!».
Quante volte al Signore abbiamo detto “è bello stare qui!”? Qualcuno forse ricorda un ritiro particolare o una confessione particolare. Certamente ha vissuto quell’habitat reale per vivere in pienezza la bellezza della fede che è una pace interiore, una vita piena di Dio. Questo ha scoperto e vissuto Pietro sul Tabor e poi ha trovato quella forza e quel coraggio di scendere dal monte per testimoniare con la propria vita quest’incontro.
Il cristianesimo non è un optional della vita ma un evento di bellezza e in quella bellezza ci sta tutto, per questo ci attrae, per questo ci convertiamo e noi ci avviciniamo alla fede grazie a questa bellezza. La vera fede infatti deve stupire, deve scaldare, far rinascere. Godere di questa bellezza ci permette di vivere una vita trasfigurata ogni giorno.
Dostoevskij espresse questa bellezza in modo straordinario nel suo romanzo “I fratelli Karamazov” dicendo: “La bellezza salverà il mondo” senza spiegare quale bellezza. Qui possiamo osare nel dire che la bellezza che salverà il mondo è quella del volto luminoso di Gesù e tutti abbiamo bisogno di questa bellezza. Tutti abbiamo bisogno di scoprire la bellezza di Dio.
Per molti, purtroppo, non sarà così, perché sempre a puntare il dito e questo lo fanno perché non vivono della trasfigurazione, non vivono della bellezza di Dio, non frequentano il Signore, non ne sono innamorati.
Abbiamo necessità e sempre più di avvicinarci a Lui. Oggi come ieri abbiamo bisogno di sentire quell’imperativo: «ascoltatelo!». Una parola, un invito che deve risuonare nel cuore. Siamo esortati a prestare ascolto a Gesù e a lui solo. Non vi possono essere altre parole che portano vita e salvezza. Prima se ci abbiamo fatto caso ci stavano anche Mosè ed Elia. Poi è rimasto solo Gesù, perché Lui è l’unica Parola vivente che salva la vita dell’uomo.
Qui è inevitabile l’affiorare quella domanda di fondo: quale è il nostro rapporto con Gesù e la sua parola? Chiediamoci quante parole umane, quante voci mondane affollano la nostra mente e il nostro cuore, vi dettano legge, ispirano le scelte della vita, i pensieri, i criteri di giudizio? Abbiamo bisogno di ascoltare Gesù e la sua Parola perché le nostre parole non siano vuote, prive di significato e senza speranza ma piene di Dio e che aprano nuovi orizzonti di vita vera, di felicità duratura, di verità e di amore!
Questa è la bellezza che siamo tutti chiamati a vivere nella nostra quotidianità: quella che deriva da una vita nella quale si rende presente Dio, nello splendore del Suo amore e della sua verità per la vita dell’uomo, nel fascino di un’esistenza nella quale brilla la bellezza del volto del Signore.
Abbiamo sempre più bisogno, in particolare in questo nostro tempo così arido di presenza di Dio, di scoprirci amati, per amare le stesse cose che Gesù amava, preferire chi Gesù preferiva, rifiutare ciò che Gesù rifiutava. La trasfigurazione è quest’amore passionale di Dio per noi e solo accogliendo con tutto se stessi il Vangelo possiamo viverlo nella quotidianità con amore.
Domandiamo allora quella grazia di essere trasfigurati e di vivere in pienezza la bellezza della fede.

Buona domenica nel Signore a tutti voi!





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