PROTAGONISTI CON IL CUORE IN DIO
In questa domenica la Chiesa celebra l’Ascensione di Gesù al Cielo, facendo memoria di quanto raccontano gli Atti degli Apostoli riportato nella prima lettura odierna. Una solennità molto significativa, nella quale il nostro sguardo è invitato a orientarsi, con decisione e con gioia, al paradiso. Quindi l’Ascensione del Signore è un immergersi nel cielo di Dio, quell'accogliere nella vita di tutti i giorni il Signore asceso, speranza ed eredità nostra.
Abitualmente ci proviamo quando preghiamo col Rosario questo mistero glorioso della vita di Gesù in cui ricordiamo, in particolare con la professione di fede che “siede alla destra del Padre”. Forse non riflettiamo su queste parole quando le proferiamo, sembra che ormai le diciamo per abitudine.
La Liturgia facendoci prendere coscienza di questo, ci mette davanti le ultime parole di Gesù prima del suo distacco terreno. Qui possiamo pensare ogni qualvolta che salutiamo una persona cara che ci lascia con le sue ultime parole, gli ultimi sguardi, l’ultimo abbraccio.
La stessa cosa accade con l’Ascensione di Gesù: le ultime parole con i propri amici, gli ultimi abbracci e sguardi che si incrociano ma per portarlo nel cuore e nella vita. Ecco perché questa solennità ci fa festeggiare la presenza eterna di Gesù in mezzo a noi, il suo essere Emmanuele.
Anche noi, oggi, con l'Ascensione di Gesù, ripetiamo quell’alzare lo sguardo ma soprattutto camminiamo nella speranza sicuri che la nostra umanità è innalzata accanto al Padre (dalla Colletta) perché Gesù ascendendo si è portato dietro la nostra umanità per gettarla in Dio.
Questa speranza appartiene a ogni discepolo di Cristo e ogni discepolo, ogni battezzato dovrebbe vivere di questa speranza per poter comunicare il volto di Dio.
Purtroppo, la speranza sembra qualcosa che ci possa deludere. Abitualmente, quando desideriamo che nella nostra vita accada qualcosa di bello, subito diciamo: “speriamo!”. Poi se non accade ci lascia l’amaro in bocca. La speranza cristiana non è così. Essa «non delude» (Rm 5,5). Essa ci ricorda papa Francesco «è l’attesa di qualcosa che già è stato compiuto e che certamente si realizzerà per ciascuno di noi». Forse nella vita saremo delle persone deboli, increduli, pieni di paure, assaliti da mille preoccupazioni ma Dio si fida di ciascuno di noi e affida alla nostra fragilità il Vangelo. Ma non saremo soli. Ci sarà lo Spirito Santo ad agire, come sempre, nella vita di ciascuno, nella vita della Chiesa. Lui ci aiuterà a sperare e ad essere seminatori di speranza.
Ecco allora l’Ascensione: il tempo della Chiesa, il tempo dei discepoli che continuano l’opera stessa di Gesù. Quindi questa Celebrazione ci invita a vivere lo stesso amore che ebbe Cristo Gesù per noi nei vari contesti di vita. Ci invita ad aprire nuovi orizzonti, perché solo con occhi nuovi si può pensare e parlare di Chiesa in uscita, per far conoscere Gesù agli altri nei luoghi dove Dio ti chiama a trasmettere la fede, diversamente saremo sempre col nasino all'insù come dei bambini e di conseguenza una Chiesa ammalata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze.
Dio ci chiede di essere protagonisti nel mondo di oggi avendo nel cuore e nelle labbra il nome di Gesù e lasciare quell’impronta della fede che ci ha trasformato la vita.
Per questo Gesù ci da un mandato: «andate in tutto il mondo…». Gesù ci ha consegnato il suo stesso amore, per viverlo, annunciarlo ovunque e soprattutto dove c’è disorientamento, paure, errore, tristezza. E sarà lo Spirito Santo a far vivere nella vita questo mandato, sarà lo Spirito Santo a spingere i discepoli ad essere più liberi e più creativi nel vivere la missione attraverso dei segni particolari, ad andare dappertutto superando ogni ostacolo. Solo l’amore ci permetterà di superare l’ostacolo e nel suo amore Dio continuerà a salvarci, a donarci la sua vita attraverso l’amore che ognuno donerà all’altro.
Questo allora è il tempo di essere più attivi, più generosi. È il tempo di vivere pienamente il Vangelo in attesa di ascendere anche noi con lui in paradiso. «La nostra cittadinanza, infatti, è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso» (Fil 3,20-21). Con queste parole san Paolo ci esorta a tenere fisso lo sguardo sulle realtà ultime della vita, sollevandolo dalle realtà terrene. Non per perdere di vista queste realtà, ma per starvi dentro in un modo nuovo.
La vita cristiana, infatti, non ci fa stare solamente con gli occhi rivolti a Dio ma operare in questo mondo perché non sia confuso, impaurito ma pieno di coraggio, pieno della forza divina, in modo che possiamo continuare a guardarlo con occhi e cuore nuovo, contagiando chiunque della stessa linfa vitale che il Signore Risorto dona a tutti e immergendoli nella stessa esperienza dell’amore di Dio certi che Gesù è presente, perché è l'Emmanuele, il Dio con noi (Mt 1,23) e rimarrà con noi per sempre, fino alla fine del tempo.
Domenica prossima è la Pentecoste. Invochiamo in questa settimana il dono dello Spirito Santo, per avere quella forza che viene dall’Alto, che ci fa rinascere, che ci fa restare uniti a Lui, per essere testimoni di Lui.
Buona festa dell'Ascensione del Signore a tutti voi!
immagine: https://vignadelsignore-annoliturgico.blogspot.com/2018/05/solennita-dellascensione-del-signore.html