giovedì 16 maggio 2024

DOMENICA DI PENTECOSTE - MESSA DEL GIORNO (ANNO B)

TESTIMONI DELL'AMORE SECONDO LO SPIRITO


Eccoci giunti alla Domenica di Pentecoste, una delle grandi feste cristiane. In questo giorno solenne si conclude il Tempo pasquale, un tempo lungo di cinquanta giorni durante il quale Gesù risorto ha aiutato i discepoli a capire e a vivere la loro missione tra la gente.
Domenica scorsa abbiamo ricordato che Gesù, prima di salire al cielo, invia i discepoli nel mondo dicendo che lui sarà sempre con loro.
Celebrando la Pentecoste noi ricordiamo questa presenza di Gesù in mezzo a noi con il dono dello Spirito Santo.
Con il dono dello Spirito Santo, infatti, nasce la Chiesa in missione, perché l’effusione dello Spirito Santo dà realismo alla nostra vita facendoci uscire dal recinto delle chiese, facendoci uscire da un intimismo per andare incontro verso tutti offrendo la vita di Gesù Cristo (EG, 49).
Questo allora è il tempo della Chiesa, il tempo dei battezzati, il tempo dei discepoli di Gesù perché tutto, con la forza dello Spirito Santo, diventi reale, concreto. Forse non ce ne rendiamo conto che essere Chiesa in uscita non significa relegarsi in uno spiritualismo che non conduce da nessuna parte. Occorre fidarsi sempre più di Dio perché Dio si fida di noi. Occorre mettere fiducia nelle parole dette da Gesù perché il dono dello Spirito Santo si rinnovi concretamente e non per “sentito dire”.
Nella liturgia odierna troviamo un mandato: quello di essere testimoni dell’amore del Signore camminando secondo lo Spirito così come dice san Paolo (II Lettura).
Cosa significa “camminare secondo lo Spirito”? Non certo fare gli spiritualisti, sradicati dalla realtà, dal quotidiano. Neppure significa “affogare” dentro le realtà contingenti fino a non sapere perché viviamo, dove stiamo andando.
Camminare secondo lo spirito significa seguire Gesù percorrendo la sua stessa strada e non quella opposta, quella dell’egoismo, dell’orgoglio, del cercare il proprio interesse. Vivere secondo lo spirito significa camminare guidati dallo Spirito Santo vivendo il precetto dell’amore.
Lo Spirito Santo non è una definizione che abbiamo imparato a suo tempo al catechismo ma è una persona, è l’amore in persona! È lui che abilita ad amare bene a partire dalla propria persona per poter amare bene Dio, gli altri e ogni creatura. Senza lo Spirito Santo il nostro amore è fragile e malato. Con lo Spirito Santo il nostro amore si purifica, si vivifica, si rinvigorisce e diventa quello di cui abbiamo bisogno per essere autenticamente persona, cioè liberi da individualismo e propensi a incontrare l’altro in profondità e a far comunione. Il "futuro di Dio" è lo Spirito Santo, senza di Lui che è Memoria viva e Presenza vivificante non possiamo essere Figli di Dio, fratelli e discepoli di Gesù.
Per questo, lo Spirito Santo, è un dono del Signore sempre da attendere, sempre da invocare. Qui è importante il tempo che daremo alla preghiera. La Chiesa delle origini ci ricorda quanto era perseverante e concorde nella preghiera, nell’attendere il dono dall’Alto (cfr. At 1,4-5.13-14).
Anche noi, abbiamo bisogno di vivere come la Chiesa delle origini perseveranti nella preghiera. Abbiamo bisogno di crescere nel rapporto con il Signore. Questo, spesso lo dimentichiamo. Dimentichiamo che la preghiera riguarda un rapporto d’amore nei confronti di Dio. In genere quando preghiamo andiamo dritti alle richieste, oppure recitiamo delle formule in maniera meccanica, automatica. Abbiamo bisogno anzitutto di concentrarci sull’amore che nutriamo per Dio e su come crescere in esso.
Invochiamo allora lo Spirito Santo affinché tocchi i nostri cuori, perché incida nei nostri cuori il Vangelo di Gesù così come fece con gli Apostoli per continuare l’opera d’amore del Signore nella nostra quotidianità. Il Vangelo, infatti, non è qualcosa del passato ma è del presente e non sarà mai concluso, perché «la Parola di Dio è viva» (Eb 4,12) e vive nella vita di ogni persona: negli atteggiamenti, nelle scelte, nei gesti, in ogni vicenda umana.
Nel Salmo responsoriale abbiamo pregatoManda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra”. È un grido orante che deve essere sempre più fervente, perché lo Spirito Santo continui a posarsi su ciascuno di noi, in modo singolare, perché dia sempre a ciascuno di noi «una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune» (1Cor 12,7).
Quante volte facciamo fatica a capire il dono dello Spirito Santo per il bene comune? Facilmente stiamo a mani giunte, vivendo isolati, con una fede fai da te e se ci sta o meno lo Spirito Santo non ha importanza. Ma non dimentichiamo che è lo Spirito Santo che permette la vita della Chiesa esplodendo in maniera vitale nella vita interiore. Diversamente saremo una Chiesa ammalata, che dimentica la propria storia di salvezza, la storia personale con il Signore, la storia del «primo amore» (Ap 2,4).
Spalanchiamo, allora, le porte del nostro cuore e lasciamo entrare lo Spirito Santo, lo Spirito d’amore perché ci metta dentro il cuore quella Verità di cui Cristo ci ha parlato immettendoci in strade del tutto nuove.
Accogliamo nella nostra vita quest’effusione perché la nostra vita sia una risposta seria negli atteggiamenti, nelle scelte, nei gesti per essere testimoni dell'Amore sulle strade dell'oggi.
 
Buona Pentecoste nel Signore a tutti voi!





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