CON GESÙ PAZZI PER AMORE
Dopo aver celebrato il Tempo Pasquale, la domenica della Santissima Trinità, la solennità del Corpus Domini, questa domenica riprendiamo il Tempo Ordinario. Un tempo di particolare importanza a cui forse non si dà la dovuta attenzione. Questo è il tempo dell’ascolto e della testimonianza, tempo in cui far rivivere nella nostra quotidianità il Mistero di Cristo che celebriamo nel corso dell’Anno liturgico nella sua interezza.
La pagina evangelica di questa domenica è complessa, abbiamo parole forti, strane ma parole colme di una luce che bisogna saper individuare.
Ma a Gesù oggi non gli dicono solamente che è pazzo ma anche che è indemoniato. E questo succede anche nella nostra vita, succede nelle nostre dinamiche relazionali: demonizzare l’avversario, offrendo una lettura distorta di Gesù per far perdere completamente stima e credibilità davanti agli occhi di tutti.
Gesù come reagisce a queste accuse? Senza tergiversare sull’argomento, smaschera le accuse contro di lui perché gli accusatori oltre ad essere ipocriti sono anche invidiosi e dice loro: «come può satana scacciare satana?». Satana, lo sappiamo, non è il nome del diavolo. È un nome ebraico che vuol dire ostacolare, osteggiare, accusare. Gesù, in questo momento, è come se dicesse: “come può un accusatore scacciare un accusatore?”. E qui cerca di far ragionare coloro che si sono posti come nemici.
Il divisore, il diavolo, ricordiamolo, è sempre pronto in ogni momento della vita a voler essere il detentore della storia, il detentore della nostra vita tenendoci sotto il dominio del peccato chiusi nell’accusa della propria coscienza.
Ora Gesù a questi che gli dicono che è un indemoniato da una risposta complicata, fredda: «può essere perdonato tutto, ma non può essere perdonato il peccato contro lo Spirito Santo!».
Cosa vuol dire quest’affermazione così glaciale? Che davanti all’evidenza del grande dono d’amore di Dio non puoi far finta di nulla, non puoi avere un rigetto, non puoi dire che Dio non esiste magari gettando fango su di lui come riporta il capitolo 3° del libro della Genesi dove il diavolo dice ai nostri progenitori che “Dio è invidioso di voi e vi trae in inganno” e loro come dei fessi ci sono cascati.
Ebbene questa è storia che si ripete ai nostri giorni. Il mondo continua a ingannare e ci caschiamo pienamente. Attenzione a chi ci prova ad ingannarci; stiamo attenti a coloro che ci impediscono di vedere la grande opera di Dio, stiamo attenti alla nostra cecità dinanzi a così grande amore, da non credere alla sua misericordia sulla nostra vita. Questa è infatti l’opera del diavolo: farci dubitare della misericordia di Dio, farci diventare ciechi davanti al grande amore infinito di Dio.
Oggi stiamo perdendo il senso del peccato, e quindi di riconoscerci peccatori. È vero lo diciamo durante la Santa Messa ma spesso sono parole di rito freddo e vuoto perché non gustiamo sacramentalmente l’amore misericordioso di Dio.
Oggi le nostre attenzioni e le nostre preoccupazioni sono rivolte da tutt’altra parte e qui un po’ tutti dovremmo batterci il petto. Nel 1979 venne pubblicata una canzone particolare: “La gente parla” dove si narra di una violenza verbale che si consumava sulle piazze, nei bar oggi possiamo dire che si consuma attraverso i social.
Nel 2020, con lo stesso titolo, un’altra canzone venne pubblicata, quasi a marcare quel continuo parlare della gente, in favore o contro qualcosa, parla senza sapere, senza pensare prima, parla nonostante le contraddizioni.
Ecco le preoccupazioni della famiglia di Gesù, preservare Gesù da tutto questo, senza sapere, senza capire, senza pensare prima classificando tutto come follia.
Anche noi siamo su questa scia d’onda: non apriamo gli occhi del cuore, non ci apriamo alla vita, all’amore. Non mettiamo al centro il Vangelo, non accogliamo la grande opera di Dio dentro di noi perché ci è di imbarazzo o come direbbero i nostri giovani è cringe.
Certo in tutto questo esiste la nostra libertà: quella di rifiutare l’amore di Dio, la sua misericordia ma questa scelta si trasforma in motivo di condanna a una eternità senza il suo amore.
Allora riprendiamo questo Tempo Ordinario ritrovando e gustando la gioia della fede. Guardiamo alla madre di Gesù che in un contesto del genere per lei faticoso e duro, fu capace di scegliere la Parola di Gesù, di scegliere la misericordia di Dio, di scegliere l’amore.
Maria scegliendo di essere discepola ci dice di stare dalla parte di Dio e non dalla parte del mondo. Ci dice di diventare anche noi discepoli scoprendoci amati, scegliendo di amare così come sappiamo fare. San Paolo nella seconda lettura ci offre un modo per realizzarlo: fissiamo lo sguardo sulle cose invisibili, ascoltando e accogliendo i moti dell'anima che ci conducono alla verità tutta intera.
Buona domenica nel Signore a tutti voi!
immagine: https://www.religiondigital.org/el_blog_de_x-_pikaza/Corpus-Cafarnaum-apostasia-galileos-Jn_7_2461023885.html