GESÙ È IL NOSTRO PANE
Siamo nel pieno dell’estate, la calura ci fa scappare verso luoghi di refrigerio e ci fa scappare anche da Dio. Dobbiamo sottolineare che la vita senza il nutrimento costante di Dio, rischia sempre più di perdere “l’appetito”, come se Dio nuocesse alla salute. Più andiamo avanti così, più mettiamo a tacere la fame di Dio e non solo, ci ritroviamo disorientati perché ci leghiamo a quella fame che ci propone la moda, la cultura del momento.
Nonostante questo, il nostro DNA ci dice che in noi resterà un vuoto interiore, incolmabile magari non ce ne accorgeremo, forse avvertiremo qualche malessere ma senza capire il tipo di malessere. Solo cercando Dio, il vero Dio, sazieremo e colmeremo la nostra vita interiore, la nostra anima.
Oggi andiamo in cerca di tante cose lontane da Dio e poi con una semplice battuta “che c’è di male?” vogliamo sentirci a posto con la coscienza. Ma non funziona così.
Domenica scorsa abbiamo iniziato le catechesi eucaristiche aiutati dall’evangelista Giovanni, dove Gesù ha introdotto il pane della condivisione e che non tutti hanno capito perché hanno pensato solo alla pancia, possiamo definire quel miracolo come un fallimento di Gesù e questa domenica Gesù rivolgendosi alla folla dice: “voi mi state cercando perché avete mangiato!”.
Un po’ tutti ci ritroviamo in questa scena perché a tutti piace l’aspetto materiale, riempirsi la pancia perché è più tangibile. Ma dobbiamo chiederci abbiamo fame di eternità? Abbiamo fame di vita vera? Perché Gesù, oltre a sfamare in un solo giorno cinquemila uomini senza contare donne e bambini, può sfamare la nostra fame di eternità, può sfamare la fame di vita vera.
Occorre accogliere sempre la Parola di Dio nella nostra vita, sarà questa Parola di vita che ci condurrà all’eternità, alla vita vera. «Signore, tu solo hai parole di vita eterna» (Gv 6,68) disse Pietro a Gesù. E noi, come Pietro, ci crediamo? Oppure continuiamo a vivere una religiosità amorfa, che spesso cade nel dubbio sull’esistenza di Dio? Quanta superbia nel nostro cuore, quasi quasi ci vogliamo mettere al posto di Dio e guardiamo a un dio che non è Dio. Poi, magari, a mani giunte recitiamo un Padre nostro dicendo “sia fatta la tua volontà”. Ma la volontà di chi? Quanta miseria e povertà ci sta dentro di noi!
In alcune celebrazioni particolari mi accorgo che molti cercano l’utilità di Dio nella loro vita. Del resto, viviamo una cultura della convenienza e anche la sfera spirituale è invasa da questa divinità mondana, tanto da schiavizzare Dio alle nostre stravaganzie.
Abbiamo bisogno di conversione, di convertirci da quel tornaconto che sempre andiamo cercando, abbiamo bisogno di convertirci da un dio miracolistico a un Dio che si fa dono, che si pane spezzato, condiviso.
Nel Vangelo la folla vuole entrare nella logica di Dio e chiede cosa deve fare. Gesù risponde loro: “credere in Colui che Dio ha mandato”. Credere è un verbo particolare che dice di mettere la propria vita nelle mani di Gesù. Credere è un verbo che dice la necessità di affidarsi a Gesù, di vivere alla presenza del Signore in ogni istante della nostra vita, lasciando che Gesù sia la nostra guida perenne.
Occorre mettersi sempre in atteggiamento di conversione perché il cammino di fede non è un riempirci di illusioni ma un respirare Dio per essere dono, pane per l'altro. Occorre andare da Lui per vivere in pienezza la propria anima.
Questa domenica Gesù ci dice che Egli è il pane della vita. Non del singolo ma di tutta la vita, della vita di tutti. Non è quel semplice pane per sopravvivere, sarebbe una vera tentazione, ma che è Lui stesso quel pane che crea la condivisione, che crea la comunione tra di noi e nutre quanti hanno fame di vita, hanno fame d’amore.
Gesù è quel pane disceso dal cielo che si intreccia con le problematiche ordinarie che ogni giorno andiamo incontrando. Qui nasce un connubio tra il cielo e la terra, ma in realtà ognuno di noi è chiamato a nutrirsi di Gesù Eucarestia per vivere già il suo Cielo qui, sulla terra, nell'ordinarietà della vita per lasciar seminare dentro, dal Creatore, quella porzione di eternità.
In questo pane puro ci sta tutta la pienezza della vita. Solo se si respira il senso di Dio ne possiamo godere e i sogni senza Dio si trasformano in pure illusioni.
Lasciamo allora che la nostra vita sia in perenne conversione che ci porterà a credere e come la folla del Vangelo possiamo dire: «Signore, dacci sempre questo pane!». Qui è il nostro cuore che parla, perché ha fame di eternità. Qui è il nostro cuore che sente il bisogno di essere saziato di questo pane per imparare ad avere fiducia. È il nostro cuore che parla perché sente il bisogno di imparare la condivisione e vivere il pane dell’amore nelle varie situazioni quotidiane abbracciando tutto e tutti.
Che il tempo estivo sia un tempo propizio per riscoprire Gesù pane di vita!