martedì 27 agosto 2024

XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

UNA FEDE DAL CUORE NUOVO


Siamo arrivati a settembre e questo mese inaugura la stagione dei cambiamenti, dei desideri di farsi strada per ricominciare.
L'estate lo sappiamo tutti: oscilla sempre tra tradizioni e trasgressioni, e sembra che la Parola di Dio oggi venga in nostro aiuto per smascherarci da quella ipocrisia, da quella fede di facciata e scuoterci per ritornare al cuore della fede, per ritornare a vivere il nostro rapporto con Dio. È il momento, quindi, del cambio stagione, per passare alla stagione del cuore. Per poterlo fare, il Vangelo di questa domenica ci fa assistere a un nostro modo di attaccarci alla tradizione, alla moda corrente, tralasciando il cuore.
Chiediamoci, anzitutto, nel profondo del nostro cuore: quale sincerità e interiorità profonda nella nostra vita?
Siamo deboli, fragili, facilmente cadiamo nell'errore. Passiamo da un eccesso all'altro. Spesso però siamo falsi fino al punto di non accusare nulla alla nostra coscienza. Davanti a tutti appariamo col sorriso; cosa molto buona, perché da esso possiamo cogliere l'animo dell'altro. Attenzione però, dietro a un sorriso si può nascondere anche il male. Il sorriso non sempre è accompagnato da un cuore capace di dare amore. Ecco perché Gesù riprende la falsità citando il profeta Isaia: «siamo un popolo che onora con le labbra e non con il cuore!».
La nostra fede cristiana deve ritornare al cuore, perché è proprio lì che incontriamo il Signore, è proprio lì che Lui ci seduce, che ci infiamma. Ricordiamo l’esperienza dei discepoli di Emmaus: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via?» (Lc 24,32).
Abbiamo bisogno di evangelizzare il cuore, questo cuore che spesso è chiuso, duro, intollerante. Abbiamo bisogno di chiamare per nome quello che non va nella nostra vita: che siano amarezze, gelosie, menzogne, invidie, rancori, ribellioni e saperle gettare nel cuore di Dio.
In queste domeniche, l’abbiamo sentito, siamo stati invitati ad andare all’essenziale della nostra fede, a chiederci se esiste, nella nostra vita, una concreta possibilità di vivere senza Cristo. Molti, lo sappiamo, piace vivere in un pantano di maschere vuote. Altri pensano solo di andarsene perché Gesù mette al centro la verità, mette in discussione la nostra religiosità sempre tentata da formalismi, ipocrisie e pretesti che la rendono falsa davanti a Dio e meschina davanti agli uomini. Però, più che andarcene abbiamo bisogno di fermarci e interrogarci: come posso imitare Cristo Gesù? Sì, ricordiamolo nuovamente: noi seguiamo Cristo Gesù e non i vari malesseri che ci circondano, che assorbiamo anche a causa delle persone che magari siedono in prima fila pensando di essere i detentori del Verbo. Abbiamo bisogno di porre attenzione a Gesù e non a noi stessi o a quelle persone che ci hanno distolte da lui. Abbiamo bisogno di lasciarci contagiare dalla Parola di Dio e non dalle parole dell’uomo. Per questo Gesù usa parole severe al nostro comportamento: «annullate la Parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi».
Facilmente annulliamo la Parola di Dio con il nostro comportamento magari ornandoci del rosario alla mano o al collo pensando di essere dei paladini del cattolicesimo, ma poi nella realtà siamo lontani dall’insegnamento evangelico, dalla carità verso tutti, da Dio oscurando la sua immagine e aprendo la porta all’incredulità.
Nella seconda lettura l'apostolo Giacomo ci propone di meditare queste parole: «ogni buon regalo e ogni dono perfetto viene dall'alto e discende dal Padre della luce ... Accogliete con docilità la parola che è stata seminata in voi e che può salvare le vostre anime. Siate di quelli che mettono in pratica la parola e non soltanto ascoltatori, illudendo voi stessi. Una religione pura e senza macchia davanti a Dio nostro Padre è questa: soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni e conservarsi puri da questo mondo» (Gc 1,17-27).
Abbiamo bisogno di uomini e donne che fissano lo sguardo su Dio, imparando da Lui la vera umanità, imparando da Lui ad amare.
Spesso uscendo dalle nostre chiese abbiamo comportamenti disumani e questo non può coesistere con il nostro credo.
Lasciamoci provocare dalla Parola di Dio, lasciamoci rinnovare nel cuore dalla Parola di Dio, solo prestando attenzione alla Parola di Dio, solo se sarà scritta nel nostro cuore e nel nostro volto non priveremo il prossimo dell’amore che il Signore ci ha donato.
Iniziamo allora questo nuovo mese con il ritmo di sempre: le scuole, il lavoro, gli incontri, gli imprevisti, gli amici, i nemici, le gioie, i dolori e tutto il resto della nostra vita non saranno elementi intralcianti per un cammino di fede sereno, ma l’ambiente che Dio ha scelto per noi, per donarci se stesso, per sentirci amati da Lui, per amare.
Oggi, interroghiamo il nostro cuore, le nostre intenzioni, per capire se annulliamo la Parola di Dio nascondendoci dietro una maschera di circostanza. Il nostro cuore si purificherà se sapremo accogliere veramente Dio nel nostro cuore, nella nostra vita.
Rivolgiamoci al Signore, oggi, con le parole del Salmista: «crea in me o Dio un cuore puro» (Sal 51,12) per far ritorno a Dio e non alle tradizioni e credere nell’amore.

Buona domenica nel Signore a tutti voi!






immagine: http://www.la-domenica.it/xxii-domenica-del-tempo-ordinario-b/