mercoledì 18 dicembre 2024

IV DOMENICA DI AVVENTO (ANNO C)

GIOISCI CONDIVIDENDO L'AMORE DI DIO


Siamo agli sgoccioli di quest’Avvento 2024 e la frenesia corre velocemente perché a Natale manca poco e magari non abbiamo comprato questo o quello. Ma prima di correre a comprare quello che manca, chiediamoci: come siamo arrivati a questo Natale? Cosa manca veramente nella mia vita? Se abbiamo fatto spazio a Dio nella mangiatoia del nostro cuore?
Anche la Liturgia di questa quarta domenica di Avvento si presenta frenetica. Anch’essa desidera affrettare i passi verso il mistero del Natale con queste parole dell’Antifona alla Messa: «Stillate dall'alto, o cieli, la vostra rugiada e dalle nubi scenda a noi il Giusto; si apra la terra e germogli il Salvatore». Ricordiamo che domenica scorsa la liturgia ci invitava a gioire per il prossimo, e ormai alle porte, Natale del Signore. Questa domenica, invece, ci viene aperta quella porta natalizia che orienta il cammino, ed è il cammino della fede. Una fede che non guarda ostacoli, ma li supera, li valica, va oltre l'orizzonte perché Gesù è il valico delle frontiere, il valico di ogni ostacolo.
Questa domenica troviamo un Vangelo tutto al femminile che ci fa meditare la visita di Maria alla parente Elisabetta, che nonostante l’età avanzata, stava diventando madre.
Perché Maria va da Elisabetta? L’Arcangelo le aveva preannunciato che stava per partorire nella sua sterilità ma Maria non va per cercare conferma a quel «nulla è impossibile a Dio». Maria sente la necessità di incontrare Elisabetta, di abbracciarla con tutto il suo essere. Maria va da Elisabetta perché mossa dall’amore, quello che viene da Dio e che ha riversato su Maria. Maria vive una relazione personale con Dio e riconosce in Lui “tutto il suo bene” ed è da questa relazione che è mossa verso Elisabetta a condividere l’amore per il Signore.
Maria nella casa di Elisabetta condivide non solo una necessità umana, come quella della gravidanza e della maternità, condivide anzitutto quel dono che Dio le ha fatto, condivide l’agire di Dio nella sua vita e nella storia, cantandone le meraviglie.
Questo è quello che insegna Maria in questo momento e ci dà i parametri essenziali di come vivere questo Natale: nella gioia, nella carità, nella riconoscenza a Dio, nella fede sincera e sentita. Non può esserci vero Natale nel nostro cuore e nella nostra vita se non ci apriamo a questo incontro, a questo intimo rapporto con il Signore, sul modello di quella esperienza di maternità che Maria ha sperimentato in modo del tutto singolare.
Anche noi siamo chiamati a fare rinascere nella nostra vita Gesù, perché ogni festa è sempre una nuova opportunità per dialogare con Cristo nella carità. Infatti, «Quando tu dici bene di coloro che dicono male di te, quando tu ami coloro che ti odiano, quando tu preghi per chi ti perseguita, quando tu vinci il male con il bene, manifesti che Cristo è venuto, sei testimone con i fatti che Dio c'è, che Dio è dentro la tua vita!» (Don Oreste Benzi). E alla carità deve pure corrispondere un atteggiamento di umile attesa, anche se il contesto ci rattrista. Occorre sempre scoprire in ogni incontro con l’altro il mistero di Cristo come fece Elisabetta, perché ognuno di noi porta Cristo in sé, come lo portò Maria e come lei, dobbiamo destarci e metterci in marcia e non continuare a sederci sul nostro orgoglio, sul nostro egoismo, sulla propria sicurezza. Il cammino, ricordiamolo, è un andare verso qualcuno ma in salita e la salita costa fatica ma è piena di speranza. Questo è il cammino che abbiamo percorso in queste quattro domeniche. Questa è l’attesa di una presenza, è l'attesa di Dio!
Tra qualche giorno è Natale e non possiamo comprenderlo se non abbiamo lo stesso desiderio dei santi, di Maria, di Elisabetta, degli uomini di buona volontà in attesa.
Come Elisabetta meravigliamoci dell’agire di Dio nella nostra vita, nella nostra storia. L’anziana donna lo riconosce. Riconosciamolo anche noi lasciando agire lo Spirito Santo nella nostra vita. Lasciamo che il Signore ci visiti con la sua Grazia e nell’umiltà cantarlo, come fece Maria nel suo Magnificat.
Il Vangelo di questa domenica ci rammenta che noi andiamo sempre in cerca di cose eclatanti, che fanno rumore, spettacolo e invece Dio è Colui che si fa incontro attraverso i "piccoli", gli "umili". Si fa accanto, vicino, attraverso persone semplici e umili e non potenti o, peggio ancora, prepotenti. E l’incontro di queste due donne è il segno dell’accoglienza reciproca che deve avere ogni battezzato, perché in ognuno di noi vi è la visita e l’azione di Dio che trasforma e salva con tutto il suo amore. E questo manca nella nostra vita, perché manca quella gioia contagiosa nonostante gli ostacoli, i fallimenti.
Dio nasce per colmare questi nostri fallimenti, per renderci felici, per dirci che ci ama follemente, che si consegna come un neonato, cioè, si rende accessibile a tutti. Ecco allora la gioia che ci permette non di cambiare il mondo ma di cambiare il nostro sguardo sul mondo, su quanto viviamo, riconoscendo l’azione di Dio. E sarà Natale!

Buona domenica nel Signore a tutti voi!





immagine: https://concuoredimadre.blogspot.com/2016/05/festa-della-visitazione-di-maria-alla.html