UN NATALE ALL'INSEGNA DELLA SPERANZA
Celebriamo il Natale del Signore. La liturgia ci dà la possibilità di celebrare tre momenti per questa ricorrenza: la Messa della notte, la Messa dell'aurora e la Messa del giorno. Tutti e tre però contengono un solo grido: «Oggi, è nato per noi, il Salvatore!». Sì, ancora oggi, in questo secolo, gridiamo così. Ma non è l'oggi del 25 dicembre 2024 è l'oggi di ieri e di sempre che ci fa fare il cammino "da principio", perché tutto ruota attorno a lui, al Verbo del Padre, ogni giorno, sempre.
L’evangelista Giovanni raccoglie per noi questo «oggi» e ce lo ricorda a modo suo. Ci dice che «in principio era il Verbo». Ci riporta a quel «principio» dove il Verbo, il Logos di Dio, che è eterno, luminoso e beato si fa carne, cioè, diventa come ognuno di noi, perché anche noi possiamo essere luminosi, beati.
In “principio era il Verbo” dice Giovanni ma è il principio della nostra umanità che oggi, purtroppo, la vediamo spaccata, divisa. Sembra leggere fin dalla nascita del nostro Redentore il suo ministero pubblico dove l’uditorio di Gesù si spacca in due: “chi lo accoglie e chi lo rifiuta”. Il Natale del Signore ci ricorda questa divisione che in qualche maniera porteremo sempre nel cuore. Il mistero del Natale, però, se è accolto in sincerità di cuore, se il cuore è libero da ogni ostacolo, ci donerà quel potere di essere figli di Dio.
Nella quarta domenica di Avvento abbiamo visto la frenesia per arrivare a questo giorno: sia umanamente che liturgicamente. C’è un’attesa distribuita in quattro settimane ma poi alla fine rifiutiamo Gesù. Perché tutto questo? Perché non in tutti i cuori ci sta pace, unità, amore, gioia, speranza. Forse qualcuno di noi ha contribuito a questo pensando magari di avere ragione ma che alla fine è sola pura illusione. Ma anche questo è Natale, perché il Natale del Signore ci ricorda che Dio non si è dimenticato di noi anche se noi pensiamo diversamente ma siamo solo noi che continuiamo a dimenticarci di Lui.
Il Natale del Signore è un amore che non ha termine ma ci fa cogliere il mistero della vita che non ha mai fine. Il Vangelo ci ricorda che solo il semplice, l'umile sa cogliere in profondità il mistero.
Chiediamoci dinanzi a questo grandioso mistero: dove ci collochiamo? Quale novità quest'anno, non sotto l'albero, ma nel cuore di ciascuno?
Penso che la risposta per questa domanda sia personale: ciascuno nel suo cuore dovrà dare la giusta risposta. Qui posso dire che è Natale ogni volta che incarniamo l'amore di Dio, che, come Maria, siamo mossi dall’amore di Dio per andare verso l'ultimo.
In questo periodo ci lasciamo affascinare da presepi, luci, colori vari, concerti, canzoni varie. Tra queste ci sta quella dell’Antoniano di Bologna: “Anche quest’anno è già Natale” dove tra le righe del brano si ascolta l’amore gratuito di Dio facilmente rifiutato. Però è bello notare che ha dei verbi al condizionale che aprono alla speranza. E questo Natale apre anche il Giubileo della speranza. “La speranza è la grammatica comune cui attingere per far capire che un mondo diverso è possibile” (Vincenzo Corrado). Ma questo solo se superiamo il nostro orgoglio, il nostro egoismo, la nostra superbia. Questo lo possiamo fare se guardiamo con gli occhi di Dio e non con gli occhi di chi giudica. Questo dice la speranza cristiana e richiede anche una accoglienza fiduciosa distaccandosi dalla mondanità per entrare e adorare il mistero. Grazie a Dio, in mezzo a tanta gente, ci stanno "i pastori" di oggi che se ne accorgono e lo accettano ed entrano nella mangiatoia, entrano in quel mistero pieno di speranza.
Natale ci dice che la speranza è Gesù e celebrarlo, ammirarlo in un presepe deve essere l’inizio per poterlo seguire sulle strade della vita, ogni giorno, camminando con Lui verso quella Croce del Venerdì Santo passando dalle varie croci quotidiane. Se no, che Natale è?
Quest’anno giubilare che in qualche maniera tutti vivremo ci ricorderà quello che ci siamo dimenticati: la virtù della speranza, quella che trascina la fede e la carità. I tempi di oggi purtroppo non sono all’insegna della speranza, sono colmi di violenza (di qualsiasi natura), incomprensioni, incapacità nelle relazioni anche quelle più immediate e semplici.
Il cuore non spera, continua a odiare, a giudicare. Il Natale del Signore ci ricorda che la speranza è un dono ma anche una responsabilità da assumere, da vivere.
Domenica scorsa abbiamo visto la Vergine Maria mossa dall’amore per superare quelle barriere della vita e donarsi alla vita. Questo ci ricorda che questo Anno Santo va vissuto all’insegna dell’amore che non può deludere perché la speranza non delude (Rm 5,5), Gesù non delude.
Continuiamo allora a vivere questo Natale. Tutto il periodo Natalizio la Parola di Dio ci parla di quella semplicità e umanità racchiusa nel Bambino di Betlemme. Con Lui abbiamo quell’opportunità di guardare al futuro sapendo di essere responsabili nel costruire il nostro presente all’insegna dell’amore, della gioia, della pace, della speranza. Sarà Natale il momento in cui la speranza riempirà i nostri cuori.
Buon Natale a tutti voi!
immagine: Movie : The Nativity Story (2007)