CON MARIA, UN ANNO CON GESÙ NOSTRA SPERANZA
Celebriamo all’inizio dell’anno nuovo la festa di Maria, Madre di Dio. La festa mariana più importante in assoluto. Santa Maria Madre di Dio! Così si osannava alla Vergine Maria a Efeso nel giugno del 431, al termine della proclamazione del dogma. E questo deve essere motivo di gioia per tutti, ancora oggi, perché celebriamo Cristo, Figlio di Dio, nato da Maria Vergine. E oggi celebriamo anche la giornata della pace. Un giorno particolare per cui pregare Gesù, Principe della pace, per il dono della pace: pace nei cuori, pace nelle famiglie, pace nelle strade, pace nei luoghi di guerra.
Quante cose all’inizio di un nuovo anno. Forse abbiamo cancellato quello passato, magari per tanti è stato tremendo, per altri lo è ancora ma è stato un tempo donatoci. Quindi è un anno che ci appartiene e non possiamo far finta di nulla. Allora, alziamo lo sguardo verso la Mamma celeste. Tutti abbiamo bisogno di lei, soprattutto coloro che sono colpiti dalla guerra, che stanno vivendo questi momenti di festa dentro un buio e freddo tunnel, immersi nella miseria, nella paura, nella violenza, nell’indifferenza. Alziamo lo sguardo alla Madre di Dio per quanti non hanno pace, perché attraverso di Lei Dio entri nei cuori, nelle case delle famiglie, nel nostro mondo.
Il Vangelo di questa solennità ci indica come dobbiamo pregare, come dobbiamo accogliere Dio nella nostra vita, donandoci dei protagonisti molto semplici e poveri: i pastori, che in quella notte stavano vegliando il loro gregge. Proprio queste persone hanno avuto la grazia di conoscere per primo il Redentore, il Principe della pace che si è fatto uomo, che è nato nella povertà, come loro. Questi ci insegnano che è la semplicità di cuore, un cuore aperto che permette l’incontro con Gesù nella vita e in questo Anno Santo, sarà la chiave per la nostra conversione, per rafforzare la nostra fede, vivendo bene ogni momento della vita e soprattutto nell’amore.
In questo giorno solenne, Luca ci mostra anche un atteggiamento della Vergine Maria: «custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19). Come Maria abbiamo bisogno di farci custodi della Parola di Dio, di ogni avvenimento di grazia facendo in modo che dal nostro cuore passi Dio, che nei nostri cuori, nelle nostre famiglie regni Dio.
Impariamo ad ascoltare Dio. Maria imparò ad ascoltarlo fin dal grembo materno. Noi possiamo imparare a scoprire i suoi palpiti nella storia iniziando da una presenza silenziosa che è il linguaggio della sua regalità. Per imparare ad ascoltare Dio abbiamo bisogno di fare silenzio. E questo possiamo farlo, anche guardando in silenzio quel presepe, quello che abbiamo allestito nelle nostre case, per riscoprirci dinanzi ad esso teneri, amati per poter assaporare il senso genuino della vita. In quel silenzio abbracciamo Gesù, lasciamo che Gesù parli al nostro cuore: che la sua piccolezza smonti la nostra superbia, che la sua povertà disturbi le nostre fastosità, che la sua tenerezza smuova il nostro cuore insensibile.
Necessitiamo di ritagliare momenti di silenzio con Dio, per pacificare la nostra anima, custodirla. Oggi più che mai abbiamo bisogno di custodire la nostra libertà dalle banalità corrosive del consumismo, dagli stordimenti della pubblicità, dal multiloquio privo di senso ma pieno di peccato, dallo tsunami del chiacchiericcio, del pettegolezzo, del puntare il dito.
Per proseguire nel nuovo anno, ci dice la festa di oggi, occorre tornare a Betlemme, da quella tenerezza che troviamo in un presepe, in una Madre che tiene in braccio il proprio figlio, che tiene in braccio Dio.
L'inizio dell'anno nuovo deve sempre incoraggiarci a lasciare tante zavorre inutili e a ritrovare ciò che conta. Lo iniziamo con una benedizione, così come abbiamo appreso dalla prima lettura: «Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace».
Due parole belle contengono questa benedizione: grazia e pace. La prima vuole indicare una vita diversa, nuova perché è la vita stessa di Dio. La vita nuova è la vita del Signore in noi che ci aiuta a dimenticarsi di sé stessi e a non poter fare a meno di donarsi al Signore e agli altri, senza condizioni!
L’altra parola è la pace. In un tempo particolare come ai nostri giorni, questo grande desiderio appare qualcosa di illusorio, perché abbiamo dimenticato che la pace sgorga dalla vittoria sul peccato; perché la guerra, in ogni sua forma, e la violenza, in ogni sua forma, trovano le proprie radici nel peccato e nel male, che è presente nel cuore di ciascuno di noi. La pace, non dimentichiamolo è un dono che viene dall’Alto e insieme alla Madre di Dio, chiediamo la pace vera che è Gesù in noi. Questa è la pace di cui abbiamo veramente bisogno. Iniziando da noi per arrivare al mondo!
Alziamo, allora, il nostro sguardo a Maria, invochiamola perché ci aiuti a costruire la pace. Quella pace necessaria al nostro cuore, quella pace necessaria alla nostra società, al nostro mondo. È una pace da proclamare col cuore, con la vita.
Invochiamo la presenza di Dio in mezzo a noi con tutta la sua disarmante bellezza, la sua nudità assoluta, con la sua luce che tutto illumina. Invochiamo insieme a Maria lo Spirito Santo perché sia luce ai nostri passi ogni giorno dell'anno, da vivere nella serenità, nell’armonia, nell’amore, nella pace.
Possa il sorriso di Dio farci ritrovare quella pace, farci trovare Gesù, speranza per tutti noi!
Con Maria, buon anno nuovo a tutti voi!