mercoledì 8 gennaio 2025

BATTESIMO DEL SIGNORE (ANNO C)

IL BATTESIMO DELL'AMORE


Con la festa di questa domenica, con la festa del Battesimo del Signore Gesù al Giordano, si conclude il tempo liturgico del Natale. Possiamo dire che dal 25 dicembre a questa domenica, abbiamo fatto un’unica celebrazione in quanto tra le due festività, vi è una stretta relazione. A Natale, infatti, abbiamo contemplato il volto di un Dio che per amore si è fatto bambino, questa domenica invece contempliamo in Gesù adulto il volto di un Dio che per amore si è fatto battezzare, continuando a condividere fino in fondo la nostra condizione umana. Gesù, infatti, non aveva bisogno di farsi battezzare, ma per amore scende con noi negli abissi della nostra miseria e riempirci della sua misericordia.
Quindi il tempo liturgico del Natale ci ha mostrato, anche in questo preciso istante, l’unico volto di Dio amore che vuole solamente la nostra salvezza, così come diciamo nella nostra professione di fede: “per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo…”. E Dio è disceso facendosi bambino; Dio è disceso immergendosi nelle acque del Giordano e Dio discende solo per amore. Dio, infatti, è un salvatore d’amore.
Con questa celebrazione questa salvezza si rinnova. San Paolo, nella seconda lettura odierna, ce lo ricorda così: «è apparsa la grazia di Dio che porta salvezza a tutti gli uomini».
Queste parole ci ricordano che la salvezza non è una nostra conquista ma un dono che viene dall’Alto. Che la vita cristiana non si può vivere a tentoni lasciandola al caso oppure all’intelligenza artificiale. Purtroppo, non ci accorgiamo di questo perché la nostra vita è talmente frenetica, senza senso e rattoppata da una preghiera a senso unico che, pur ingarbugliata nel peccato, cerchiamo sempre di giustificarla e intanto il nostro battesimo continua a riposare in qualche angolo della nostra esistenza.
Con questa festa del Battesimo del Signore abbiamo occasione per risvegliare il nostro battesimo, iniziando dal basso, iniziando dalla nostra ferialità come la folla del Vangelo che, nonostante erano distaccati da Dio, era in attesa febbrile del Messia perché desiderava ricominciare. Per questo ripartono dal basso, dalla loro stessa miseria rappresentata dal fiume Giordano. Ripartono con tanta umiltà che li spinge ad abbassarsi non al profeta ma all’amore veniente di Dio che traccia per tutti una strada fatta di abbassamento, umiltà, amore, testimonianza in un perenne immergersi nella morte di Cristo.
Nel Vangelo osserviamo che Gesù si mescola alla folla, non fa distinzione come usiamo spesso fare noi, perché la misericordia di Dio è più grande della nostra miseria. Per questo il battesimo di Gesù è un nuovo inizio, un riprendere in mano la nostra vita, un riprendere il nostro stesso battesimo lasciandoci immergere da Colui che è più forte, in Dio e nel suo amore.
Questo, infatti, dovremmo essere ciascuno di noi: una persona immersa in Dio, nello Spirito Santo e fuoco, piena di calore e ricca di Dio. Questo significa essere immersi in Dio. Non è un dibattito sull’esistenza di Dio come spesso accade. Il battezzato è chiamato a testimoniare questa presenza divina nella ferialità della propria vita e non a discuterla. Il battezzato è chiamato a vivere realmente alla presenza di Dio. Ripartire dal battesimo è il punto di partenza per poterlo fare.
Come la folla del Vangelo, ripensiamo allora la nostra fede. Ricominciamo da questo santo giorno, scendiamo in basso con tutta la nostra miseria e ripercorriamo il cammino del catecumeno lasciandoci toccare dalla grazia divina.
Dio ci ama e ci ama per primo (1Gv 4,19) perché anche noi siamo, in Cristo Gesù, il suo compiacimento, un termine bellissimo che dice che a Dio piace stare con te, con tutti noi. Qui si realizza quanto aveva detto il profeta Isaia: l'esultanza di Dio per ciascuno di noi, la stessa esultanza che ha lo sposo per la sua sposa (cfr. Is 62,5).
L'invito è quello di rivedere ogni giorno la nostra vita, così come si presenta. Lo dobbiamo fare sentendo quella Voce di Dio che ci ripete: “tu sei il figlio mio amato, tu sei mio compiacimento”. Ed è bello, ogni mattina, scoprirsi amati da Dio; sarà anche un modo per far emergere quelle paure che si annidano dentro di noi: tristezze, delusioni, brutture varie, minacce, complessi vari, difetti fisici o morali e potremmo continuare all'infinito, perché tanti sono i problemi che ricamano la nostra persona, ma niente al mondo ostacolerà l’amore di Dio. Ecco la verità del nostro battesimo: Dio ci ama sempre e gratuitamente. Una verità che a Gesù costerà la morte in croce che ci ricorderà un Dio pazzo d’amore.
Rivediamoci allora tra le braccia di Dio come un bambino sollevato da terra, perché ci attende un amore infinito, una eternità di gloria. Questa, infatti, è la salvezza che contempliamo oggi: una salvezza che è dono, una salvezza che vince il peccato che è in noi, che ci sana da ogni ferita e che ci dona la prospettiva di una eternità felice.
Alziamo anche lo sguardo alla Vergine Maria. Con lei abbandoniamoci felicemente in Dio. Viviamo ogni giorno tutto alla luce di Dio scoprendoci figli amati. Impariamo a perseverare nella preghiera, a partecipare ai sacramenti, incarnando lo stile di Gesù: vicinanza, tenerezza, compassione e seminando amore, giustizia e fraternità.

Buona festa del Battesimo del Signore a tutti voi!