mercoledì 15 gennaio 2025

II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

CANA: IL MIRACOLO DELL'AMORE


Dopo aver celebrato l’Epifania del Signore e il Battesimo di Gesù ecco, questa domenica, celebriamo un’altra manifestazione della gloria di Gesù a Cana di Galilea, durante una festa di nozze e da quel sacro luogo inizia la sua missione. Infatti, la Parola di questa domenica non è da leggere come un atto di misericordia verso dei giovani sposi in difficoltà, ma l’inizio del ministero pubblico di Gesù.
Guardando la liturgia della Parola dove abbiamo un banchetto di nozze, senza gli sposi, semmai solo in un fugace accenno, perché si parla principalmente delle nozze di Dio con l’umanità.
Quando parliamo di nozze, parliamo d'amore, parliamo di festa, parliamo di gioia. Ebbene, questa celebrazione vuole ricordare proprio tutto questo dove Dio ne è l'autore. Dio si è legato all’umanità con un patto nuziale perché l'ama e il suo amore è come quello di uno sposo, intimo, esclusivo, geloso (Ct 8,6-7; Dt 4,24). A quest'amore di Dio, l’umanità ha risposto spesso con tradimenti ed infedeltà; quello che ancora oggi troviamo ai nostri giorni, quello che vediamo in una coppia di sposi dove lui o lei cadono nell’adulterio e in entrambi i casi, si dimentica l’amore ricevuto.
L’evangelista Giovanni evidenzia che tutti noi siamo come degli adulteri, perché nella nostra vita abbiamo abbandonato Dio e ci ritroviamo privi dell’essenziale, privi dell’amore di Dio anche se Dio continua ad essere presente in mezzo a noi, perché il suo amore è fedele per sempre!
Cana, allora, per tutti noi è l'emblema di un nuovo inizio. Forse pensavamo che per ricominciare con Dio avessimo bisogno chissà quale sacrificio da offrire, quale penitenza da fare. Dio è disceso in mezzo a noi per salvarci; Dio è disceso in mezzo a noi e ci dice: ti amo!
Oggi pensare Dio diventa sempre più difficile e complicato perché la sua è una storia perenne d’amore che ai nostri giorni risulta sempre più una utopia tanto che è sempre più minacciata, usata, gettata, uccisa.  
Nel Vangelo di Giovanni questi particolari sono simboleggiati in quel “vino” venuto meno. L’Evangelista fa uso di quest’immagine per indicare una verità profonda: la mancanza di amore, la mancanza della gioia e con esse, il venir meno di quelle esperienze umane meravigliose piene di stupore. Un musicista, un personaggio pubblico dello spettacolo, in una intervista televisiva disse che abbiamo bisogno di ritornare a meravigliarci, a mantenere dentro di noi il senso della meraviglia, dello stupore.
In questa situazione triste della nostra vita e della nostra storia, impariamo a guardare alla Vergine Maria. Ella occupa un ruolo fondamentale nell’indicare la via dell’amore e quando si parla d’amore non si può che guardare alla Madre. Quando si parla di amore, ci sta sempre una madre pronta ad insegnarti che cosa sia. Oggi, forse, difficilmente ci accostiamo alla propria madre perché ci insegni la via dell'amore. Si vive più sul virtuale che sul reale, dove non si risponde più a niente e a nessuno, compreso noi stessi.
Oggi più che mai abbiamo bisogno di accostarci a una grande madre come la Vergine Maria perché ci tracci la via dell’amore, perché ci aiuti a riempire le anfore della vita. Ella interviene sempre nel campo dell’amore dando a tutti “l’istruzione per l’uso”: «qualsiasi cosa vi dica, fatela», cioè, fate le sue parole. Fate il Vangelo. Non solo ascoltatelo o annunciatelo, ma fate, rendete il Vangelo vita della vostra vita. E si riempiranno le anfore vuote della vostra vita.
Fare la Parola non è facile per nessuno; eppure, Gesù ci dice che «Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia» (Mt 7,24).
Se Maria dona queste istruzioni d’amore a ciascuno di noi, è perché prima ha parlato d’amore con Gesù, suo figlio e a maggior ragione continua a farlo con noi, perché desidera che dal nostro cuore scaturisca la gioia, che scaturisca l’amore, che si continui a vivere in perfetta armonia con se stessi, con tutti e con Dio.
Come usare questo “bugiardino dell’amore” donatoci da Maria? Iniziando dall’ascolto della Parola di Dio, ascolto che vuole anche dire obbedienza a Cristo Gesù. Ai nostri giorni ogni battezzato deve collocarsi in questo “start” che è Cristo Gesù, ecco perché riceviamo istruzioni da Maria, da colei che le ha usate per primo. Facciamolo anche noi! Quante volte nella nostra vita ci viene chiesto di ricorrere a Maria? Tante volte. Quante volte nella nostra vita cantiamo quel canto d’offertorio le cui parole risuonano un fare “come Maria”? Tante volte. Allora, come Maria, andiamo da Gesù tante volte, in modo che la nostra vita non si trasformi in tragedia. Andiamo da Gesù con Maria per imparare ad amare, anche sulle situazioni tristi, vuote, perché Dio è sempre presente in quelle situazioni.
Cana prima di essere una bella pagina da leggere nel giorno delle nozze di qualcuno, è la pagina della nostra vita con annessi e connessi e si ripeterà sempre. Questo, però, è il luogo sacro per ricominciare, attingendo il vino nuovo di cui si parla, il segno di Dio per una nuova vita piena delle benedizioni che Dio stesso farà alla nostra vita. E sarà un miracolo d’amore che Dio manifesterà attraverso di noi!

Buona domenica nel Signore a tutti voi!