COME I MAGI DIFFONDIAMO LA LUCE DEL NATALE!
Celebriamo l’Epifania del Signore, cioè la sua manifestazione, la sua rivelazione; celebriamo Cristo che è luce del mondo e che ci precede sempre, in ogni luogo. Infatti, oggi siamo chiamati a rivestirci di Gesù, così come ci invita il profeta Isaia: «Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te» (Is 60,1). Oggi, questa luce che è Gesù, si irradia perché si incontra con tutti gli uomini di ogni età, razza, nazione, lingua. Questa luce oggi si irradia perché nel segno del cammino dei magi vi è il cammino di tutti gli uomini verso il Signore e che si rinnova nella storia e nel tempo.
Quindi oggi è un giorno universale perché «in Cristo Gesù siamo chiamati a condividere la stessa eredità» (Ef 3,6). Ma forse, guardandoci attorno, non per tutti è così. Siamo molto legati a noi stessi, al nostro modo di fare, per questo «la nostra anima è come terra deserta, arida, senz’acqua» (Sal 62,2). Nonostante questo, però, siamo davanti a Lui, come quei “magi venuti dall’oriente”. Siamo con Colui che può far fiorire il nostro deserto, la nostra terra arida.
In questi giorni risuona ancora quel detto che dice: “con l’Epifania, tutte le feste vanno via”. Ora, chiediamoci pure: è proprio vero che l'Epifania tutte le feste porta via? Praticamente sì, le feste finiscono è vero. Ma c'è una festa che continua: è la festa dell'amore di Dio per ciascuno di noi. Quella non cesserà mai. Questo insegnano i nostri magi, perché lo hanno sperimentato in anteprima nel loro cuore. Hanno creduto all’Amore senza averlo conosciuto e «pur senza vederlo hanno creduto» (cfr. Gv 20,29).
Come questi magi hanno riconosciuto in Gesù Cristo, nel Figlio della Vergine Maria, il Messia promesso e a prostrarsi in adorazione davanti a Lui? Non solo perché hanno seguito la stella ma anche perché hanno scrutato la Sacra Scrittura. Hanno scrutato Dio stesso e l’amore trovato in Lui li ha mossi fin da lontano e si misero in marcia verso un paese loro ignoto. È sempre l’amore del Signore che smuove le coscienze, che mette in movimento per nuovi lidi sconosciuti. Anche Abramo, nostro padre nella fede, uscì dalla sua terra e si mise in cammino verso un luogo sconosciuto (cf. Gen 12,1), confidando nell’amore del Signore, confidando nella sua Parola.
Purtroppo, la luce che incontrano i magi si scontra con le tenebre del re Erode degli scribi e dei farisei.
Anche ai nostri giorni continua questa lotta con l’Erode di turno, magari siamo noi quell’Erode. Parliamoci chiaro: non perché in famiglia si è cristiani ci possiamo definire tali. Non perché facciamo pratiche religiose, andare a Messa (anche se ai nostri giorni scema sempre più) o corsi teologici che ci possiamo definire cristiani. Una cosa è fare i cristiani, altra è essere cristiani!
In questo giorno solenne, i magi insegnano a seguire una stella, a scrutare la Sacra Scrittura, a confidare in Gesù nostra speranza, perché la nostra vita rinasca, perché anche noi possiamo entrare nel cuore di Dio per vedere e gustare le sue meraviglie insieme alla Vergine Maria.
La vita di ogni cristiano è quella che entra in quella casa che è il cuore di Dio per poterlo adorare, contemplare, testimoniare, così possiamo tradurre ai nostri giorni quei doni che hanno fatto i magi. Questo lo possiamo fare tutti, perché quegli uomini l’hanno fatto in quella casa, nel cuore di Dio e hanno continuato nella loro terra, cioè nella vita di tutti i giorni, dopo aver lasciato Betlemme.
Anche noi come i magi mettiamoci in cammino, facciamo il nostro pellegrinaggio. Siamo nell’Anno Santo tempo in cui il pellegrinaggio assume un suo valore spirituale perché è un’esperienza di conversione, è un rafforzamento della fede, è un tempo di grazia per orientare la propria esistenza verso Dio. Ci ricorda papa Francesco con la Bolla di questo Anno Santo che “mettersi in cammino è tipico di chi va alla ricerca del senso della vita” (Spes non confundit, 5). Questo hanno fatto i magi: hanno cercato Dio e il senso della vita.
Anche per noi può essere la stessa cosa se apriamo il nostro cuore, se iniziamo dalla nostra vita, dalla nostra esistenza. Sarà il cammino della ricerca della verità, della giustizia, dell’amore, della felicità, della pace. Un cammino che può sfociare solo nell’incontro vero, reale, con Cristo Gesù, anche se costerà fatica perché incontrare Cristo Gesù costa tanto: rinnegare sé stessi. Sarà forse facile per chi, mettendosi in cammino, darà risposta di sé stesso (cf. Gv 1,22), cercandone altre di risposte ma non sarà la stessa cosa per chi crede di averle già trovate riducendo il mistero di Dio a proprio piacimento.
Allora, coraggio, come i Magi, alziamo lo sguardo a Cristo nostra stella e nostra speranza. Usciamo dagli schemi personali o tradizionali, usciamo dal nostro io puntando lo sguardo oltre l'orizzonte.
Come i Magi, entriamo in quella casa, cioè nel mistero di Dio fattosi carne e insieme a Maria e Giuseppe contempliamo la piccolezza da vivere e non da uccidere. Anche noi siamo chiamati a indicare a tutti la strada per incontrare Cristo Gesù e lo possiamo fare solo lo ricerchiamo, se ci mettiamo in cammino. Saremo la nuova stella capace di diffondere una luce che attrae quei cuori desiderosi di Dio e del suo sogno d’amore.
Buona domenica nel Signore a tutti voi!
immagine: https://old-fashionedcharm.blogspot.com/2015/12/the-nativity-story-2006.html