mercoledì 22 gennaio 2025

III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO o della Parola di Dio (ANNO C)

TEOFILO DELLA PAROLA


Questa domenica, terza del Tempo Ordinario, siamo interrogati sul nostro tipo di fede. L’Anno Santo che viviamo è una grande opportunità di grazia del Signore, per capire e rinforzare la nostra fede che non significa fare delle determinate cose per poi essere a posto con la coscienza, ma un lasciarsi amare dal Signore per poter amare.
La terza domenica del Tempo Ordinario è la domenica dedicata alla Parola di Dio e, non a caso, questa domenica ci vengono proposte alla nostra attenzione le prime parole del vangelo di Luca indirizzate a una persona speciale, a una persona amata: Teofilo.
Teofilo è un personaggio che possiamo identificarlo, a causa del suo nome, in ciascuno di noi. Infatti, Teofilo è un nome che significa amico di Dio o amato da Dio e l’evangelista Luca, introducendoci in un resoconto ben ordinato su Gesù, si presenta come l’amico di Dio e si rivolge a coloro che sono dei “Teofilo” – o che lo vogliono essere – adulti nella fede, consapevoli della propria responsabilità nella storia e nel tempo.
Nel Vangelo ascoltiamo Gesù che ci dice che è venuto a «proclamare un anno di grazia del Signore» e questo tempo di misericordia, non è semplicemente un fatto di ieri ma durerà sempre, fino alla fine dei tempi. Ora, per vivere il nostro Giubileo 2025, siamo invitati a far ritorno alla Sacra Scrittura (Spes non confundit, 25) che è un’«ancora sicura e salda per la nostra vita» (Eb 6,19).
Perché la Sacra Scrittura sia il “porto sicuro” in cui ormeggiare la nostra vita, abbiamo un esempio in Gesù stesso, che lo vediamo, «secondo il suo solito», assiduo frequentatore della Sacra Scrittura letta comunitariamente. Un esempio per noi che durante le celebrazioni, soprattutto quelle eucaristiche, prendiamo direzioni diverse: chi se la legge per conto proprio, chi l’ascolta, chi la evita completamente pensando che sia più giusto ascoltare tutt’altro che Dio. Noi oggi abbiamo un’assemblea divisa nella fede, che non comprende ancora l’importanza della Parola di Dio nella propria vita. Eppure, ancora oggi, il Vangelo ci da un’altra indicazione preziosa sulla Parola di Dio nella nostra esistenza: Essa consola, incoraggia, corregge in base al punto in cui si trova la nostra vita. Ancora oggi non comprendiamo che la Parola di Dio è un grande dono alla nostra vita. Nel Vangelo vediamo che Gesù riceve il Rotolo dove trovò il passo che poi proclama. Noi la Parola di Dio la riceviamo per accostarci a dialogare con Essa e trovare quelle giuste parole in cui rilassare il cuore, in cui ritrovarci.
Abbiamo tanto bisogno di ritrovarci nella Parola di Dio. Dobbiamo capire che davanti non abbiamo un libro ricco di informazioni, un contenitore di idee ma Qualcuno, su cui fissare gli occhi. Questo qualcuno ha un nome: Gesù. Questo significa che tutto il nostro essere, tutto il nostro corpo deve prendere parte al dialogo con la Parola di Dio in una maniera serena e rispettosa per aprirsi al discepolato che si concretizza nelle opere di bene. A questo siamo chiamati!
Purtroppo, siamo passati all’anonimato continuando a fissare Gesù fin quando non farà il miracolo, dimenticando che non siamo fatti per i miracoli ma per amare. Abbiamo bisogno, sì, di fissare gli occhi su Gesù ma per dimorare in Lui, perché possiamo gustare la Parola di Dio e viverla, ogni giorno. Ed è proprio quello che cerca di farci comprendere l’evangelista Luca: capire come la fede va nutrita con scrupolo, studiata, indagata perché possiamo «dare ragione della speranza che è in noi» (1Pt 3,15).
Noi invece facciamo fatica: vogliamo essere serviti e riveriti continuando a vivere la sindrome del falso problema, dentro una schizofrenia spirituale mentre la superficialità del nostro credo aleggia a tentoni.
Il Vangelo di questa domenica ha una novità per noi e per tutti: oggi è propizio per la liberazione, è propizio per la salvezza! È Gesù stesso a dirlo, attualizzando sulla sua persona quanto dicevano i profeti: mettere al centro l'uomo con tutte le sue problematiche. E questo lo possiamo fare tutti, perché tutti siamo stati unti; tutti abbiamo ricevuto lo Spirito del Signore e siamo stati consacrati nel giorno del battesimo e confermati nel giorno della cresima per «portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore». Questo però lo possiamo fare se rendiamo vivo l'Oggi della Parola, quella stessa Parola che ascoltiamo durante la celebrazione Eucaristica o durante altri momenti comunitari o personali.
Ascoltare oggi la sua Parola significa anzitutto essere quel Teofilo che ridà libertà e umanità al proprio vivere quotidiano con un cuore pieno di gioia, pieno d’amore, pieno di Dio misericordioso, perché chiunque ha smarrito la speranza possa trovare consolazione.
Chiediamo al Signore in questo giorno di grazia che ci renda servi della potenza del Vangelo che riconcilia, che ci fa crescere nella comunione fraterna uniti dal vincolo della carità divina.

Buona domenica nel Signore a tutti voi!






immagine: https://familiafranciscana.com/2019/01/21/domingo-iii-c-jesus-es-el-mesias/