venerdì 21 febbraio 2025

VII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

MISERICORDIOSI COME IL PADRE


Domenica scorsa abbiamo ascoltato un elenco di beatitudini, un indirizzo chiaro per seguire Cristo Gesù nella vita di tutti i giorni.
Questa domenica, continuando con lo stesso capitolo del Vangelo di Luca, cerchiamo di capire come abbiamo accolto quelle beatitudini accompagnate dai “guai” iniziando da un monito di Gesù: «a voi che ascoltate». Abbiamo, quindi, un presupposto: ascoltare!
Ascoltare non è un optional anche se il Signore ci lascia liberi, ascoltare è un comando di Gesù verso quanti di noi si dicono cristiani, verso quanti di noi vogliono seguirlo più da vicino. Se dobbiamo vivere il Vangelo, dobbiamo metterci in ascolto di Dio, della sua Parola. Come posso pretendere di essere cristiano, di essere religioso, se poi non ascolto quanto il Signore mi vuole dire? Come posso entrare nella logica dell’amore, riscoprire la concretezza dell’amore se la mia esistenza è priva dell’ascolto della Parola di Dio?
Oggi vivere il cristianesimo non è così semplice, c’è troppo buonismo e non concretezza, per questo sentiamo da Gesù un modo diverso di ragionare, proponendoci qualcosa che umanamente ci spiazza: il principio della non resistenza al male e il comandamento dell’amore dei propri nemici.
Quello che ci propone Gesù è quello che ha vissuto Lui. L’apostolo Pietro dice di Gesù che «Insultato non rispondeva con l’insulto, maltrattato non minacciava vendetta, ma si affidava a colui che giudica con giustizia» (1Pt 2,23). Ricordiamoci che essere cristiani significa imitare Gesù Cristo. E ce lo ricorda sempre san Pietro in un altro passo: «Egli ci ha lasciato un esempio perché noi ne seguissimo le orme» (1Pt 2,21). Gesù ci dice che, se impari ad imitare Dio comincerai a vivere una logica diversa, a vivere la stessa misericordia del Padre. Allora tutto diventa possibile!
Sembra che questa domenica abbiamo una pagina più che attuale. Nella nostra vita ci ritroviamo sempre, in qualche misura, a far pagare il torto ricevuto. C'è una ferita dentro di noi, che facciamo fatica a farla rimarginare. Vuoi un po’ per carattere. Vuoi un po’ per giustizia. La parte umana di noi prevale sempre sul seguire Cristo e la sua Legge. Per questo motivo una pagina evangelica del genere ci destabilizza, perché questo messaggio va contro le logiche umane, rende vana la morale comune ma evidenzia che solo l’amore verso il nemico salverà l’umanità.
Chiediamoci allora: cosa in realtà il Signore, in questo momento, ci sta chiedendo? Certamente non ci sta chiedendo di sforzarci, a tutti i costi, ad amare ma anzitutto di lasciarci amare da Lui, che è il Signore, in modo tale che il mio cuore sia colmo di Lui, posseduto da Lui e che cerca Lui, che ami Lui, che guardi me stesso e la realtà che mi circonda come guarderebbe Lui. Questa è una trasformazione nell’Amato, direbbe san Giovanni della Croce, e grazie a questa trasformazione, sarò in grado di poter amare come Lui mi sta proponendo. Del resto, ce l’hanno detto in tanti: “cambia il mondo a partire da te stesso”.
Per partire da sé stessi occorre scavare nella propria vita, nella profondità del proprio cuore per amare coloro che ci fanno del male, coloro che ci pesano, coloro che ci valutano, coloro che ci giudicano. Sarà un andare oltre noi stessi, mantenendo alta la nostra dignità, cercando di fare sempre del bene.
Gesù questa domenica ci richiama alla misericordia infinita del Padre. Quante volte il nostro cuore rimane pietrificato dinanzi all’amore, al perdono e pretendiamo il perdono di Dio? Se il nostro cuore è chiuso non potrà mai accogliere la misericordia di Dio per poterla vivere, anzi avrà sempre un pretesto di condanna verso l’altro.
Riconosciamoci allora bisognosi dell’amore di Dio, perché tutti noi ne abbiamo bisogno. Riconosciamoci anche bisognosi di perdono, perché tutti noi ne abbiamo bisogno. Perdoniamo e saremo perdonati. Abbiamo misericordia con gli altri, e noi sentiremo quella misericordia di Dio che, quando perdona, “dimentica”.
Il Giubileo 2025 è la grande porta della misericordia di Dio che chiede di aprire la porta del nostro cuore per lasciare entrare il Signore o tante volte farlo uscire perché tenuto prigioniero del nostro egoismo, del nostro male. A Roma ci sta la Porta Santa, anzi sono cinque, per questo anno giubilare. Ma ci sta una Porta Santa perenne che è quella del sacramento della Riconciliazione, la porta della misericordia di Dio.
Che ci sia aperta anche la porta del nostro cuore dove possiamo accogliere tutti, nessuno escluso, dove possiamo accogliere il perdono di Dio e dare anche il nostro perdono.
Preghiamo allora come ci chiede il Vangelo stesso, perché nella preghiera assidua nasca e prenda sempre più forma la misericordia e sarà gioia piena che nessun male potrà scalfire, una gioia che ci renderà testimoni della bontà di Dio anche quando tutto ci sembrerà difficile.
Ci affidiamo alla Vergine Maria, la prima a percorrere la strada dell’amore misericordioso. Ci accompagni nella testimonianza dell’amore e a guardare sempre a Gesù, volto raggiante della misericordia del Padre.

Buona domenica nel Signore a tutti voi!