«ASCOLTATE OGGI LA SUA VOCE»
Siamo alla quarta domenica di Pasqua, da sempre chiamata «domenica del Buon Pastore», giorno in cui la Chiesa universale prega per le vocazioni. Il tema che accompagna la giornata di quest'anno è: «Pellegrini di speranza: il dono della vita» “un invito gioioso e incoraggiante ad essere pellegrini di speranza donando la vita con generosità” (dal messaggio di Papa Francesco).
Ogni anno, in questa domenica, meditiamo alcuni versetti del cap. 10 del Vangelo di Giovanni. Quest’anno sono quattro versetti sempre intensi e pregnanti di significato per il nostro quotidiano.
Il messaggio centrale è dato dai primi due versetti: «Le mie pecore ascoltano la mia voce io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna». In queste parole ci sta racchiusa una forte esperienza con Gesù per poter vivere in pienezza la quotidianità.
“Ascoltare” e “seguire” sono quegli elementi essenziali che danno contenuto al nostro “credere”, a quel legame decisivo, forte, autentico con il Signore. E chi vive di questa pienezza riceve la vita eterna che è quella vita autentica, che la morte non potrà scalfire, perché è la stessa vita di Dio.
Gesù a tutti offre la vita eterna, però sembra che solo qualcuno faccia parte del gregge. Già al v. 26 Gesù rivolgendosi ai suoi avversari dice: «voi non credete perché non fate parte delle mie pecore» (Gv 10,26). Ciò vuol dire che solamente “coloro che ascoltano la sua voce, che la riconoscono” ricevono la vita eterna.
Chiediamoci se veramente ci mettiamo in ascolto della Parola di Dio? Chiediamoci se siamo così desiderosi della vita eterna? Chiediamoci quando siamo riuniti per celebrare l’Eucarestia se diamo importanza a quello che stiamo facendo oppure al nostro cellulare o al nostro orologio?
Il Signore è sempre Colui che mi ama, che mi prepara un posto, che mi offre ogni giorno la vita eterna, ma ne sono riconoscente seguendolo nella vita di tutti i giorni? Forse abbiamo perso l’appetito rinchiudendoci in noi stessi.
Nel messaggio alla giornata odierna, viene sottolineato quel prezioso dono del battesimo: “una chiamata a uscire da sé stessi per intraprendere un cammino di amore e di servizio” in quanto tutti siamo chiamati e inviati a vivere la nostra vita bene e nell’amore.
Non è facile vivere il dono del battesimo (molti non lo vivono affatto), non è facile vivere questa appartenenza nuziale, ecco perché in questa giornata preghiamo, non solo per la vocazione dei nostri pastori, per le vocazioni religiose (di speciale consacrazione), ma anche per la nostra vocazione, perché ogni vocazione nasce da quel senso di appartenenza, da quel rapporto di conoscenza di amore fra il Pastore e le sue pecore, perché in ognuno di noi nasca quella “consapevolezza di essere amato, chiamato e inviato come pellegrino di speranza”.
Tutti abbiamo bisogno di sentire sempre questa consapevolezza di essere amati. Dice sant’Agostino: “Dio ama ciascuno come fosse l'unico”. Dio chiama ciascuno, individualmente, ad essere “figlio nel Figlio”, a entrare in quella comunione di rapporti che intercorrono tra il Padre e il Figlio Unigenito in seno alla Trinità. Il rapporto è diretto, da persona a persona, carico dell'affettività sincera e totalizzante che deriva dal sentirsi amato in pienezza. Ecco perché abbiamo bisogno sempre di ascoltare la Parola di Dio.
Molte celebrazioni eucaristiche sono a metà, prive di senso in quanto, molti di noi non ascoltano la Parola di Dio come se fosse optional. Torniamo ad ascoltare la voce di Dio, anche se siamo sommersi e sollecitati da molteplici voci. Se seguiamo Gesù, in mezzo alle «voci della vita», riconosceremo la sua perché è quella più forte, vera, che la nostra anima “conosce”, perché è quella del Buon Pastore, la Voce dell'Amato che continuamente si dona per amore. Una donazione che nasce nelle mani amorose del Padre.
Lasciamo, oggi, che la sua mano ci afferri, e saremo sicuri di non affondare. San Paolo ci ricorda: «chi ci separerà dall’amore di Cristo?» (Rm 8,35). Il Signore sarà sempre Colui che ci custodirà nel suo eterno amore. Ricordiamoci: Dio difende ogni vita nonostante tutto, ma solo se lasciamo aperta la porta della nostra vita, perché Lui possa entrare e trasformarla con la luce della Sua Pasqua.
Impariamo allora a discernere il senso della nostra vita, per comprendere che siamo chiamati ad essere pellegrini di speranza facendo della nostra vita un dono, offrendo la nostra vita agli altri (cf. EG 268).
In questa domenica preghiamo perché i nostri Pastori siano sempre pieni della grazia di Dio e continuino ad essere punto di riferimento, di vicinanza e di nutrimento per il popolo cristiano.
Preghiamo anche per le nostre comunità, perché ci siano nuovi cuori disponibili ad essere associati al cuore del buon Pastore, per condurre altri cuori al cuore di Dio: alla vita eterna.
Buona domenica nel Signore a tutti voi!
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