NUOVO ANNO, NUOVO SGUARDO!
Oggi, primo dell’anno, siamo nell’ottava del Natale del Signore e la liturgia ci riporta nuovamente in quel "giorno santo spuntato per noi"; in quel luogo dove abbiamo incontrato diversi personaggi insieme a Dio fattosi uomo: Giuseppe, Maria, i pastori, i magi, Simeone, Anna e anche altri che la liturgia ha ricordato in questo periodo: Stefano, Giovanni, i bambini innocenti.
Oggi, primo gennaio, è il giorno in cui dobbiamo invocare lo Spirito Santo perché ci guidi nello scorrere delle nostre giornate e ci ripeta ogni giorno «non temete!» e, nello stesso tempo, eleviamo il nostro sguardo verso la Madre di Dio, verso Maria, in modo da non dimenticare la nostra relazione con il Figlio Gesù.
La liturgia della Parola, fin dall'inizio, ci invita a benedire chiunque, ogni giorno, incontriamo nel nostro cammino. Benedire che tradotta dal latino benedicĕre vuol dire dire bene. Urge, pertanto, la necessità di mutare i nostri atteggiamenti. Sembra che quasi quasi ci siamo abituati a dire male o a vedere il male in chiunque, a scrutare diffidenti ogni affermazione, a cogliere in fallo chiunque. Sembra che il nostro atteggiamento sia diventato quasi quasi un “mestiere”.
L’inizio di un nuovo anno è sempre l’inizio di una speranza. La Parola di Dio indica questa speranza in Cristo Gesù «nato da donna» affermando che è vero uomo ed è nelle braccia di sua madre: Maria «per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace» (Lc 1,79). La speranza di una pace che i tanti cuori desiderano.
Quando leggiamo della venuta di Dio in mezzo a noi nella pienezza del tempo, ieri come oggi è collocata nella confusione del tempo. Basta guardarci attorno, ascoltare le notizie per capire quanto siamo alla deriva continuando a vivere il non senso.
I personaggi che abbiamo incontrato durante quest’ottava di Natale, all’inizio di questo nuovo anno ci invitano ad avere un altro sguardo. Prendiamo esempio da quei pastori che ricevettero l’annuncio. Erano considerati disprezzati, ultimi, eppure questi sono coloro che per primi hanno iniziato ad avere uno sguardo nuovo, diverso, di senso, di lode perenne. E noi, oggi, ci stringiamo a Maria, Madre di Dio, Madre nostra e della Chiesa perché ci insegni ad avere questo nuovo sguardo.
Nel vangelo di oggi Maria occupa un posto apparentemente limitato, eppure il suo ruolo è essenziale. La Madre è all'ombra del Figlio ma avvolta dalla Sua immensa luce. Ella con un nuovo sguardo medita l'iniziativa folle di Dio. Vede nello sguardo dei pastori la benedizione che Gesù è venuto ad inaugurare: incontrare il volto di Dio e il suo sorriso in tutti iniziando dagli ultimi.
Incontrare il volto di Dio sorridente non risolverà mai quei problemi che ci portiamo dentro. La nostra vita è avvolta da un mistero, però va accolta e rispettata così come è. Occorre fidarsi, qualunque cosa succeda nella nostra vita.
Maria è quel sorriso di Dio che sempre ci sta davanti. Ella si è pienamente fidata di Dio, del suo disegno sorprendente abbandonandosi con un sì costante e fedele. Non ha fatto niente di straordinario: ha continuato la sua quotidianità, ha continuato le faccende di casa, ma col cuore di “serva del Signore”, pronta sempre a fare la volontà di Dio. È una formula di vita semplice, accessibile a tutti. San Paolo ci ricorda che «tutto concorre al bene per coloro che amano Dio» (Rm 8,28) perché anche nei momenti duri, Dio sa trarre il bene per tutti!
Celebrare Maria fin dall'inizio dell'anno è un impegno a mettere al centro della nostra vita, fin da questo primo giorno, la Parola di Dio, la stessa Parola che ha sorriso a Maria e che sorriderà anche a noi.
Abbiamo chiuso il Giubileo della speranza e il primo frutto della speranza deve essere la pace nei nostri cuori, la pace nelle famiglie, la pace nei luoghi di guerra, la pace nel mondo intero.
Il primo dell’anno il papa Paolo VI, oggi santo, istituì nel 1967 la giornata di preghiera mondiale per la pace e nella prima ricorrenza disse: «Giunga ora il Nostro saluto fraterno e paterno ed il Nostro augurio di pace, con quanto la pace deve recare con sé: l'ordine, la serenità, la letizia, la fraternità, la libertà, la speranza, l’energia e la sicurezza del buon lavoro, il proposito di ricominciare e di progredire, il benessere sano e comune, e quella misteriosa capacità di godere la vita scoprendone i rapporti con il suo intimo principio e con il suo fine supremo: il Dio della pace» (Paolo VI, Omelia per la prima celebrazione della «Giornata della pace», 1º gennaio 1968).
Da queste parole capiamo che la pace nasce nel cuore, si proclama col cuore così come fece papa Leone appena eletto al soglio petrino: «La pace sia con voi» (cf. Gv 20,19). È il saluto del Cristo Risorto rivolto a tutti: credenti, non credenti, responsabili politici e cittadini. Un saluto orientato verso una pace “disarmata e disarmante” per edificare il Regno di Dio e costruire insieme un futuro umano e pacifico, un mondo capace di costruire e vivere la fraternità.
Invochiamo, insieme a Maria, lo Spirito Santo perché sia luce ai nostri passi ogni giorno dell'anno facendo nostra la benedizione su Israele che Dio ha affidato ad Aronne e ai sacerdoti dell’Antica Alleanza: «Ti benedica il Signore e ti protegga. Il Signore faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio. Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace» (Nm 6,24–26), perché tutti possiamo vivere nella serenità, nell’armonia, nell’amore, nella pace.
Con Maria, a tutti un anno pieno di pace!
